La recessione di P. Pasolini (a cura di A. Berlendis)


[NDR, vi invitiamo ad andare sul link del nostro nuovo bollettino telematico, ancora in costruzione. Per ora pubblichiamo lì un intervento di A. Berlensis su Pasolini, in occasione dell’anniversario della sua morte. Anche la poesia sotto pubblicata è stata indicata da A. Berlendis. Cliccare qui oppure accedere tramite il sito, dalla voce "Bollettino Strategico"].

Rivedremo calzoni coi rattoppi

rossi tramonti sui borghi vuoti di macchine

pieni di povera gente che sarà tornata da Torino o dalla Germania

I vecchi saranno padroni dei loro muretti come poltrone di senatori

e i bambini sapranno che la minestra è poca e che cosa significa un pezzo di pane

E la sera sarà più nera della fine del mondo e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni

e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino

L’aria saprà di stracci bagnati tutto sarà lontano

treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno

E città grandi come mondi saranno piene di gente che va a piedi

con i vestiti grigi e dentro gli occhi una domanda che non è di soldi ma è solo d’amore

soltanto d’amore

Le piccole fabbriche sul più bello di un prato verde

nella curva di un fiume nel cuore di un vecchio bosco di querce

crolleranno un poco per sera

muretto per muretto lamiera per lamiera

E gli antichi palazzi

saranno come montagne di pietra

soli e chiusi com’erano una volta

E la sera sarà più nera della fine del mondo

e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni

L’aria saprà di stracci bagnati tutto sarà lontano

treni e corriere passeranno

 ogni tanto come in un sogno

E i banditi avranno il viso di una volta

con i capelli corti sul collo

e gli occhi di loro madre pieni del nero delle notti di luna

e saranno armati solo di un coltello

Lo zoccolo del cavallo toccherà la terra leggero come una farfalla

e ricorderà ciò che è stato il silenzio il mondo

e ciò che sarà. 

 

Pasolini  da "La meglio gioventù’