I TARTASSATI ( di Franco D’Attanasio)

Nel bel mezzo di questo gran casino sulla legge finanziaria, in special modo di quello scoppiato a riguardo della diatriba se paghino o no di più i ceti medi, se effettivamente c’è stata o meno una pur minima redistribuzione della ricchezza ecc. ecc…, capendoci effettivamente ben poco, sia perché sono ignorante in materia  e sia perché la stragrande maggioranza dei mezzi di (dis)-informazione lavora a pieno regime per far in modo che il popolo rimanga sospeso e sia condannato a rimanere in uno stato confusionale permanente, di modo che i potenti, continuando a recitare le parti che questa “democrazia” conferisce loro, possano continuare ad imperversare e ad “ingrassare” senza più ritegno alcuno né senso della misura, nel bel mezzo di un periodo di vero e proprio decadimento culturale, morale ed etico, mi sono preso la briga di cercare di capirci qualcosa facendo una piccola ricerca.

Bene, son partito da un caso concreto (che poi sarebbe il mio) di un impiegato metalmeccanico di sesto livello con moglie e figlia (una) a carico. Ho preso il modello 730 relativo ai redditi dell’anno 2005 ed il testo integrale della legge finanziaria 2007. Quest’ultimo recita al Capo II (DISPOSIZIONI IN MATERIA DI IRPEF E DI ASSEGNI PER IL NUCLEO FAMILIARE) quanto segue:

“Art. 3 (IRPEF) 1. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all’articolo 3, relativo alla base imponibile, nel comma 1, le parole "nonché delle deduzioni effettivamente spettanti ai sensi degli articoli 11 e 12" sono soppresse; b) l’articolo 11 è sostituito dal seguente: "Articolo 11 (Determinazione dell’imposta). 1.

L’imposta lorda è determinata applicando al reddito complessivo, al netto degli oneri deducibili indicati nell’articolo 10, le seguenti aliquote per scaglioni di reddito: a) fino a 15.000 euro, 23 per cento; b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 27 per cento; c) oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro, 38 per cento; d) oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro, 41 per cento; e) oltre 75.000 euro, 43 per cento.”

Il mio reddito complessivo relativo all’anno 2005, così come risulta dal modello 730, ammonta ad euro 27.830, gli oneri deducibili ad euro 23, la deduzione per la progressività dell’imposizione (art. 11 del TUIR) ad euro 1.642, la deduzione per oneri di famiglia (art. 12 del TUIR) ad euro 4.402. Da ciò deriva un reddito imponibile di euro 21.763 su cui applicare la vecchia aliquota (26%), per ottenere così un’imposta lorda di 5.005. A questo punto consideriamo l’articolo 3 così come è stato modificato, in particolar modo la parte in grassetto: volendolo applicare al reddito complessivo sopra considerato, il reddito imponibile dovrebbe ammontare a: 27.830-23=27.807, poiché non dovrei considerare più le altre deduzioni in base appunto a quanto stabilito nell’art. 3. Ora applichiamo la nuova aliquota (27%) per ottenere così un’imposta lorda di 7.507,89. Quindi la nuova imposta lorda, considerando la nuova aliquota e le modifiche dell’Art.3, è aumentata di 2.502,89. Ma a questo punto bisogna considerare le detrazioni per il coniuge e figli a carico che la nuova legge finanziaria ha reintrodotto, e che nella dichiarazione dell’anno 2005 non risultano. Il testo della legge finanziaria a tal proposito riporta quanto segue: “dall’imposta lorda si detraggono per carichi di famiglia i seguenti importi: a) 800 euro per il coniuge non legalmente ed effettivamente separato. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 80.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 80.000 euro; b) 800 euro per ciascun figlio, compresi i figli naturali riconosciuti, i figli adottivi e gli affidati o affiliati. La detrazione è aumentata a 900 euro per ciascun figlio di età inferiore a tre anni…… La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 95.000 euro, diminuito del reddito complessivo , e 95.000 euro;…” Quindi nel nostro caso dovremmo procedere in questa maniera per stabilire l’ammontare delle detrazioni:

1)    coniuge: (80.000-27.830)/80.000 il tutto moltiplicato per 800, il che mi dà 521,7;

2)    figlio: (95.000-27.830)/95.000 il tutto moltiplicato per 800, il che mi dà 565,64;

il totale delle detrazione è quindi pari a 1.087,34. L’imposta netta risulta essere quindi, in base alla nuova legge finanziaria, 7.507,89-1.087,34 (detrazioni per figlio e coniuge a carico)-379(altre detrazioni)=6.041, a fronte di un’imposta netta di 5.005(imposta lorda così come risulta dal calcolo relativo al 2005)-379(altre detrazioni)=4.626. Quindi secondo il nuovo metodo di calcolo subirei un aumento di imposta di 6.041-4.626= 1.415, vale a dire +30% rispetto all’anno 2005.

Ora molto probabilmente il mio calcolo è errato in qualche parte, poiché non penso che un reddito di 27.830 possa subire un incremento di imposte di tale entità, ma quello che mi chiedo e vi chiedo, è vero, come si accaniscono a ribadire soprattutto i vertici sindacali confederali, che i redditi al di sotto di 40.000 euro non vengono toccati con la nuova legge finanziaria perlomeno nella parte del prelievo dell’Irpef? Una sola cosa sembra essere certo, e cioè che i redditi da 80.000 euro in su non potranno beneficiare delle detrazioni per figli e coniuge a carico, per il resto è difficile fare dei raffronti con il precedente sistema del prelievo dell’Irpef, proprio perché sembra sia cambiato il metodo di calcolo del reddito imponibile in base alla quale si stabilisce la relativa aliquota.

Comunque rimane vero il fatto che la questione dell’Irpef è solo una piccola parte di tutta la finanziaria che prevede sostanziosi tagli alla spesa sociale, che è rimasta di una entità quasi pari a quella stabilita da tempo, già prima dell’accertamento dell’aumento delle entrate fiscali di 16 miliardi; dove sono o andranno a finire questi soldi, dato appunto che l’entità della manovra è rimasta la stessa?