UNA VERGOGNA SENZA FINE di G.P.

In Italia si è aperta la stagione delle cosiddette consultazioni democratiche “leggere”. Questa overdose di democrazia consultativa è iniziata con il referendum  sul welfare, dove il plebiscito sull’accordo di luglio è figlio di votazioni poco trasparenti, con tanto di sgherri sindacali che tenevano lontani i curiosi, ed ha avuto un seguito con le primarie del Partito Democratico, laddove votare tre, quattro, cinque volte è stato un vero e proprio gioco da ragazzi, così come svelato dalle telecamere di Striscia la Notizia e dalle iniziative messe in atto dal Giornale. Già questo dovrebbe bastare a screditare la serietà di un Partito che nasce sotto la stella del buonismo “veltronvuotiano” e dell’imbroglio politico. Non so se quello che è accaduto costituisce un’ipotesi di reato (e forse qui la magistratura avrebbe il compito di fare qualcosa), in quanto la limpidezza del procedimento di voto non è stata affatto garantita, tanto che se la forma di queste elezioni (di pura deriva democraticistica) corrisponde alla sostanza “materiale” del PD, si capisce nelle mani di quali lestofanti si stia mettendo l’Italia.

Il problema è grave perché il “maanchismo” di Veltroni ha un doppio compito, “novocainizzare” la pubblica opinione costringendola in un abbraccio soporifero del tipo “volemose bene semo tutti italiani” “ma anche” portare a termine quel progetto di lunga data di Grande Centro allargato che sbrighi le “pratiche” ancora sospese dei gruppi economico-finanziari dominanti. I tempi stringono a causa del malcontento generale e i veri padroni dell’Italia, Unicredit-SanIntesa-Fiat e tutto il gruppo di comando asserragliato nel salotto buono dei poteri forti tenta una via disperata per la propria sopravvivenza.

E’ da un po’ di tempo che si blatera di caste politiche, sindacali, amministrative ecc. ecc. ma dato che gli attacchi provengono dall’interno, dai medesimi gruppi di potere e dal circo massmediatico a questi asservito, la denuncia di sprechi, ruberie e appannaggi vari, è molto simile alla strategia di quei pentiti che svelano solo i nomi delle cosche nemiche; insomma si tratterebbe di un mero regolamento di conti tra delinquenti, una guerra tra bande con una strategia differenziata e ancora aperta.

L’ altro ieri con “sardonismo” appena velato i lorsignori si sono messi tutti in fila per votare alle primarie, da Nanni Bazoli di SanIntesa a Profumo di Unicredit. Quest’ultimo si è anche fatto prendere dai sensi di colpa dell’uomo “normalmente” democratico, in quanto era stato tentato dal non andare ad esprimere la sua preferenza ma poi ha ceduto alle sirene del Pd.  De Benedetti, invece, quello che prenderà la tessera n.1 del Pd è stato avvistato a Torino mentre quel mammasantissima di Geronzi, da quando è divenuto Presidente di Mediobanca, sta cercando di apparire come un uomo al di sopra delle dispute politiche.

A Montezemolo è invece bastato avere un colloquio con Veltroni, per spiegargli le strategie a venire e la necessità di accelerare su Prodi, che prima sbaracca meglio è per tutti

Proprio la Fiat sta avendo i suoi bei grattacapi, ha dovuto ritirare le azioni del gruppo dalla borsa di New York pur di non mostrare i bilanci consolidati, oggi pare che Marchionne stia mettendo il pepe al culo ai manager del settore commerciale perché non si vendono abbastanza auto all’estero. Ed è da qui che vengono fuori tutte le magagne montezemoliane: perché se la Fiat si è risanata non fornisce informazioni sulla vendita della nuova 500, della Punto (che sembra andare bene anche se il modello è “invecchiato”) e della Bravo piuttosto che agitare le sole prenotazioni come una coppa del mondo? E soprattutto, sarebbe utile avere dati più disaggregati sul settore auto visto che i bilanci sono un calderone dove vengono fatti rientrare anche gli utili dei veicoli commerciali Iveco. Cioè, si può sapere quali sono gli effettivi utili gestionali che “promanano” dalla cosiddetta rinascita del comparto Fiat-auto?