ASSOLUTAMENTE DISGUSTOSO!!! (di F. D’Attanasio)

  

Sembra che all’indecenza di questa nostra classe politica non ci sia limite alcuno. Mi scuso con tutti voi se mi sfogo ma non ho altri canali per farlo, d’altronde se lo faccio a tu per tu con le persone che quotidianamente frequento mi incazzo ancor di più, perché quasi sempre la reazione è di remissione se non addirittura di indifferenza come se tutto fosse assolutamente normale e nella naturalità delle cose. Apprendo che per i parlamentari, consiglieri ed assessori regionali, ex parlamentari ed ex consiglieri sono scattati gli aumenti dei stipendi e vitalizi! Possiate essere maledetti in eterno, vampiri parassiti, delinquenti assatanati, esseri senza scrupolo alcuno. Ma sapete come il tutto è maturato? Veramente incredibile, confesso che fino ad oggi non ero a conoscenza di un tale meccanismo che solo menti diaboliche di tal fatta possono aver partorito. Esiste una legge che risale al 1965 secondo la quale lo stipendio dei parlamentari è agganciato a quello dei magistrati, lo stipendio dei consiglieri regionali a quello dei parlamentari. Per i vitalizi il funzionamento è lo stesso. La stessa legge prevede che le retribuzioni dei magistrati siano adeguate ogni tre anni. Ma chi decide l’entità di tali adeguamenti? Governo e Parlamento of course! Piaciuto il giochetto? Ma non finisce qui, perché il provvedimento del Parlamento in tal senso ha valore retroattivo, così che l’adeguamento scatta dal 1° Gennaio 2006. Avete udito qualcuno dei nostri alti rappresentanti istituzionali elevare un minimo grido di scandalo? Macchè! Per noi abruzzesi poi al danno si è aggiunta la beffa, o meglio una vera e propria presa per il culo (una delle tante naturalmente, alle quali ultimamente siamo sottoposti con sempre maggior frequenza). Si dà il caso che la nostra povera regione è in preda, oltre che ad una forte crisi industriale, ad un vero e proprio dissesto delle finanze pubbliche, nel bel mezzo di vari scandali collegati a vere e proprie ruberie di fondi destinati alla collettività, perpetrate da personaggi del mondo della politica. Per cercare di porre rimedio a questa situazione la nostra giunta di centro sinistra, con a capo niente poco di meno che l’ex leader sindacale Ottaviano Del Turco, ha pensato bene, oltre che ad aumentare l’Irpef e l’Irap, di introdurre ulteriori aumenti sui ticket sanitari. Ma i nostri consiglieri non sono certo rimasti indifferenti di fronte alla svergognata ingordigia dei loro illustri colleghi, allora si son prontamente prodigati nel votare una risoluzione bipartisan «che impegna i parlamentari eletti in Abruzzo ad intraprendere o sostenere iniziative per ridurre il costo della politica e tra cui l’indennità di carica dei consiglieri regionali», insomma un modo più serio e generale di affrontare il problema, altro che procedere semplicemente e direttamente a bloccare l’aumento! (possibilità questa per niente presa in considerazione naturalmente).

Qualcuno potrà obiettare che queste sono comunque questioni minimali. Bene, potrei in generale anche essere d’accordo, ma nell’attuale situazione di fase tutto ciò è assolutamente intollerabile alla stregua delle questioni più importanti. Siamo di fronte ad una classe politica delle più inette e serve che la storia d’Italia conosca che in combutta con i potentati economici e finanziari statunitensi stanno facendo del nostro paese una vera e propria colonia della potenza americana. Questa gente non ha più ritegno alcuno e sta procedendo ad un vero e proprio saccheggio dei redditi e delle condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione; la sinistra è chiaramente la più pericolosa e questo governo fa della menzogna e dell’ipocrisia i propri punti forti, oltre che chiaramente godere dell’appoggio dei più influenti gruppi di potere economici e finanziari che si stanno dando battaglia nel nostro paese per meglio sistemarsi nelle nicchie lasciate libere dai dominanti americani. Hanno varato una finanziaria pesantissima che si sarebbe potuto benissimo evitare grazie all’aumento delle entrate fiscali registrato nel 2006, aumento della stessa entità di quella dell’ultima finanziaria; poco tempo fa l’ineffabile ministro dell’economia prontamente aveva “rassicurato” gli italiani dicendo che le maggior entrate fiscali sarebbero servite per diminuire la pressione fiscale già dal 2008, ma non sono passati nemmeno due giorni da quella dichiarazione che subito è arrivata la smentita per bocca dello stesso ministro secondo cui le tasse in realtà, a meglio considerare le cose, si sarebbero potute diminuire solo a partire dal 2009. Come pensate che andranno effettivamente le cose? La realtà è che tutti i soldi rastrellati tramite questa manovra finanziaria vengono dispersi nei mille rivoli della rete clientelare che fa capo a questa maggioranza, nessuna strategia di sviluppo degna di questo nome mentre continuano a piovere finanziamenti su settori industriali ormai non più trainanti per una economia avanzata quale dovrebbe essere quella italiana; il settore automobilistico,  in particolare la Fiat, ha goduto costantemente durante tutta la sua esistenza di una particolare attenzione da parte di tutti i governi che si sono succeduti in Italia con i risultati che sono davanti agli occhi di tutti. Chiaramente il tutto viene facilitato anche dal fatto che questa compagine governativa ha dalla sua parte il sindacato confederale, il quale si limita ogni tanto a delle flebili critiche ma che nella sostanza (in special modo la CGIL) ne costituisce una vera e propria spalla.

Vi ricordate la questione della riduzione del cuneo fiscale e delle modifiche delle aliquote Irpef che secondo i “compagni” di Rifondazione Comunista avrebbero dovuto far piangere anche i ricchi? E’ veramente incredibile come hanno letteralmente gabbato il popolo questi pericolosissimi imbroglioni, ma sembra che il popolo non  ne sia ancora cosciente fino in fondo, non ci rimane che continuare a sperare in tal senso, magari prima che la situazione sociale e politica si deteriori in maniera del tutto irreversibile. E’ vero che attualmente in Italia non esiste un’alternativa politica, che destra e sinistra (meglio sarebbe dire i diversi gruppi politici in lotta fra loro) lavorano solo ed esclusivamente per gli interessi dell’establishment economico e finanziario sotto la supervisione dei dominanti statunitensi senza nessuna spinta autonoma, ma come è possibile che esista ancora una maggioranza di persone che si reca alle urne e sceglie di volta in volta fra le due coalizioni? Sarebbe quantomeno auspicabile, come primo passo seppur poco significativo, togliere il nostro consenso a questi parassiti causa di tutte le nostre rovine.

Ma permettetemi di dire qualcosa anche sulla questione del TFR se non altro perché la questione tocca di più i lavoratori giovani come me; che non si illudano costoro perché alla fine della festa (per lorsignori s’intende), comunque facciano, la pensione non ce l’avranno e dovranno lavorare fino alla morte se non hanno talmente sgobbato durante tutta la vita per mettere qualcosa da parte per una vecchiaia meno dura. La propaganda per convincere i lavoratori a devolvere il loro TFR in favore dei fondi pensione è piena zeppa di menzogne e falsità di ogni genere ed il sindacato confederale si distingue in ciò, dato che quest’ultimo (i propri vertici chiaramente) sicuramente − altrimenti non si spiegherebbe tanta sicumera e dedizione profusi nelle campagne (dis)-informative − ha il suo buon tornaconto tramite i fondi negoziali chiusi, i cui organi, diciamo così di controllo, sono paritetici, vale a dire formati da rappresentanti degli imprenditori e rappresentanti dei lavoratori. I fondi pensione sono come un qualsiasi fondo di investimento, non assicurano un bel niente, specialmente se si considera l’arco temporale di quaranta anni, sono completamente soggetti alle fluttuazioni dei mercati finanziari internazionali; ed una volta maturati i requisiti della pensione (che badate bene, in questo caso, sono quelli di vecchiaia e non di anzianità contributiva) il rapporto tra il beneficiario delle rendita vitalizia e l’ente erogante si sposta dal fondo alla compagnia assicurativa con tutte le incognite del caso; ad esempio l’entità dell’erogazione si baserebbe su una ipotetica quanto ambigua aspettativa di vita, la reversibilità non è affatto assicurata o quantomeno si realizza a costo di una drastico abbassamento dell’entità stessa della rendita. Chiaramente non potendo imporre per legge l’obbligatorietà all’adesione ai fondi, in quanto la titolarità del TFR è dei lavoratori, hanno adottato tutta una seria di meccanismi per favorire questo vero e proprio furto: in primis il silenzio assenso, ma ancor più gravi ed inauditi, diciamo così da autentici farabutti, sono certi trattamenti fiscali agevolati per chi aderisce mentre è pesante l’innalzamento della tassazione sul TFR non devoluto. I guru dell’economia (tipo quelli alla Padoa-Schioppa per intenderci) ci assicurano che è necessario aderire ai fondi perché ciò libererebbero risorse per le imprese, quindi farebbe bene all’economia del paese e quindi a tutta la collettività. Ma si dà il caso che il mercato azionario italiano è alquanto asfittico a causa del nanismo industriale che contraddistingue il nostro tessuto produttivo e quindi è certo che una altissima percentuale di queste risorse andranno a finanziare imprese di paesi stranieri a noi concorrenti. Ma questa è una spiegazione solo tecnica, ancor più preoccupante diventa la cosa se solo si pensa a quella che è la configurazione dei blocchi di potere del nostro paese (di cui tanto si parla sul blog ripensaremarx in special modo con le analisi di La Grassa); queste risorse finiranno nelle grinfie di personaggi quali Bazoli, Profumo ecc. (cioè i veri padroni, i mandanti di pezzi importanti di questo governo, in primis Prodi) che tutto hanno tranne l’interesse a rilanciare l’industria italiana; anzi il loro obiettivo è succhiare soldi quanto più possibile per dirottarli in tutt’altre direzioni, sempre con il necessario lascia passare dei dominanti situati al vertice della piramide, vale a dire quelli made in USA.  

 

11 Febbraio