L’ITALIA? AGLI STRANIERI!

Le vicende del risiko bancario, delle scalate tentate e di quelle riuscite, nonchè di quelle in programma, mostrano quanto l’Italia sia divenuta preda di appetiti famelici da parte di chi, come il vecchio establishment, ha bisogno di risorse immediate per riparare alla perdite economiche di questi anni, ma anche da parte di una certa finanza straniera (a dominanza euroamericana) che ha capito che il "Bel Paese" è praticamente in (s)vendita. In realtà il ruolo di provincia (euro)americana dell’Italia diviene sempre più evidente, non si sente quasi più nessuno dire cose fuori dal coro e quando lo si fa  si tira fuori l’italianità da preservare contro lo straniero invasore, non prima di essersi ovviamente assicurati l’appoggio di altri gruppi e banche che certo non sono italiani. Come dire, ci sono stranieri meno stranieri a seconda che si collochino pro o contro i poteri forti attualmente dominanti, per alcuni di questi "falsi fratelli" si avviano semplificate procedure di naturalizzazione. Basta guardare agli  isterismi manifestatisi con la fusione tra Albertis e Autostrade che hanno scatenato le ire di alcuni politici di centro-sinistra, i quali hanno gridato allo scandalo per la perdita di un’altra proprietà italiana. Questi stessi politici avevano attaccato Fazio per la sua poca lungimiranza (e scarso senso del libero mercato) quando il governatore voleva impedire la  scalata di Antonveneta e BNL da parte degli olandesi (Abn Amro) e spagnoli (Bilbao).

In realtà il fumo negli occhi di questi mesi e la gran parte delle operazioni messe in atto, sono da considerarsi azioni preparatorie per il grande colpo. Certamente il boccone più prelibato sono le Generali. Il triangolo della finanza  italiana potrà consolidarsi attraverso un blocco di potere  che partirà dalla fusione tra Capitalia e Intesa, e si indirizzerà a Generali e Mediobanca. Quest’ultima è la chiave di volta per scardinare il chiavistello delle assicurazioni citate. Chi riuscirà a completare l’operazione si aggiudicherà risorse finanziarie adeguate per attivare ulteriori strategie d’attacco. Speriamo che la partita si chiuda presto, perchè in ogni caso, il popolo italiano non ne otterrà alcun vantaggio, anzi le annunciate manovre sul debito pubblico fanno proprendere per un ulteriore stretta della cinghia.

Occorrerà vedere come il nuovo governo si collocherà rispetto alle situzioni anzidette, anche se i nomi che circolano e le politiche che si preparano non lasciano adito a dubbi. Cercheremo di capire come il Presidente operaio della nostra Camera riuscirà a conciliare il suo pseudo-comunismo con il ruolo istituzionale che s’appresta a svolgere. Ma già la sua condanna del 25 Aprile contro "gli intolleranti" che bruciavano le bandiere israeliane in piazza è un buon inizio codino della scelta operata dal "leader maximo" in favore del Politically Correct (P.C.).