TERZO MATRIMONIO di M. Tozzato

Alcuni giorni fa lo scrittore, giornalista ma soprattutto diplomatico di  professione,  Sergio   Romano,  in un breve intervento sul Corriere, avanzava alcune considerazioni sul problema delle unioni di fatto introducendo l’espressione “terzo matrimonio”. In sostanza la modernizzazione dei costumi e i mutamenti (antropologico) culturali degli ultimi decenni (riguardo ai quali le “Lettere luterane” di Pasolini rimangono tuttora un testo epocale) avrebbe reso necessario il passaggio ad una forma di unione tra persone che va oltre il matrimonio religioso e quello civile. Sicuramente l’espressione “terzo matrimonio” risulta poco appropriata in quanto una eventuale legislazione sulle unioni di fatto verrebbe a codificare, anche nel caso di unioni eterosessuali, proprio quel tipo di legami che non si pongono come finalità quella forma religiosa ma soprattutto etico-sociale che è la famiglia, tuttavia, rimane pur vero che agli occhi della Chiesa e dei cattolici “integrali” (da non confondere con gli integralisti) proprio  la possibilità che le unioni eterosessuali con figli, cioè le vere e proprie “famiglie di fatto”, possano trovare un riconoscimento giuridico-statuale  rappresenta una sorta di deterrente, una forma di “dissuasione”, nei confronti del matrimonio tradizionale, che può avere molto seguito considerando la precarietà in questa epoca dei legami matrimoniali e l’alto numero di divorzi. D’altra parte bisogna pure considerare che il matrimonio (civile o religioso che sia) aveva come fondamento due norme morali che hanno perso il loro valore, ovvero che hanno subito un processo di trasformazione socioculturale, perché l’esistenza di una “sanzione” prima giuridica poi quasi soltanto sociale  è, almeno in parte, venuta meno. La fedeltà coniugale e l’indissolubilità “di principio” del legame matrimoniale rimanevano principi accettati anche da una morale laica sino a quando il riconoscimento legale del divorzio veniva inteso come una necessità per un legame che non aveva più possibilità di proseguire, una dolorosa soluzione per un problema irrisolvibile; nella situazione attuale in cui, molto spesso in maniera palese, viene esaltata come merito sociale la promiscuità sessuale e la confusione “affettiva” con le connesse lamentele circa il suo correlato antitetico-polare , la solitudine, i fondamenti tradizionali del legame coniugale si sono di fatto indeboliti molto e le prediche moralistiche e le sollecitazioni giusnaturalistiche non   sono in   grado, io credo, di resuscitarne il cadavere.

 

 

Mauro Tozzato                        12.03.2007