CONTRO LA BASE NATO DI VICENZA
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Tutti quanti noi del blog (e del sito) RIPENSAREMARX esprimiamo la nostra più viva solidarietà ai manifestanti che, oggi (17 febbraio), tenteranno d’impedire che si consumi l’ennesimo deturpamento ai danni della nostra nazione da parte del paese centrale e dominante (gli Usa) con la connivenza della “depravata” classe dirigente italiana. La costruzione della base di Dal Molin sarebbe solo un’altra spada conficcata nella sovranità e nell’indipendenza del nostro paese da parte statunitense. Pertanto, noi crediamo che un’azione dal basso sia necessaria per dire no a questi lestofanti e per contrastare l’azione dei predominanti americani (e dei subdominanti italiani a questi legati per la propria misera sopravvivenza). La corrotta classe subdominante italiana (la quale non deve essere nemmeno più qualificata come classe dirigente, in quanto non dirige più un bel nulla) ha il cervello immerso in un liquido finanziario maleodorante di pura speculazione (sotto l’egida della finanza americana che dispone ciò che si può e ciò che non si può fare). La classe politica italiana è, a sua volta, preda degli appetiti della finanza parassitaria nostrana ed agisce in combutta con questa per drenare le misere risorse che il nostro sistema-paese riesce ancora a produrre. GF-ID-PS (Grande Finanza, Industria Decotta, Politica Servile) hanno sentenziato, sulla testa di milioni di italiani, che il nostro paese deve restare l’avamposto dei più beceri interessi guerrafondai della NATO, nonostante siano venute meno, da circa un quindicennio, le ragioni storiche di una presenza militare alleata sul nostro suolo (con la caduta dell’Impero Sovietico). Ma se
Tuttavia, ebbene chiarire alcuni punti ed allontanare alcune perniciose infezioni che s’insinuano sempre nelle giuste motivazioni di protesta e nelle scarne lotte di questi tempi. In tutto ciò la nonviolenza e il pacifismo non c’entrano assolutamente nulla, questi due elementi sono il cavallo di troia più volte utilizzato dalla sinistra benpensante (e, nella fattispecie, da quella che oggi si autodefinisce radicale) per depotenziare la spinta politica dei dominati ed impedire una seria analisi antiegemonica ed anticapitalistica capace di cogliere la dinamica conflittuale (e i relativi rapporti di forza) tra segmenti di classi dominanti all’interno (paesi) e all’esterno (guppi di paesi) della configurazione (formazione) mondiale capitalistica, ma anche la porosità (e i punti di debolezza) che tale movimento conflittuale interdominanti genera (e che può aprire la strada alle "ragioni" dei dominati). L’altro lato speculare delle torbide idee pacifiste è rappresentato dall’affastellamento di teorie irrealistiche che blaterano di moltitudini desideranti o di conflittulità Capitale/Lavoro (analisi inadatta a comprendere la segmentazione orizzontale e la conseguente stratificazione verticale della formazione sociale prodotta dalla dinamica capitalistica) che non coglie la continua di frammentazione (e la differenziazione per livelli di reddito e di cultura) dei corpi sociali che il sistema mette continuamente in atto (altro che borghesi contro proletari!).
Da Vicenza deve perciò ripartire un’azione critica dei dominati che smascheri la doppiezza e la corruzione della nostra classe dirigente (da destra a sinistra, con una smaccata predilezione per i più farabutti tra questi, oggi tutti a sinistra). Solo se ci si convince che molti dei problemi dell’Italia sono causati proprio da questi servi zelanti quanto schiocchi, preoccupati esclusivamente della loro misera sopravvivenza da parassiti (ed incapaci di un pur qualsiasi scatto d’orgoglio per rilanciare il nostro sistema-paese e il suo ruolo nella formazione mondiale capitalistica), allora potremo pensare di dare una giusta direzionalità alle lotte. Dobbiamo liberarcene al più presto e con un’azione energica.
FUORI
FUORI L’ITALIA DALLA NATO
NO ALLA BASE DI DAL MOLIN