LA FORMA PARTITO a cura di G.P.
Vi invito a leggere due interventi (
A mio modo di vedere, ci troviamo in una fase di gestazione che ci impedisce di immaginare, in astratto, quale sarà la sostanza organizzativa più adeguata a strutturare l’azione politica dei dominati, in un’epoca di grandi trasformazioni sistemiche. Il problema è sempre quello posto da Lenin: senza teoria rivoluzionaria nessuna rivoluzione, ma, ugualmente, senza pratica-teorica (cioè, senza la capacità di saper "praticare" la teoria) nessuna comprensione (ed azione trasformatrice) del(sul) mondo circostante.
La nostra cassetta degli attrezzi teorici è quasi vuota, i pochi strumenti (categorie concettuali) ancora a nostra disposizione non contribuiscono a rendere intelligibili le contraddizioni principali di questa fase storica e si moltiplicano gli errori di misurazione che ci conducono "fuori comprensione" dell’effettiva dinamica capitalistica.
Per dirla con le parole di Althusser, esiste “un vuoto della pratica e, dunque, della teoria” che ci impone un impegno gravoso e difficile, quello di capire cos’è che si è definitivamente rotto nel nostro sistema teorico di riferimento. Per adempiere a ciò non abbiamo molte alternative, se non quella di ripartire dalla congiuntura, da questa maledetta fase che ci rende inani sol perché continuiamo ad ignorare i segnali che essa ci invia.
“Che cosa significa pensare nella congiuntura? …Significa, innanzitutto, tener conto di tutte le determinazioni, di tutte le circostanze concrete esistenti, facendone il censimento, il rendiconto e la comparazione…la congiuntura non è, dunque, il semplice rilevamento dei suoi elementi, l’enumerazione delle diverse circostanze, ma il loro sistema contraddittorio, che pone il problema politico e indica la sua soluzione storica, facendone ipso facto un obiettivo politico, una sfida pratica". Il problema è, hic et nunc, saper raccogliere questa sfida pratica nella giusta maniera teorica.