LA GRANDE BUFALA DEL GLOBAL WARMING di GLG e di G.P
Quest’oggi vi proponiamo due articoli sul riscaldamento del pianeta e sulla presunta origine antropogenica di tale fenomeno climatico. Il primo è di Franco Battaglia, scienziato e docente di Chimica dell’Ambiente che scrive su Il Giornale, mentre il secondo, tratto da Liberomercato, è di Francesco Ramella, ingegnere meccanico esperto di trasporti. Senza storcere il naso davanti alla fonti, le affermazioni di Ramella e di Battaglia sono supportate dagli ultimi dati scientifici e dalle ricerche effettuate da Istituti Indipendenti (o da riviste del settore come Nature) che confermano quanto andiamo dicendo, da qualche anno, sul terrorismo ambientale che tenta di diffondere una trasversale “ideologia del disastro”, utile tanto ad alcuni gruppi dominanti (i quali invocano tali problemi per far passare in secondo piano le forti contraddizioni sociali di questa fase) che ad un nugolo di presunti contestatori del capitalismo (traenti dalla “materia” laute fonti di finanziamento).
L’ideologia sistemica funziona, sempre, su più livelli sociali perché il suo compito precipuo è quello di sussumere le energie conflittuali della società, mescolandole a più asettici temi universali, potendo così meglio incanalarle in forme neutralizzate e non sovversive per lo statu quo. Vi invito a leggere il mio articolo che uscirà sul prossimo numero della rivista Comunismo e Comunità, dove si può riscontrare che già nel 1847 Marx faceva i conti con tutte queste ideologie utopistiche fomentate da una pletora di “protettori degli animali, promotori di associazioni di temperanza, riformatori di ogni risma sociale”. Come dire, la storia si ripete benchè secondo la specificità dei tempi.
Se in alto abbiamo gli Al Gore ed i Soros (uomini invischiati nel potere che si fanno carico di diffondere questi allarmismi in funzione di un disegno geopolitico perfettamente corrispondente agli interessi mondiali americani), in basso ritroviamo gruppi e personaggi che agiscono come ricettori di tali stimoli ideologici e che hanno il compito di diffonderli tra gli strati medio-bassi della popolazione (penso ai sostenitori della decrescita che da questi assiomi partono per descrivere i loro scenari apocalittici).
L’articolo di Battaglia è, sotto questo aspetto, un vero e proprio documento di demistificazione poiché, non solo ribadisce quanto le tesi sullo squilibrio climatico siano assurde se fatte derivare dall’attività umana (la quale, in verità, non ha quasi nessuna incidenza sui fenomeni di accrescimento della temperatura del pianeta), ma pone, al contempo, il problema della “resistenza ideologica”, in ambito scientifico, di tante teorie e congetture (dalle quali la scienza pur parte per scoprire la legalità dei fenomeni fisici) contraddette dagli esperimenti e dall’evoluzione degli stessi fenomeni osservati. Queste teorie continuano a vivere solo perché fanno comodo a qualche comunità scientifica ristretta che su di esse si è costruita il proprio riconoscimento sociale e il proprio bacino di finanziamenti (pubblici o privati, fa lo stesso).
In sostanza, abbiamo dati e studi scientifici i quali hanno dimostrato che, ad esempio, i tifoni non aumenteranno affatto, con lo scienziato Christopher Lansea che ha dovuto lasciare l’Ipcc (comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’ONU) per aver dichiarato la corrispondenza tra aumento della temperatura e detti fenomeni meteorologici. Inoltre, si è scoperto che i modelli sin qui utilizzati, per studiare le variazioni del clima, erano totalmente deficitari poichè non contemplavano l’azione delle correnti oceaniche (le quali agiranno costantemente sul clima per, almeno, i prossimi dodici anni, abbassando le temperature del globo). E l’acqua alta a Venezia? Mai stata così bassa. E i ghiacciai della Groenlandia? Crescono di cinque centimetri ogni anno contro le affermazioni di Al Gore, secondo cui il Global Warming stava rendendo instabile la calotta di ghiaccio groenlandese.
G.P.
di Franco Battaglia
Nel corso dello sviluppo della scienza si avanzano ardite congetture, alcune delle quali costituiscono la scintilla di ciò che col tempo viene salutata come rivoluzione scientifica. Nessuna congettura, per quanto ardita, è dalla scienza ignorata: è lo stesso metodo scientifico a imporlo. E ognuna che contenga elementi di verità li rivela quando viene indagata e messa alla prova; se, però, più la si indaga, più la congettura è sconfessata dai risultati di quelle indagini, allora essa è ritenuta fasulla. È questo il caso della congettura, durata ormai troppo tempo che addebita alla responsabilità umana il riscaldamento del pianeta. A darle un’altra batosta è un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista Nature: il cosiddetto «Global warming» per i prossimi dieci anni non ci sarà. Ulteriore conferma di quanto è pervicacemente ignorato: la terra non aumenta la sua temperatura per colpa delle attività umane. È la catastrofe dei catastrofisti, la fine di un falso mito esagerato ad arte. Non ne sono mancati nella storia della scienza: noti esempi sono il metodo omeopatico come terapia e la fusione fredda. E, curiosamente, rimangono in vita: tutti noi possiamo acquistare rimedi omeopatici in farmacia e non mancano rispettabili scienziati che della fusione fredda si sono innamorati. Ecco: innamorarsi delle proprie congetture è l’ultimo dei sentimenti concessi a uno scienziato.
Quanto all’effetto serra antropogenico, lo stato delle cose è oggi chiaro e semplice. Innanzitutto, il pianeta è già stato caldo più di ora: l’ultima volta lo fu durante i tre secoli di periodo caldo medievale. In secondo luogo, il trend al riscaldamento degli ultimi 300 anni è proceduto con oscillazioni in contrasto con la congettura che lo addebita alle attività umane. Infatti, nel periodo 1940-
Abbiamo speranze che tutta la faccenda del riscaldamento globale antropogenico venga relegata, prima o poi, tra le pseudoscienze? Se non è successo con l’omeopatia o con la fusione fredda, e se l’astrologia è tuttora una fiorente attività, non vedo cosa potrebbe giustificare quelle speranze.
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FARE LA SPESA A KM ZERO? UN ALTRO DANNO PER IL PIANETA di Francesco Ramella
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Non intendo prendere posizione, scegliendo tra Ramella (autore dell’articolo qui sotto pubblicato e ripreso da Liberomercato) e quelli con cui egli polemizza, quelli della spesa dietro l’angolo di casa. Non ho specifiche conoscenze al proposito e dunque mi esimo dall’elucubrarci sopra come fanno certi tuttologi da “bar sport”.
Sono semplicemente stufo del “politicamente corretto”, che ha già portato (per fortuna) molti guai alla sinistra e ne porterà (felicemente) anche a destra. Questo “politicamente corretto” viene presentato come un elenco di verità assiomatiche, indiscutibili, evidenti di per sé: il femminismo delle “quote rosa”, l’omosessualità dell’“orgoglio gay”, la facile “pietà” per tutti i pezzenti e miserabili anche se ormai sono divenuti incalliti delinquenti (le cui azioni sono subite dai ceti popolari e non da quelli medio-alti, dove allignano i “buonisti” che abitano nei migliori quartieri); e ovviamente le energie alternative, il buco dell’ozono, i ghiacci polari che si sciolgono e i mari che si innalzano, e il clima che ormai non si riconosce più con i tropici spostati verso le zone temperate, e la lotta agli OGM che chissà quali mutazioni genetiche comporteranno (e intanto portano milioni di euro a coloro che lottano contro di essi, com’è accaduto con l’ultima finanziaria del nefasto governo Prodi); e tante altre “azioni diversive” mentre incombono problemi sociali (e mondiali) gravi che nessuno affronta perché non “fa fine”.
Adesso è veramente ora di dire basta a questi sciocchi imbroglioni e imbonitori; ma veramente di bassa tacca, per cui è offensivo essere presi in giro da costoro, che rappresentano il “prodotto di scarto” della “civiltà europea” che, per il suo passato, avrebbe meritato una fine migliore. Quel che più irrita è che gli (in)esperti di sinistra, ma anche i loro corrispettivi di ben noti ambienti destrorsi, presentano simili “verità” con sussiego e aria di superiorità; e se hai qualche perplessità, ti guardano con commiserazione e fastidio perché non accetti di essere folgorato dalla loro “luce accecante”.
L’articolo di Ramella fa solo constatare che invece è possibile opporre obiezioni a simili “indiscusse verità”, che non esiste quindi alcun assioma, come invece sostengono certi superficiali e impreparati propagandisti di tutto ciò che è “alla moda”. Non so dunque chi abbia ragione (anche se nutro qualche “sospetto” in merito), ma è ora di finirla con il “politicamente corretto” e i suoi garruli sostenitori; di chiacchieroni – di sinistra o di destra, “per me pari sono” – ne abbiamo veramente piene le tasche, questa è l’unica verità indiscutibile.
GLG