LA REPUBBLICA DEI CACHI

 

I giornalisti di Repubblica vorrebbero rubarci il mestiere. Scrivono di complotti sotterranei, di collusioni piduistico-massoniche, di poteri oscuri che lavorano all’ombra dei partiti e ne condizionano azioni e programmi. Tutto questo per giustificare l’atteggiamento di Visco nei confronti dei vertici della GdF milanese. Mi pare che siamo alla goliardia, è davvero troppo anche per noi che solitamente cerchiamo di scavare nel torbido. Il governo sarebbe vittima di una Spectre simil-massonica? Come no! Ma certamente! Solo che non si tratta di un connubio tra militari e servizi segreti deviati. Quelli li abbiamo sempre avuti in Italia. La “Spaghetti Spectre”, di cui parla D’Avanzo su Repubblica, non è una cosa tenebrosa che trascende i partiti, che li controlla imponendo ai politici di venire a patti con essa, quest’ultima è, semmai, un moloch finanziario-bancario che fa capo alla merchant bank americana Goldman Sachs. Ovviamente, i giornalisti di Repubblica di ciò non potrebbero mai dire, non possono mica fare i nomi dei loro padroni di centro-sinistra, dei vari Prodi, Draghi, Costamagna, Tononi ecc. ecc.

Adesso non voglio dire che il Generale Speciale sia l’ultimo venuto ma montare un caso del genere per coprire Visco (e chi altri?), che voleva mettere a tacere la GdF che, a sua volta, stava indagando su Unipol, mi pare davvero troppo. Non hanno proprio più pudore questi pennivendoli di regime.

Ultimamente, mi sono capitati tra le mani alcuni estratti del libro "Corruzione ad alta velocità" dell’ex giudice Ferdinando Imposimato. Il magistrato aveva denunciato, alla Commissione Parlamentare Antimafia, la coltre di compiacenza e di collusione tra politica, affari e mafia, nella spartizione dei finanziamenti pubblici legati alla costruzione della linea ad alta velocità tra Roma e Napoli. Una pappatoia dove i partiti si sono abbuffati facendo quadruplicare i costi preventivati dell’opera. L’unica cosa che Imposimato è riuscito ad ottenere è stato lo sbarramento di fuoco proveniente tanto da destra che da sinistra. Indovinate un po’ chi decideva degli appalti per la costruzione della tratta? Naturalmente l’allora presidente dell’IRI Romano Prodi. E a chi dava gli appalti il sig. Prodi aggirando gli obblighi di legge sulle gare? Ad imprese in odor di mafia e, udite udite, a ditte già fallite coma la Icla di Cirino Pomicino (oltre alle solite note società nelle quali Prodi aveva fatto da consulente).

Quando Imposimato ha cercato di conferire con Prodi (quest’ultimo era nel frattempo diventato Presidente del Consiglio del primo governo di centro-sinistra) l’ineffabile professore non ha trovato di meglio da fare che svincolarsi senza fornire alcuna risposta. Un vero e proprio classico del governo di questi tempi (adesso abbiamo capito da chi hanno imparato). E di chi era la società che scriveva “libbroni” di ovvietà sull’alta velocità facendoli passare per fondamentali studi di settore dal valore di svariati miliardi? Naturalmente di Prodi (la Nomisma di cui tante cose abbiamo già detto). Dobbiamo continuare? Credo che non ce ne sia bisogno anche perché a breve ricostruiremo tutta la vicenda in un articolo completamente dedicato.

Allora, cari giornalisti di Repubblica se volete essere ascoltati seriamente cominciate a lavare i vostri panni sporchi, forse poi sarete un po’ più credibili.