LA "SAVIA" DI SION 2 di A. Berlendis

Nella trasmissione ‘Annozero’ di ieri sera, con estrema tronfiaggine Lucia Annunziata ha professato la necessità di una superiore razionalità (poi si è capito che anche lei aspira a far parte del popolo degli ‘eletti da Dio’), rispetto a chi osava ricordare l’antedente storico-politico, della distinzione tra occupanti colonialisti (Israele) ed occupati (il popolo palestinese),ed il conseguente diritto di questi ultimi a resistere.

 

I contenuti  di questa annunziata razionalità superiore  li aveva esternati nella risposta che ha dato ad un lettore su ‘La stampa’ ( ripresa da ‘Il foglio’, del 12 gennaio 2009) :

"Su Israele pesa sicuramente un pregiudizio : non ho mai assistito allo stesso livello di emozione e di mobilitazione quando veniva fatto saltare in quel Paese un mercato, un bus, una scuola, una discoteca …Appena lo Stato ebraico si muove c’è invece un immediato soprassalto delle coscienze. Molto poco si ricorda peraltro in questi giorni che Hamas è un’organizzazione terrorista, con stretti contatti con Hezbollah in Libano, e finanziata e armata dall’Iran."

 

Alla novella portatrice della suprema razionalità sionista rammentiamo gli antecedenti storici che fondano le ragioni politiche del popolo palestinese, sotto occupazione coloniale , attraverso le parole di due studiosi israeliani.

 

La linguista israeliana  Tanya Reinhart ha scritto : "Lo Stato di Israele fu fondato ne l1948, dopo la guerra che gli israeliani chiamano d’indipendenza e i palestinesi Naqba, la catastrofe. …Durante la guerra del 1948, l‘esercito isrealiano cacciò dalla sua terra oltre la metà della popolazione palestinese che all’epoca era composta da 1milione 380 mila individui e, nosnostante fontio ufficiali affermarsero che per la maggior parte si trattava di persone fuggite e non espulse, Israele s irifiutò di concedere l’autorizzazione al loro rientro, come imponeva una risoluzione approvata dall’Onu al termine del conflitto. La Terra di Israele fu dunque conquistata grazie a un’ operazione di pulizia etnica, l’allontanamento di chi vi risiedeva, i palestinesi." (‘Distruggere la Palestina.‘ Tropea editore pag 9)

 

Lo storico israeliano Ilan Pappe ha scritto : "Nel costruire il proprio Stato-nazione, il movimento sionista non condusse una guerra che ‘tragicamente, ma inevitabilmente’ portò all’espulsione di parte della popolazione nativa, ma fu l’opposto : l’obiettivo principale era la pulizia etnica di tutta la Palestina. […] L’autore manifesta "la profonda convinzione che la pulizia etnica in Palestina debba radicarsi nella nostra memoria come crimine contro l’umanità", un atto criminale di cui i "respondsabili non sono sconosciuti–sono un gruppo specifico di persone : gli eroi della guerra ebraica d’indipendenza […] Questa cricca preparò i piani per la pulizia etnica e ne controllò l’esecuzione fino allo sradicamento di metà della popolazione autoctona palestinese." (‘La pulizia etnica della Palestina.’ Fazie editore pag 9-17)
 

Per  concludere vorrei richiamare il titolo l’estremamente significativo di  articolo della Reinhart del 14 luglio 2006 :"L’attacco degli Hezbollah ? È l’unico atto di solidarietà per Gaza"