IL "GIUSTO" E LO "SBAGLIATO" di GLG

Veltroni ne ha detta una di giusta: “il Governo sottovaluta la crisi”. L’ha però detta giusta poiché il Governo fa la cosa sbagliata. Se il Governo fa una cosa giusta, si può allora essere sicuri che Veltroni dice quella sbagliata. Ormai destra e sinistra hanno l’unico scopo di lanciarsi improperi e battute (assai poco spiritose) – solo nella forma si comportano un po’ diversamente che nel Grande Fratello o nei vari talk shows televisivi – e appena uno afferma bianco, l’altro controbatte nero. Della crisi Veltroni – e l’intera sinistra – non capisce un piffero, come qualsiasi altro.

I G7 si sono riuniti e hanno deciso – si poteva immaginare qualcosa di diverso? – di collaborare. Il “grande” Tremonti ha affermato, con piena solidarietà degli altri, che occorrono “nuove regole per un nuovo ordine economico coerente con il capitalismo e il mercato globale”. Evviva, siamo ancora alla globalizzazione dei mercati. Adesso, si, che stiamo tranquilli! D’altronde, ormai non c’è molto da aspettare per vedere sputtanati tutti questi “Soloni” che chiacchierano in libertà. Diciamo un anno o due? Forse due sono già troppi. E assisteremo anche al calare della popolarità e del consenso di Obama. Se qualcuno crede che sia contento di tutto ciò, si sbaglia. Non sono come certi “marxisti” fessi e certi “comunisti” rimbambiti, che non aspettano altro che di assistere al crollo del capitalismo.

Non vedranno alcun crollo dell’intero sistema, le macerie che si creeranno seppelliranno loro prima degli altri; e tutti ne dovremo passare di poco piacevoli. Anche le soluzioni politiche non saranno certo, nemmeno alla lontana, simili alla “grande rivoluzione proletaria” che sognano miserrimi gruppetti di coglionazzi. Comunque, non sto adesso a ripetere quanto sostenuto più volte. Aspettiamo e ci “divertiremo” (molto ma molto poco). Non semplicemente per la crisi economica, ma ancor più per lo sfacelo di cervelli e rapporti sociali, che comporterà difficoltà non indifferenti per ricucire gli strappi che si produrranno; ci vorrà del tempo e non poche sofferenze. E non si è nemmeno sicuri che ciò servirà da insegnamento (anzi!).