PARTITO NUOVO? METODI SEMPRE PIU’ VECCHI di G.P.
Ci ha pensato D’Alema a mandare in frantumi l’immagine buonista di Veltroni, quel suo faccione pacioso che campeggia sui manifesti piazzati in ogni angolo della penisola con la didascalia “si può fare”, traduzione in lingua dei padri del più romanesco “daje, ja famo!”. Considerata la cera di Veltroni sembra che stia proprio facendo agire gli sfinteri e il muscolo elevatore dell’ano per segnare con le sue flatulenze il territorio politico conquistato con tanta abnegazione e con una buona dose di sotterfugi.
Ma il velista di Gallipoli ha avvertito gli italiani: “conosco Walter [Formaggino per gli amici] da molti anni, e questa immagine buonista, diciamo un po’ ingenua, non gli si attaglia”. Difatti, già in passato D’Alema aveva definito Veltroni e il suo ex-compare Prodi (oggi tradito con i soliti modi falsi e cortesi) “due flaccidi imbroglioni”; si vede che l’indomito baffetto si sente scavalcato nelle qualità che da sempre lo hanno contraddistinto.
Ma, alla fine, sarà davvero così nuovo il Pd di Veltroni? Mica tanto considerati i sistemi da prima repubblica che vengono replicati in questa fase di serrata dei ranghi della squadra veltroniana, già schierata nelle trincee per le elezioni di aprile.
In primo luogo le tessere. Pare, difatti, che con “la sola imposizione delle mani” dei tanti messia piddini, si stiano moltiplicano come i pani e i pesci. E, naturalmente, quasi tutti i nuovi aderenti vanno ad ingrossare l’esercito dei veltroniani.
In secondo luogo all’interno del Pd accadono cose turche, anzi no, bengalesi. Leggo la notizia sul Giornale di oggi. Sembra che a livello locale, il rinnovo dei coordinamenti territoriali del PD sia già avvolto da un’aura di sospetto a causa di giochetti poco puliti messi in atto dai sostenitori di "Vartere ".
A Pieve di Soligo, su 385 votanti chiamati a pronunciarsi sul rinnovo del coordinamento provinciale e comunale del PD, 205 erano del Bangladesh. Adesso, è vero che “We can” è uno slogan internazionale pronunciato in lingua dominante e quindi universale, tuttavia il rapporto è decisamente sbilanciato.
Il segretario provinciale attualmente in carica (in quota Margherita e nemico dei veltroniani) ritiene che molti degli extracomunitari siano stati portati di peso alle urne, con l’ordine, ça va sans dire, di votare i sodali del "bonaccione de Roma".
Se queste sono le premesse con le quali si vuole “normalizzare” il paese direi che, quanto meno, non si esce di un’acca dallo stile chicagese degli ultimi anni.
Il vento del rinnovamento veltroniano è molto più simile ad una tempesta di Marte che toglie il respiro a qualsiasi cambiamento.
Quella alla quale stiamo assistendo è solo una resa dei conti interna al Pd spacciata per una palingenesi della politica in Italia.