PICCOLO COMMENTO di GLG
Mi scuseranno Emiliano e Rosario se non rispondo alla recensione, poiché tutto il mio lavoro (passato e quello che ancora spero di svolgere) è una risposta esauriente per chi vuol leggere con “nuovi occhiali” (i vecchi deformano la lettura). In particolare gli ultimi scritti messi nel sito – Tutto torna ma diverso e Sviluppo e rapporti sociali – sono, in alcuni incisi fatti, una risposta ante litteram ad una lettura en économiste di Marx e anche, si parva licet, del sottoscritto. Voglio solo ricordare che:
1) ho ripetuto spesso che il mio paradigma è di transizione e la mia teoria di fase; ho anche fatto riferimento alla famosa analogia engelsiana circa la faticosa scoperta dell’ossigeno dopo essersi arrovellati sul flogisto (ma senza quest’ultimo, e gli affanni su di esso, si sarebbe in fondo rimasti…..senza ossigeno). La mia partenza da List non ha infatti l’importanza che gli attribuiscono i due recensori, ma serve a mettere a fuoco la transitorietà delle teorie, e tanto più di quelle che – come la mia, imbevuta di insegnamento althusseriano – sono consce di muoversi sempre in mezzo all’ideologia; per cui il compito di ogni teorico successivo è svelare il limite ideologico del precedente, sapendo però di essere inevitabilmente dentro un’altra ideologia, il cui disvelamento sarà realizzato da altri; non però da chi è ancora dentro il vecchio involucro ideologico.
2) il mio “gioco vale proprio la candela”, perché rimanere abbarbicati al “passato” è espressione delle scelte (per me poco comprensibili) di certa sinistra, che nemmeno tenta di uscire dalle spire della sconfitta. Il richiamo alla Classe è fra i sintomi di una caparbia volontà di resistere nei ridotti di un fortilizio ormai in demolizione. Dalle ampie brecce di quest’ultimo trapela una vivida luce che chiarisce come gli amici recensori appartengano specificatamente alla sinistra “radicale” (residuale) mentre io sono figlio del comunismo (quello che si pretendeva scientifico, non comunque etico, e che si opponeva drasticamente alla sinistra). Dopo un lungo letargo, ho però preso atto che quel comunismo è finito da un pezzo, e che la sua teoria di riferimento, il marxismo, era una teoria sistematizzata in specie da Kautsky (e in parte da Engels); una grande teoria ridotta a farsa dagli epigoni. Fra i quali non metto Emiliano e Rosario proprio perché sono divenuti “di sinistra” (non quella opportunista, non quella dei “rinnegati”, ma pur sempre un fantasma del comunismo, ormai del resto tramontato da lunga pezza).
Detto questo, ringrazio comunque gli amici per il tempo che in fondo mi hanno dedicato; e li assicuro che provo molta simpatia e tanta stima per loro pur nel disaccordo; e forse non sentendomi rappresentato – nemmeno criticamente – in quello che hanno scritto. Per il resto, continuiamo per le nostre strade, le quali pur non convergendo avranno sempre modo, secondo la mia opinione, di avere degli interscambi. Proprio per questo, rinnovo l’invito ai due autori di inviare, se lo ritengono utile, i loro scritti: o al blog e sito oppure, se lo preferiscono, ad alcuni di noi personalmente. Saranno sempre i benvenuti.
Con un caloroso abbraccio
glg
PS. A scanso di equivoci e di polemiche superflue, chiarisco che il titolo della recensione (quella completa) di Emiliano e Rosario è stato messo perché a noi del blog sembrava che questo fosse anche un po’ il significato della stessa. Il sottoscritto non pensa nemmeno per sogno che un autore precedente a Marx – e fra l’altro anche un po’ “minore” – vada “oltre Marx”. Per il momento, a mio avviso, non c’è andato proprio nessuno. Tuttavia, resto fortemente convinto della necessità di arare il “terreno” onde prepararlo a “nuove semine”, ormai già in forte ritardo. List è stato una “scusa” (in effetti, ne ho parlato nella prima parte del primo saggio, ma poi sono andato per i fatti miei, come al solito). Stiamo per favore attenti alla lettura dei libri (di ogni sorta); come del resto a quella delle opere figurative o dei film, ecc. Ogni “testo” ha diversi livelli (strati) di lettura. In ogni caso, ribadisco che List nemmeno arriva alla caviglia di un Marx. In qualche parte del libro (vado a memoria) ho scritto che List ci è più utile di Ricardo (più utile, non più grande; e in questa fase storica, non in “assoluto” o “in generale”) e che Lenin ci è più utile di Marx (idem come sopra). Mi sembra piuttosto chiaro.