GLI OGM SONO PERICOLOSI? di G.P.

Vi proponiamo la seguente lettera, indirizzata da alcuni parlamentari del PDL, al Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, sulla penalizzazione che subirebbe la ricerca in ambito Ogm nel nostro paese. Non siamo scienziati e quindi ci limitiamo a riportare le diverse posizioni, però  nella consapevolezza che si fanno ancora troppe speculazioni e strumentalizzazioni su un tema delicato la cui rilevanza scientifica, sociale ed economica potrebbe rivelarsi fondamentale.  E’ indubitabile che in Italia esiste un partito, del tutto trasversale, che demonizza gli studi sugli organismi geneticamente modificati appellandosi ad un culto antiscientifico ed antimoderno del tutto scriteriato, volto, così si dice, a preservare il patrimonio di tradizioni (questa frontiera romantica del XXI secolo) contro il progresso "distruttore" dei legami comunitario-naturali. Queste resistenze sono il più delle volte ingiustificate e servono a far guadagnare consenso e fondi pubblici (Mario Capanna docet) a personaggi senza alcuna competenza scientifica che si improvvisano paladini della salute umana e di quella ambientale. Innanzitutto occorrerebbe dire che non esiste attività umana che non comporti delle esternalità negative e, in secondo luogo, senza un’oggettiva un’analisi costi-benefici non potremo mai capire fin dove è possibile spingersi anche in tale campo.

Il progresso è stato sempre accompagnato dalle resistenze degli uomini perché quest’ultimi temono di soccombere o di perdere qualcosa nella fasi di grande cambiamento e trasformazione che non danno punti fermi nè certezze. Nelle varie epoche storiche, a fare da battistrada a tutti gli altri si sono sempre poste le forze più reazionarie della società le quali, con sentimentalismi di varia natura, hanno tentato costantemente di portare gran parte dei settori sociali dalla loro parte, col fine esclusivo di conservare i propri privilegi. Probabilmente anche per gli OGM vale questa situazione, ma non ha alcuna validità il pensiero di chi pretende di giungere a quella fatidica soglia del rischio-zero (perchè essa non esiste) prima di accettare che gli stessi vengano introdotti in Italia. Certo vi è una differenza tra ricerca sugli  OGM e introduzione degli stessi sui banconi dei supermercati. Proprio per questo si deve pretendere che il cittadino abbia tutte le informazioni per capire ciò che sta comprando. Personalmente non sono contrario a che gli OGM siano diffusi nelle nostre colture e nei nostri mercati, ma pretendo di conoscere in anticipo, con etichette chiare, la provenienza e la natura degli alimenti che acquisto. Verso gli OGM vengono rivolte una serie di accuse legate soprattutto ai rischi che essi provocherebbero e che possono essere così suddivisi:

1)rischi per la salute umana

2)rischi per la biodiversità

 

Tra i primi rischi, vengono annoverati quelli per cui i prodotti OGM sarebbero allergenici. Ma tanti altri alimenti lo sono se vi è una predisposizione primigenia o intervenuta dell’individuo (si pensi agli shock anafilattici per l’ingestione di fragole, gamberetti, arachidi ecc.ecc.)

 

Tra i secondi rientrerebbe invece una fantomatica perdita della biodiversità, legata al fatto che gli OGM agirebbero sulle altre specie vegetali contaminandole e debellandole, in virtù dei vantaggi selettivi a loro derivanti dalla manipolazione dei geni introdotta dalla scienza.  Vorremmo, ad ogni modo, ricordare che la riduzione della biodiversità è comunque sempre avvenuta proprio a causa delle pratiche agricole messe in atto dall’uomo. Queste sicuramente continueranno a generare scompensi a prescindere dalla diffusione degli OGM. Altro problema riguarda le manovre disoneste delle multinazionali che tentano di immettere sul mercato semi ibridi che non si riproducono o che si producono poco, cosa che costringe i contadini a doversi rivolgere sempre alle stesse per acquistarne di altri. Si tratta di un falso problema che non inficia la possibile convenienza degli OGM in quanto si tratterà di regolare, con leggi serie e inflessibili, tali arbitrii, impedendo a chicchessia di sfruttare le conoscenze scientifiche in suo possesso ai danni della collettività. Come detto non vogliamo imporre una verità assoluta ma almeno invitare ad un ragionamento sereno ed obiettivo su queste problematiche. Buona lettura

 

 

 

Ministro Prestigiacomo, non penalizzi gli Ogm

Lettera aperta al Ministro Stefania Prestigiacomo da Il Giornale del 2 dicembre 2008

Gentile Ministro
come Lei sa, la comunità scientifica sembra significativamente concorde nell’escludere che dalle biotecnologie agro-alimentari discendano rischi accertati per la salute umana e per gli equilibri ambientali.

D’altra parte, i cosiddetti piani di coesistenza definiscono i criteri operativi da adottare perché l’agricoltura OGM non danneggi né precluda le colture convenzionali e biologiche.
Se dunque la maggioranza degli esperti continua, ormai da tempo, a rassicurare con robusti argomenti l’opinione pubblica e i decisori politici, le motivazioni ideologiche “inquinano” il dibattito e non consentono un’analisi concreta.

Il paradosso, nel caso italiano, è quello di un Paese che da un lato ha decretato una moratoria di fatto sulla coltivazione e sulla ricerca in campo aperto degli organismi geneticamente modificati e dall’altro “dimentica” che il 90 per cento dei mangimi italiani, inclusi quelli impiegati nelle filiere di qualità, è etichettato come OGM. Allo stesso modo, in Italia ed in Europa, molti sembrano “dimenticare” quanto le colture OGM possano accrescere la capacità produttiva dei paesi più poveri, contribuendo a soddisfarne il fabbisogno alimentare. Come ha riconosciuto il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, le forti limitazioni imposte alla ricerca e allo sviluppo delle biotecnologie agroalimentari in Europa stanno provocando un gap di competitività del Vecchio Continente rispetto ai maggiori paesi esportatori, che potrebbe avere conseguenze molto negative per l’intera agricoltura europea.

Gli ostacoli all’importazione di OGM dal resto del mondo rischiano di provocare in Europa un aumento dei prezzi delle commodity agricole, con pesanti conseguenze sul futuro del settore dell’allevamento. L’ambiguo atteggiamento europeo, d’altro canto, è palesemente in contrasto con gli impegni assunti in sede WTO. Vi è il rischio concreto che gli Stati Uniti possano reagire imponendo sanzioni all’importazione di prodotti europei: in quel caso, sarebbe l’economia italiana a pagare le conseguenze più dure, a partire dal comparto del vino.

Nel Consiglio Europeo del 4 e 5 dicembre, la presidenza di turno francese proporrà ai ministri dell’ambiente di includere delle obbligatorie “valutazioni di natura socio-economica” nei già complessi e difficili processi di approvazione delle coltivazioni di OGM. A differenza delle valutazioni scientifiche, che garantiscono la sicurezza delle colture o delle produzioni OGM, i criteri di compatibilità socio-economica sembrano introdurre limiti surrettizi all’ingresso di nuovi produttori agricoli e insostenibili barriere non tariffarie nel commercio con gli altri paesi produttori.

Lungi dall’essere una difesa per l’ambiente e per la qualità dell’alimentazione, i vincoli politici e burocratici sulla coltivazione e il commercio di prodotti agricoli geneticamente migliorati potrebbero provocare un aumento dei prezzi interni, la perdita di competitività del settore agro-alimentare italiano, la preclusione di un fondamentale “filone” di ricerca applicata e la chiusura per i produttori italiani dell’importante mercato nord-americano.

Il governo Berlusconi, con l’apporto delle regioni, ha mostrato nelle ultime settimane un approccio molto pragmatico, avviando un percorso che potrà permettere in tempi ragionevoli di avviare nel nostro paese la sperimentazione delle coltivazioni OGM in campo aperto. Contiamo sul fatto che l’Italia partecipi con il medesimo spirito al Consiglio Europeo, operando per evitare che vengano adottate ulteriori misure restrittive sugli OGM.

I parlamentari del Pdl: Benedetto Della Vedova, Giorgio Stracquadanio, Giuliano Cazzola, Enzo Raisi, Lucio Malan, Santo Versace, Lella Golfo, Giuseppe Moles, Roberto Tortoli, Peppino Calderisi, Chiara Moroni, Fabio Gava, Raffaello Vignali