TRANSNISTRIA. IL CASO PRORYV IN PROSPETTIVA.

 

di Florent Parmentier, traduzione dal francese di G.P.

fonte diploweb.com

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Vi proponiamo questo interessante articolo di Florent Parmentier sui vari movimenti giovanili di contestazione sviluppatisi, in questi ultimi anni, in alcuni paesi post-sovietici. Per la verità l’autore non ne parla criticamente (mentre chi legge questo blog sa benissimo qual’ è la natura di questi movimenti per l’importazione della democrazia contro regimi definiti autoritari) e sembra più preoccupato da un altro aspetto: tanto la Russia che la Transnistria (solo per citare qualche esempio) sembrano aver capito che occorre agire preventivamente affinché la loro gioventù non venga avvelenata dai tentativi statunitensi di egemonizzare il malcontento popolare e far così scoppiare altre “rivoluzioni di velluto”, come già accaduto in Georgia, in Ukraina o nel Tagikistan.

In pratica, l’establishment di questi paesi non allineati cerca di far radicare valori nazionali attraverso i quali la propria gioventù possa sentirsi partecipe della difesa del proprio paese contro le ingerenze esterne, occidentali in generale e statunitensi in particolare. E’ il caso del movimento giovanile transnistriano PRORYV del quale si parla in questo articolo.

G.P.

 

 

Con la creazione di un suo movimento della gioventù, la Transnistria vuole assicurarsi contro una eventuale "rivoluzione arancione". Così all’inizio del 2005, è stato creato questo movimento della gioventù da forze radicali transnistriane. Uno degli organizzatori è Dimitri Soin, un ufficiale del Ministero della Sicurezza di Stato della Transnistria. Stanislav Belkovski direttore dell’istituto nazionale di strategia a Mosca, è uno degli ispiratori di Proryv. Questa ONG riflette l’interesse in Russia per le "tecnologie politiche" e per l’approccio neo-eurasiatista.

 

 

Sono state chiamate "rivoluzioni colorate" una serie di proteste popolari contro i regimi semi-autoritari dei paesi post-comunisti. Quest’ultime sono state in particolare condotte da movimenti della gioventù, che agiscono con mezzi non violenti contro regimi percepiti come autoritari e corrotti. Si sono sviluppati al di fuori dell’opposizione dei paesi interessati, ma condividono l’obiettivo generale del cambiamento di regime. Queste organizzazioni si sviluppano secondo un modello orizzontale. Non hanno generalmente capi insostituibili o strutture centralizzate. Dispongono di un senso acuto della comunicazione, con loghi facilmente identificabili. La dinamica è stata innescata in Serbia prima di guadagnare gradualmente lo spazio post-sovietico. Il movimento studentesco Otpor ("resistenza") ha svolto un ruolo determinante nelle sollevazioni dell’autunno 2000 contro il regime di Milosevic. In seguito è stato il turno di Kmara ("abbastanza") partecipare "alla rivoluzione delle rose" dopo le elezioni legislative georgiane del 2003.

Il giovane presidente Saakashvili ha sostituito l’allora ex ministro degli esteri sovietico, Edouard Chevarnadze. La terza tappa post-comunista si svolge in Ucraina, in occasione delle elezioni presidenziali del 2004. La famosa "rivoluzione arancione" scoppia, in pieno inverno, sulla piazza centrale di Kiev, Maïdan. La presenza dell’ONG Pora ("è tempo") non è estranea alla mobilitazione massiccia degli ucraini contro le frodi elettorali." La “terza tappa”" viene a coronare Viktor Iouchtchenko a scapito del primo ministro, Viktor Ianoukovitch. Infine, la "rivoluzione dei tulipani" del Tagikistan nel marzo 2005 aveva fatto capitolare il presidente Akayev, grazie, in particolare, ai giovani attivisti di Kelkel ("rinascita e luminosità del bene"). Tuttavia, queste organizzazioni non riescono a stabilizzarsi come partiti politici nei vari paesi evocati. Infatti, la loro forza d’addestramento politico risulta meno importante della loro capacità di organizzare manifestazioni contro un regime al momento delle elezioni. Così, il movimento ukraino Pora si è diviso in due movimenti. Il sottogruppo "Pora nero" resta un movimento di resistenza civica di giovani, mentre l’altro, "Pora giallo", risulta più strettamente collegato ai partiti politici della “rivoluzione arancione". Quest’ultimo si è costituito in partito politico ed è entrato nella coalizione “La nostra Ucraina" di Viktor Iouchtchenko nel settembre 2007. Questi movimenti non sono tuttavia inarrestabili. L’organizzazione Zubr ("bisonte") non è attualmente riuscita a scuotere il presidente Loukachenko. Il movimento Oborona ("difesa") dispone di alcune centinaia di attivisti in Russia, ma la sua influenza resta marginale. Inoltre, gli stati dell’Asia centrale più autorevoli non sono preoccupati da questi movimenti, ad eccezione del Tagikistan. * In questo contesto, il caso dell’ONG transnistriana Proryv ("Sfondare") opera una interessante inversione. Come i suoi predecessori, si sostiene su una iconografia emblematica e sulla matrice delle azioni di piazza. Ma l’installazione di tende e la famosa fotografia in bianco e nero di Ernesto "Che" Guevara scelta come simbolo rimandano ad obiettivi politici di non ingerenza dell’occidente piuttosto che di riforme interne. A memoria, ricordiamo che la Transnistria è uno "Stato de facto" derivato da un conflitto con le truppe della Moldavia nel 1991-1992.

L’entità secessionista, non riconosciuta dagli altri paesi, cerca di legittimare la sua esistenza internazionale. I suoi dirigenti cercano di consolidare il loro potere, attraverso diverse strategie, fra cui l’esistenza di un pluralismo di facciata. La creazione di un suo movimento della gioventù, è un’assicurazione contro un’eventuale "rivoluzione arancione". Così all’inizio del 2005, forze radicali transnistriane hanno creato questo movimento della gioventù. Uno degli organizzatori è Dimitri Soin, un ufficiale del Ministero della Sicurezza di Stato della Transnistria. Tuttavia, se questo gruppo si sostiene sulla stessa logica di comunicazione dei movimenti precedentemente citati, non contesta la situazione politica locale. Tende al contrario a volere cambiamenti esterni – il riconoscimento dell’indipendenza transnistriana, come pure la non ingerenza dell’OSCE e degli Stati Uniti. Denuncia anche la "manipolazione della democrazia" ad opera delle rivoluzioni colorate. Inoltre, si è esteso anche in Ucraina, in Crimea, ma anche in Abhasia ed in Ossezia meridionale, repubbliche separatiste della Georgia. L’ONG è stata particolarmente attiva nelle manifestazioni contro la NATO, come in Crimea nel giugno 2006. Inoltre, essa porta il suo sostegno alla minoranza rutena in Transcarpazia, per indebolire il nazionalismo ukraino. Stanislav Belkovski direttore dell’istituto nazionale di strategia a Mosca, è uno degli ispiratori di Proryv. Questa ONG riflette l’interesse in Russia per le "tecnologie politiche" e per l’approccio neo-eurasiatista. Infatti, è uno di questi "politecnologi" che tentano di manipolare l’opinione, in particolare attraverso la pratica dello “kompromat”, o divulgazione di informazioni (reali o fabbricate) compromettenti. Nella stessa Russia, è l’organizzazione Nashi ("i nostri") che svolge questa funzione di contro-modello del tipo del Pora. Creato dopo la "rivoluzione arancione", questo movimento annoverava quasi 120.000 membri nel 2007 (dai 17 ai 25 anni). Queste organizzazioni segnano l’opposizione russa ai "cambiamenti di regimi" ed alle "rivoluzioni colorate".

 

Florent Parmentier