Contro una sinistra realtà
di G. Amodio
– << A Londra, il 1° febbraio 2006, è stato siglato un accordo tra Afghanistan, comunità internazionale e NATO, che rinnova e regola fino al 2011 le relazioni tra il governo di Kabul ed i suoi alleati. … Gli obiettivi: fino al 2011 resteranno le forze Nato, oltre 35000 unità. Il governo di Kabul dovrà consolidare un esercito di 70000 uomini ed una polizia di 62000 agenti. … Sviluppo di acqua potabile, sanità, elettricità, scolarizzazione e riduzione del 3% della soglia di povertà (!!!) >> (Corriere della Sera, 11/02/07)
– << Ho rititrato le truppe dall’Iraq ma non lo farò dall’Afghanistan. … Sull’Afghanistan ho preso un impegno con le Nazioni Unite e voglio mantenerlo >> (presidente del consiglio Prodi, da "Repubblica", 11/02/07)
– << Nel parlare del 2011 ho sentito il bisogno di ricordare il quadro di riferimento nel quale la comunità internazionale sta operando in Afghanistan >> (ministro della difesa A. Parisi, da "Repubblica", 11/02/07)
– << Il mio governo è contro ogni rapimento ma il caso Abu Omar è coperto dal segreto di stato: secondo le leggi queste carte non possono essere rese pubbliche ed io ho riconfermato questo. … E’ un caso di continuità. Il mio predecessore Berlusconi ed io abbiamo firmato documenti che interessano il segreto di stato… Non ci sono cambiamenti dalla linea del mio predecessore >> (presidente del consiglio Prodi, da "Repubblica", 11/02/07)
Le dichiarazioni riportate sono lineari, il governo rimarrà nei pressi di Kabul minimo per altri 5 anni. Eppure, quell’ammasso informe e melmoso di politicanti denominato(si) "sinistra radicale" continua a meravigliarsi per le "scadenze Afghane" ed insiste nel cianciare di pace e pacifismo. Straparla in continuazione di nette differenze tra la politica estera di Berlusconi e quella di Prodi: l’affermazione dello stesso premier sù evidenziata concernente il "segreto di stato" smentisce chiaramente le innumerevoli balle messe in circolazione dai militanti di ogni livello dei partitini pseudo-comunisti, sempre pronti ad esprimere mass-mediaticamente la loro indignazione per i sequestri e le torture perpetrati dagli USA in giro per il mondo, tuttavia del tutto orbi e volutamente ignoranti in sede parlamentare e di governo (a parte qualche altisonante richiamo del parlamento europeo puntualmente inefficace; ad esempio, in ultimo, quello che ha visto come relatore sulle extraordinary rendition il diessino Fava: condannerà questi il premier Prodi per l’annuncio sù menzionato, oppure gli stringerà la mano alla prima occasione, indicando come unico cattivo il solo sigor B.?)
Dovrebbero solo vergognarsi per la distanza esistente tra quello che dicono e ciò che fanno, invece continuano a salmodiare moralisticamente sui mali procurati dalla guerra e dal militarismo nel mondo, quando, a ben vedere, loro sono assolutamente corresponsabili: come possono dire "pace in terra agli uomini di buona volontà" e contemporaneamente votare (è la seconda volta!) per lo stanziamento di truppe, armi e bagagli?
Non c’è dubbio, hanno proprio la faccia tosta ‘sti stronzi. Ha ragione da vendere Gianfranco La Grassa: questi rappresentano il vero ceto politico professionale; gli altri, a confronto, sono dei meri urlatori accattoni. I sinistroidi, in tutte le varianti-correnti, sono quelli pericolosi, capaci di vendere al loro popolo la classica fontana del film di Totò: proclamano infatti la partecipazione "di massa" alla manifestazione che si terrà a Vicenza, ma non si sognano neppure di dimettersi da quel governo capeggiato da un comico che raccontava – dall’estero, proprio come quell’altro capocomico in precedenza premier – la storiella per cui la costruzione di una base militare USA in Italia è un aspetto a carattere urbanistico di mera competenza comunale (è vero che siamo nell’epoca del federalismo, però c’è pure un limite!); ancora, i rifondaroli, in occasione della finanziaria, non molto tempo fa, si sono lanciati in uno slogan propagandistico del tipo "anche i ricchi piangano", quando successivamente, in ragione della medesima legge di bilancio, proprio i ceti socialmente più deboli si sono visti costretti a pagare un bel ticket sanitario per i famosi "codici bianchi" ed un bell’incremento di 10 euro per tutte le richieste di visite diagnostiche (per non parlare delle maggiorazioni Irpef degli enti locali che andranno a decurtare le buste paga).
Con comportamenti e provvedimenti del genere i cari compagnucci oggi al governo stanno seriamente compromettendo il lavoro di coloro che intendono riprendere una seria lotta anticapitalistica. Ormai, la "politica delle sinistre" (in realtà una sinistra unica, oscenamente e profondamente solidale, al di là dei bizantinismi puntualmente riproposti, vedi la linea editoriale del Manifesto) ha assunto dei tratti surreali, irreali ed iperreali: proprio come quando in un’opera artistica l’autore riesce ad esprimere più aspetti contraddittori mantenendoli "stranamente" assieme, anche l’attuale compagine governativa ha ottenuto un effetto analogo.
La "commedia", di sicuro, ad un critico avveduto e consapevole non può che risultare alquanto datata e di non ottima qualità (in effetti, l’anno scorso, in un’occasione del medesimo genere, ne circolava una identica ugualmente scadente!), tuttavia, com’è noto, l’opinione pubblica – quella di sinistra in particolare – è da sempre restìa ad accettare radicali novità, in più, profondamente adagiata sul senso storicamente creato e cristallizzatosi, è addirittuta incapace di desiderare altro ed è impossibilitata anche solo ad immaginare di poter recepire una trama diversa dal solito; dunque, alla fine, per quanto priva di originalità, la messa in scena posta in atto dai nostrani politicanti riesce nell’intento di soddisfare le aspettative della tradizionale mentalità dei militanti dell’intera sinistra italiana, ciò avvenendo in virtù di una netta corrispondenza tra i due caratteri che attraversano la "commedia" e quelli che connotano il pensiero della "sinistra militia di base": cinico occultamento ed auto-ottundimento riguardo alle reali dinamiche sociali e politiche, ovvero doppiezza ipocrita e sdoppiammento psico-ideologico.
L’unica tipologia ideologica oggi rimanente ed effettivamente operante dopo il definitivo dissolvimento degli "alti ideali" (?!) alla base dei "grandi partiti di massa sorti dopo la resistenza" (?!) è in estrema sintesi quella riconducibile al senso marxiano, ossia quella falsa coscienza necessaria ed indispensabile ai "sinistri" per raccontarsi e raccontare delle vere e proprie balle, utili per tirare a campare e rinnovare continuamente gli "incentivi simbolici" indirizzati al popolo-bue che in quanto elettore democratico è pur sempre funzionale all’ottenimento ed al mantenimento da parte dei partiti delle sedi(e) istituzionali.
E’ fin troppo nota la suddetta comunanza a carattere occultante ed ottundente per doverla argomentare; chiunque abbia un pò di memoria e di conoscenza storiche, oppure – per i più giovani – abbia frequentato qualche sede del partito della Rifondazione … (meglio non aggettivarla, sarebbe un uso improprio del lessico!) ne riconosce la veridicità. Appartiene, senza alcun dubbio, tanto ai furbastri commedianti presenti in parlamento (o negli enti locali) con la coscienza costantemente la(va)bile, quanto agli umili compagni sempre disposti a tesserarsi e sempre più "pappagalli" nel ribadire ciò che viene stabilito dai piani alti, ormai assolutamente incapaci finanche di abbozzare un minimo di ragionamento che non sia di supporto alla logica (ri)produttiva capitalistica.
I "compagni" hanno cercato di compensare la loro pochezza pratico-intellettuale blaterando di globalizzazione economica, rinunciando nei fatti a portare avanti e diffondere una seria ricerca sulle relazioni geo-politiche – oltreché finanziarie – intercorrenti in ambito internazionale tra le differenti formazioni economico-sociali a modo di produzione capitalistico; hanno altresì enfatizzato alcuni aspetti finanziari e commerciali sviluppatisi particolarmente dopo il crollo del blocco filo-sovietico, di conseguenza hanno puntato il dito contro alcuni enti sovranazionali – FMI, Banca Mondiale, WTO -, facendoli apparire non come enti regolatori dei rapporti tra gli stati capitalistici nazionali, bensì come la quintessenza di un inesistente capitalismo mondiale unificato, in modo tale che la testa ed i piedi dei manifestanti fossero ben occupati a riconoscere con una certa regolarità l’esotico avversario monstre ( distante quanto basta per non capirci nulla!) contro cui al massimo inveire. Ancora, cosa veramente grave, hanno letteralmente impedito – e continuano a farlo – la diffusione di una sia pur minima capacità di lettura dei rapporti di forza e degli intrecci esistenti in Italia tra fazioni politiche e gruppi industrial-finanziari nazionali ed esteri (d’altronde, basterebbe provare a chiedere ad un segretario di partito o ad un consigliere di qualunque livello la configurazione dei "poteri forti" in Italia: risponderebbe, appassionato e certo di aver colpito nel segno, Berlusconi e la P2. E Prodi invece? E’ il simpaticone, dato che ha l’accento emiliano, che ha sconfitto il cavaliere nero, ed a malapena sovverrà il ricordo della vicenda Moro-Gradoli, saranno dimenticati i suoi trascorsi nella potente sinistra DC e nell’IRI, del tutto ignorata poi l’importanza del legame organico sussistente tra Prodi e Bazoli, ossia tra l’attuale capo del governo ed il presidente in capo alla prima catena bancaria del paese, "SanIntesa", la quale ha alle spalle un certo gruppo finanziario di marca USA, Goldmann Sachs, che non è secondo a nessuno addirittura in tutto il mondo…E’ proprio strano: non si sa e non si vuole sapere chi determina le dinamiche della finanza dalle nostre parti, mentre si va cianciando a più non posso di "finanziarizzazione" del capitalismo!).
Quanto fino ad ora evidenziato è altamente sintomatico del degrado politico odierno totalmente imputabile alla sinistra, tuttavia non è che uno sguardo in supeficie, che ha come oggetto solo la punta dell’iceberg. … Tramite questo sito, cercheremo di aguzzare la vista e l’intelletto per portare alla luce il resto…
N.B. La dichiarazione che segue, riguardante la "missione Afghana" dell’esercito italiano, ben rappresenta la "doppiezza ipocrita" e lo "sdoppiamento psico-ideologico" cui abbiamo precedentemente accennato nelle nostre annotazioni:
<< Nessuno mi ha ancora spiegato con chiarezza che stiamo a fare in Afghanistan. Se qualcuno mi risponde che siamo lì per esportare la civiltà occidentale, allora prima mi faccio una bella risata e poi voto no. … A D’Alema dico che … se le missioni sono multilaterali e sbagliate vuole dire che hanno sbagliato in parecchi anziché in uno. E non credo sia una buona idea continuare a sbagliare tutti assieme. Ma esiste un’altra strada: prendere un’iniziativa per uscire da lì. … Ho votato contro la missione quando c’era Berlusconi, avrei votato contro anche l’ultima volta se il governo Prodi non avesse messo la fiducia ed anche adesso voterò sì alla fiducia, se dovesse essere posta, perché significa non entrare nel merito della questione (??!!) >> (Senatore Massimo Villone – Democratici di Sinistra -, da "Repubblica", 12/02/07)