UN PASSO IN MARX E DUE DI LATO
(INTRODUZIONE di Gianni Petrosillo)
Vi proponiamo, sul nostro sito, il nuovo saggio di Gianfranco
Marx era riuscito a condensare (in maniera efficace e con grande capacità di sintesi), in appena una pagina, la sua concezione del modo di produzione (e di riproduzione) capitalistico, quella stessa elucubrazione che farà poi confluire (immutata nel suo nocciolo intuitivo ma massimamente articolata) nel I libro del Capitale.
Con un linguaggio riconoscibile ai “dottori del culto”,
Tale “spostamento” logico-teorico mette in funzione tutt’altro dispositivo di astrazione, che permette di analizzare la questione del presunto finalismo marxiano da una prospettiva critica. Il risultato è inequivocabile: viene mandato letteralmente in frantumi il vecchio teorema sul determinismo storico-economico di questi passi.
La verità è che le acquisizioni sul modo di produzione capitalistico, alle quali Marx giunge, sono state troppo frettolosamente archiviate dai suoi epigoni (e detrattori) entro una semplificazione en économiste, non aderente al complessivo congegno teorico marxiano. Nulla di più lontano quindi, secondo l’argomentazione di
Ciò che ne viene fuori, a mio parere, è un esempio illuminante di come andrebbe condotta la “lotta di classe nella teoria”, anche quando si parla di marxismo (non essendo quest’ultimo, al pari di altre scienze, avulso ai costanti superamenti paradigmatici del suo impianto originario, nonché alle stesse “inibizioni” ideologiche che lo condizionano ma che sono altrettanto inevitabili, poiché parte del modo umano di costruire il reale nel pensiero).
Pertanto, si può ben dire, seguendo Marx senza contraddirlo, che si deve sempre partire dalla storia singolare, dal “determinato livello di sviluppo sociale”, dalla formazione sociale nella quale ci si trova “invischiati” (ecco l’antideterminismo marxiano messo in primo piano), dal capitale in quanto complesso di rapporti sociali, per spiegare la nostra epoca, servendoci dei molti materiali già a disposizione e rileggendo, in questa chiave, anche le basi teoriche anteriori. Così, prendere spunto da testi considerati già spremuti (e dai quali si pensa di aver ricavato tutto) può concorrere a chiarire il fondo epistemologico di un pensiero e delle sue forme, soprattutto laddove l’opera di disincrostazione dei sedimenti interpretativi posteriori è necessaria per liberare il suo nucleo logico. Ed, infatti, con questo lavoro di detour teorico, le lacune euristiche del marxismo “classico” vengono portate allo scoperto, non negli aspetti accidentali ma in quelli più sostanziali che attengono alla stessa legalità del processo storico “rivelato” (il termine non è casuale) secondo le sedicenti leggi imperiture del materialismo.
Le tesi arbitrarie e ieratiche, con le quali l’accademia crede di aver definitivamente chiuso i conti con Marx, si sbriciolano alla luce della lezione che dà
Questa volta mi aspetto che i “sordi” si mettano finalmente in ascolto. Ma non mi faccio illusioni perché la loro attenzione sarà simile ad un riflesso pavloviano, quello che si aziona quando l’ortodossia, sfidata sul suo stesso terreno, chiama le sue orde armate di idiozia alla serrata dei ranghi. Non nutro dunque grandi speranze su questi custodi della fede marxologica i quali, messi di fronte a contenuti che contrastano con la loro lettura pedante e indifferenti alla stessa mutevolezza delle condizioni e dei processi storici, storceranno sicuramente il naso.
Eppure, si può forse affermare che i nostri limiti, in campo teorico, sono gli stessi di Marx? A Marx dobbiamo quasi tutto, ma è un tutto che deve essere riportato all’oggi, alle nostre esperienze, alla formazione sociale nella quale viviamo. Il debito nei confronti della teoria marxiana non ci consente di ipotecare la nostra comprensione del mondo attuale.
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link:
http://www.ripensaremarx.it/un%20passo%20in%20Marx.pdf
http://www.ripensaremarx.it/GIANFRANCO%20LA%20GRASSA.pdf
[*] Si tratta solo della prima parte ("Il passo in Marx") di un vero nuovo libro che comprenderà poi i "due di lati" (da sviluppare). Un libro che potremmo definire "quasi programmatico".
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PS. Da oggi i commenti del blog sono disattivati perché mi assenterò fino al 25 agosto. Ci rivediamo per quella data. Comunque troverete sicuramente in linea gli articoli di Gianfranco che è in grado di postarli da solo.
Saluti a tutti
G.P.