CRISE SYSTÉMIQUE GLOBALE / SEPTEMBRE 2008
[Mi scuso ma ho avuto problemi con l’inserimento dell’articolo, spero che ora si riesca a leggere nella sua versione corretta]
FASE DI CROLLO DELL’ECONOMIA REALE NEGLI USA
(FONTE LEAP E/2020, TRAD. DI G.P.)
Secondo LEAP/E2020, la fine del 3° trimestre del 2008 segnerà un nuovo punto di flessione nello sviluppo della crisi sistemica globale. A questa data infatti, l’impatto accumulato dall’insieme delle varie sequenze della crisi (vedere tabella qui di seguito) raggiungerà la sua potenza massima ed influirà dunque in modo decisivo sul cuore dei sistemi interessati, ai primi posti dei i quali si trovano gli Stati Uniti, epicentro della crisi attuale. Negli Stati Uniti, questo nuovo punto di flessione si tradurrà in un crollo dell’economia reale, ultima tappa socioeconomica dell’esplosione in serie delle bolle immobiliari e finanziarie (1) e della prosecuzione della caduta del valore del dollaro. Il crollo dell’economia reale US rappresenta semplicemente l’arresto quasi completo della macchina economica americana: fallimenti privati e pubblici in grande numero, chiusure massicce di imprese e di servizi pubblici (2)… Si tratta di un segnale precorritore, è interessante notare che a decorrere dal marzo 2008, il governo americano interromperà il servizio di pubblicazione dei suoi indici economici per ragioni di costrizioni di bilancio (3). I lettori del GEAB N°2 e de l’Alerte, conservano sicuramente memoria della nostra anticipazione che aveva in particolare correlato la caduta a venire dal dollaro con la fine della pubblicazione del m3 da parte della Fed. Ecco a nostro parere un nuovo segnale chiaro che i dirigenti americani si aspettano d’ora in poi ben più scure prospettive economiche per il loro paese.
In questa GEAB N°22, gli esperti di LEAP/E2020 tentano in particolare di anticipare le conseguenze concrete di questo crollo dell’economia reale americana sugli Stati Uniti stessi, e sulle altre regioni del pianeta. Parallelamente, il nostro gruppo sviluppa una serie di cinque raccomandazioni strategiche ed operative per premunirsi di fronte all’aggravarsi della crisi sistemica globale dei mesi a venire. Nell’occasione del secondo anniversario della pubblicazione del suo famoso “Alerte crise systémique globale” che aveva fatto il giro del pianeta nel febbraio 2006 (4), LEAP/E2020 desidera tuttavia ricordare che stiamo entrando a piè pari in un periodo senza alcun precedente storico. Come ha sottolineato a varie riprese da due anni il nostro gruppo di ricercatori, i raffronti con le crisi precedenti dell’economia moderna sono fallaci. Non si tratta infatti né di "remake" della crisi del 1929 né di una ripetizione delle crisi petrolifere degli anni ’70 o borsistiche del 1987. Si tratta veramente di una crisi sistemica globale, cioè che influisce sull’integrità del pianeta e per quanto riguarda direttamente le basi del sistema internazionale che sottende all’organizzazione planetaria da alcuni decenni. Per LEAP/E2020, è anche edificante constatare che due anni dopo la pubblicazione del suo famoso “Alerte crise systémique globale” che aveva simultaneamente suscitato l’interesse di milioni di lettori nel mondo intero e l’ironia accondiscedente della maggior parte degli "esperti" e "responsabili" del mondo economico e finanziario, tutti ormai sono convinti che c’ è una crisi, che è globale e, per la maggior parte di questi, che è forse sistemica. Tuttavia, il nostro gruppo resta sempre stupito dall’incapacità che hanno questi stessi esperti e responsabili di apprendere la natura del fenomeno che viviamo attualmente. A guardarla bene, questa crisi sistemica globale sarebbe soltanto un tipo di crisi "classica" ma solo più "grande". Così i mass media finanziari riflettono del resto le interpretazioni dominanti della crisi in corso. Per il nostro gruppo è un passo non soltanto intellettualmente pigro (5) ma moralmente colpevole poiché ha per principale conseguenza quella di non permettere ai lettori (che siano semplici cittadini, investitori individuali o responsabili di istituzioni private o pubbliche) di prepararsi alle scosse a venire (6). Così, contrariamente a ciò che si può leggere in quest’ultime settimane nei mass media dominanti, sempre rapidi a tentare di camuffare la realtà per servire gli interessi che li predominano, LEAP/E2020 desidera ricordare che è soprattutto negli Stati Uniti che questa crisi sistemica globale assume una forma senza precedenti ("la grande depressione US" come l’ha chiamata il nostro gruppo fin dal gennaio 2007 (7)) poiché è attorno a loro, e a loro soli, che si è gradualmente organizzato il mondo venuto fuori dalla seconda guerra mondiale. I vari numeri del GEAB hanno in gran parte spiegato questa situazione. Per riassumere, giudichiamo utile sottolineare che non è né l’Europa né l’Asia che hanno un tasso di risparmio negativo, una crisi immobiliare generalizzata che getta sulla strada milioni di cittadini, una valuta in caduta libera, deficit pubblici e commerciali abissali, un’economia in recessione e per coronare il tutto, guerre costose da finanziare. Non sono dunque né l’Asia né l’Europa (più esattamente `la zona Euro’) che subiranno le conseguenze più brutali, più durature e le più negative della crisi in corso; bensì gli Stati Uniti e i/le paesi/economie fortemente correlati/e agli Stati Uniti (ciò che i nostri esperti chiamano ormai il "rischio americano") (8). C’è infatti "découplage" tra l’economia US e quelle delle altre grandi regioni del mondo. Ma "découplage" non significa "indipendenza". È ovvio, come ha anticipato LEAP/E2020 da numerosi mesi, che l’Asia e l’Europa saranno interessate dalla crisi. "Découplage" significa in compenso che le evoluzioni dell’economia US e quelle delle altre grandi regioni del mondo ormai non sono più sincronizzate, che l’Asia e l’Europa evolveranno d’ora in poi secondo traiettorie che non saranno più determinate dall’economia US. La crisi sistemica globale segna in realtà l’inizio del ‘"découplage" tra l’economia US e quelle del resto del pianeta. Le economie non "sganciate" saranno del resto quelle trascinate nella spirale negativa americana.
Gli esempi d’esplosione della bolla immobiliare (2006) e finanziaria (2007) sono eloquenti. Infatti, la grande maggioranza degli operatori (non specialisti del settore interessato) ha scoperto che la "festa era finita" dopo l’inversione di tendenza. Durante tutto il periodo di rovesciamento (che dura in generale da 6 mesi ad 1 anno al massimo), la parola dominante ha continuato a sostenere che nulla cambiava e che le incertezze iniziali non avevano alcuna ragion d’essere; quindi, che i problemi sarebbero restati limitati al settore interessato e nei soli Stati Uniti. Quelli, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, che sono stati a sentire questo discorso oggi si mordono le dita poiché sono ormai prigionieri di case invendibili (a un passo dal sequestro) o vedono ogni giorno di più esaurirsi il valore delle loro azioni (9). Per quanto riguarda i mercati borsistici, il nostro gruppo aveva anticipato fin dall’ottobre 2007 che le borse mondiali avrebbero perso tra il 20% ed il 60% a seconda delle regioni nel corso dell’anno 2008. Oggi, noi dobbiamo rivalutare le nostre anticipazioni in direzione di un ribasso ancora più forte poiché, da un lato, le piazze borsistiche hanno in generale già perso tra il 10% ed il 20% dall’inizio dell’anno (1°), e poiché, d’altra parte, il crollo dell’economia reale negli Stati Uniti entro la fine dell’estate 2008 trascinerà tutte le borse mondiali in una spirale infernale.
Per LEAP/E2020, è verso un ribasso del 50% in media rispetto al 2007 che si orientano ormai le borse mondiali (anche nei paesi emergenti) (11). Questo tipo di rivalutazione è tipico del lavoro di anticipazione realizzato da LEAP/E2020. Noi cerchiamo ogni mese di distinguere le tendenze che si rafforzano o al contrario si indeboliscono per trarre le conseguenze necessarie a migliorare la pertinenza delle nostre valutazioni. Non cerchiamo "di avere ragione" (12), di "vendere" o "promuovere" nulla. Cerchiamo semplicemente e senza apriorismi di descrivere in anticipo le conseguenze concrete delle grandi tendenze nel nostro mondo in quest’inizio di XXI° secolo e farne parte i nostri lettori dei mezzi permettendo loro di premunirsi delle conseguenze più negative. In questo numero 22 di Global Europe Anticipation Bulletin, con in particolare il nostro allarme sul crollo dell’economia reale negli Stati Uniti a decorrere da settembre 2008, tentiamo nuovamente di avvertire coloro che sono interessati dalle conseguenze di questo evento importante che genererà disordini socio-politici molto gravi negli Stati Uniti (13) la cui economia sta veramente per crollare (14), cosa che avrà naturalmente ripercussioni molto pesanti su tutti i mercati finanziari e monetari e per l’economia mondiale. Non abbiamo ancora raggiunto il cuore della crisi.
Secondo LEAP/E2020, sarà raggiunto nella seconda metà del 2008.
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(1) Un film très instructif vient d’être présenté au Sundance Film Festival : I.O.U.S.A., réalisé par Patrick Creadon. En suivant le parcours de David Walker), US Comptroller General (et à ce titre en charge de contrôler les dépenses publiques du gouvernement fédéral), à l’occasion d’une série de conférences à travers les Etats-Unis sur l’état des finances publiques du pays, ce film traite de manière très directe des conséquences de la crise actuelle sur les Etats-Unis et les Américains. Sa sortie illustre combien en quelques mois la crise est sortie des débats d’expert et des conseils d’administration d’établissements financiers pour entrer dans la vie quotidienne des Américains.
(2) L’effondrement complet ces derniers jours du marché des obligations municipales américaines (les « Munis ») illustre la diffusion de la crise à tous les secteurs de la société américaine. Il représente un coup d’arrêt aux projets d’investissement public de l’ensemble des collectivités territoriales des Etats-Unis. Il est l’une des premières grandes victimes de l’implosion des « bonds insurers » qu’avait anticipée LEAP/E2020 dans le GEAB N°19. Et il démontre à nouveau combien les grandes banques sont désormais incapables de continuer à jouer leur rôle de financement de l’activité économique du pays. Sources : Financial Times, 13/02/2008 / Bloomberg, 14/02/2008
(3) Source : EconomicIndicators.Gov, Economics & Statistics Administration, US Department of Commerce
(4) Voir GEAB N°2, 15/02/2006
(5) La première raison qui empêche les « experts » de penser « l’impensable », ça n’est pas une question d’intelligence ; mais un problème « commercial ». En effet, cela les obligerait à revoir l’essentiel de leur « fonds de commerce » intellectuel (notamment leurs hypothèses traditionnelles de travail) et commercial (leurs « clients » n’apprécieraient pas de s’entendre dire qu’ils faisaient fausse route toutes ces dernières années).
(6) A ce sujet, soulignons le discours direct et sans fioriture de Mervyn King, patron de la banque centrale britannique, qui vient de prévenir ses concitoyens que la crise actuelle allait provoquer une baisse significative de leur niveau de vie. C’est un discours qu’hélas aucun dirigeant américain, y compris chez les Démocrates, ne semble prêt à tenir au peuple américain alors qu’il sera encore plus touché que le peuple britannique. Source : The Telegraph, 14/02/2008.
(7) Voir GEAB N°11, 15/01/2007.
(8) Dans ce numéro 22 du GEAB, l’équipe de LEAP/E2020 donne d’ailleurs une série de conseils pour aider les investisseurs à évaluer eux-mêmes le « risque américain » des différents pays, secteurs ou placements.
(9) Il en est de même pour tous ceux qui ont choisi d’écouter les discours dominants qui, tout au long des années 2006 et 2007, prétendaient impossible la montée du taux de change EURUSD vers 1,30, puis 1,40, puis désormais 1,50 … en attendant les 1,70 pour la fin 2008.
(10) Seuls les « marchands de rêve » peuvent encore imaginer un redressement boursier d’ici la fin de cette année, car la crise va aller s’accélérant.
(11) Il est utile de rappeler qu’en Janvier 2008, en un seul mois, les bourses mondiales ont vu disparaître en fumée 5.200 milliards USD. Source : China Daily News, 10/02/2008
(12) Même si indéniablement nous avons eu raison ces deux dernières années en ce qui concerne la crise systémique globale.
(13) Voir ‘Séquence 6 : 2° Trimestre 2007 – 4° Trimestre 2009 : « Très Grande Dépression » aux Etats-Unis, crise sociale et montée en puissance des militaires dans la gestion du pays’, GEAB N°18, 15/10/2007
(14) Les prévisions concernant les faillites de dizaines de banques aux Etats-Unis dans les deux ans à venir illustrent l’ampleur des problèmes à venir. Source : Reuters, 01/02/2008
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