L’ITALIA NUCLEARE (a cura di G.P.)
Quest’oggi vi proponiamo una intervista, apparsa su LiberoMercato di sabato scorso, all’Ad della Del Fungo Giera Energia, Domenico Libro, sulle centrali nucleari di quarta generazione. Tutti sapranno che, dopo le dichiarazioni del Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, si sono riaperte le polemiche su una questione che in Italia pareva definitivamente chiusa, a seguito dei risultati del referendum del 1987. Con quel referendum gli italiani decisero di mettere la parola fine alla produzione di energia nucleare sul suolo nazionale, anche in virtù dell’emozione collettiva suscitata dal disastro di Chernobyl, avvenuto nell’86.
Da quel momento l’Italia ha, dunque, smesso di produrre energia nucleare ma non di comprarla, il che è un evidente controsenso. Per altro, in paesi vicini come
Senza rigassificatori e senza centrali nucleari l’Italia è destinata a dipendere dagli altri per i suoi fabbisogni, nonchè dai capricci di un mercato che non potrà controllare in termini di prezzi e tariffe. L’Enel è già disposta a mettere in cantiere quattro centrali di terza generazione, da qui al 2020; la Del Fungo propone (con una joint venture italo-russa) centrali di quarta generazione che utilizzano come combustile le scorie prodotte dai vecchi reattori. Inoltre, la caratteristica principale di dette centrali è l’immersione del nocciolo nel piombo liquido che rende impossibili le esplosioni. Parlarne ed entrare seriamente nel problema non è un reato, checchè ne dica Legambiente.
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