"PICCOLO UOMO" di GLG

In pieni anni trenta, all’approssimarsi della seconda guerra mondiale, Brecht scriveva in Breviario tedesco:

 

˂˂QUELLI CHE STANNO IN ALTO

 

Si sono riuniti in una stanza.

Uomo che sei per la via

lascia ogni speranza.

 

I governi

firmano patti di non aggressione.

Piccolo uomo,

firma il tuo testamento. ˃˃

 

Ora, si può parafrasare questa poesia ogni volta che si riunisce il G7, poi allargato a 8 (con la Russia); ecc. ecc. Quando questi “potenti della Terra” si riuniscono per prendere energiche misure contro la crisi, è bene che il “piccolo uomo della strada” faccia scorta di “mutande di ferro”. Se si tuona, un giorno si e l’altro pure, contro il protezionismo, garantendo che non verrà abbandonato il “libero mercato” (e la “meravigliosa” globalizzazione, che già ci ha portato ai disastri attuali), il “piccolo uomo” è bene capisca che “questi qui” non capiscono “una mazza” della crisi che avanza. Come dice l’ottimista Berlusconi: “questa crisi non è ancora ben definita e fa paura”. I repubblicani americani, fondamentalmente liberisti, si sono opposti (salvo tre) al piano anticrisi di Obama, accusandolo di protezionismo ed egoismo poiché ha invitato a “comprare americano”. Questo mentre al G7 (e, in certi momenti, 8) c’era anche il rappresentante statunitense, che blaterava in favore della libera globalizzazione mercantile.

Ormai, è proprio tempo che noi, “piccoli uomini”, ci prepariamo a doverne passare di ben brutte; nel mentre questi “grandi esperti e decisori” continueranno a inventarsi “energiche” e “definitive” mosse che “stroncheranno” la crisi (solo nelle loro ciance a vuoto). Non sanno nulla di nulla; credono di combattere a parole l’“anarchia dei mercati”, che è soprattutto una totale carenza di comprensione delle “leggi” del capitalismo dove tutto è affidato alla “libera iniziativa” di tanti “soggetti”, ognuno dei quali in realtà cercherà di salvarsi senza badare alle prediche di “autorità politiche” del tutto vacue e pasticcione. Corriamo veramente di nuovo pericoli gravi, anche di pesante involuzione politica.

E’ del tutto stupido e controproducente non ammettere che la crisi del ’29 ebbe un impatto minore in Italia che negli altri paesi “democratici”. Ancora più idiota non ammettere che, dopo l’ascesa del nazismo nel 1933, in un anno e poco più fu risolto lo sfascio indotto dalla Rebubblica di Weimar; nel 1934, al congresso nazionalsocialista a Norimberga (e dopo il regolamento di conti con le squadracce delle SA di Röhm), il Pil era tornato ai livelli ante-crisi e i disoccupati scesi da 6 a 1 milione. Ci si ricorderà però anche che cosa tutto questo preparò in fatto di tragedia immane nel giro di pochi anni. Tuttavia, i popoli vogliono star meglio; solo chi sta al caldo, ben nutrito e senza fare il minimo calcolo su quanto gli occorre per condurre una vita perfettamente agiata, quando non addirittura lussuosa, si permette di invitare gli altri a pensare ai “grandi ideali” di “libertà e democrazia”. Deficienti, o più probabilmente mascalzoni, patentati. Si deve vivere, e senza regredire a più bassi livelli; considerati “materiali” e “volgari” solo dai suddetti benestanti e ricconi. Chi non lo capisce finisca pure in campi di sterminio; è quello che si merita. Il fatto è che ci trascina tutti nel baratro, questo buffone e cialtrone! Chi ha un po’ di cervello a questo dovrebbe cominciare a pensare; altro che a difendere la Costituzione o altre fesserie del genere!

PS Poiché c’è sempre chi, in mala fede, vuol fraintendere ciò che si scrive, preciso che la fesseria non è la Costituzione (pur se penso che questa non deve più essere un feticcio, e mi sembra veramente vecchiotta), bensì la difesa formalistica della stessa – penso soprattutto ad alcuni dementi dei gruppetti di “ultrasinistra” – in una situazione in cui il primo pensiero va invece rivolto alla gravità della situazione reale, che non è soltanto quella economica (comunque anche questa!). C’è stato un tempo in cui i comunisti (da non confondere mai con la sinistra, che era al massimo la socialdemocrazia) criticavano ogni vuoto formalismo e conoscevano l’importanza di un’analisi della situazione concreta, “reale” (pur se la realtà è sempre interpretata). Oggi, poiché sinistri finti radicali non sanno più nemmeno distinguere l’oro da un qualsiasi vile metallo di color giallastro, questi personaggi, da buttare al macero, rompono i coglioni con tutte le più enormi demenzialità. In questo senso, loro, si, meriterebbero di essere sterminati come tanti insetti; solo che poi ci trascinano a fondo tutti (cioè la maggior parte di noi; chi se la riderà ci sarà comunque). Si pensi allora ad almeno metterli a tacere e “in castigo dietro la lavagna”. Non sono solo scarsi di cervello, ma anche piccoli, miserabili, ambiziosi che spererebbero di conquistarsi qualche posticino al sole, qualche “refurtiva” da “ladri di polli”.