CHIESA E FINANZA DI M. TOZZATO

 

Un un articolo del febbraio di quest’anno apparso sul sito della radio vaticana viene esposta in maniera incisiva il nuovo tipo di intesa esistente tra il patriarca di Mosca Kirill I e il papa Benedetto XVI e quindi tra le relative chiese. Evidentemente il clima rispetto all’epoca di Giovanni Paolo II e di Alessio II è notevolmente cambiato in relazione alla nuova configurazione geopolitica globale seguita al crollo del comunismo storico novecentesco.
Durante la conferenza dei vescovi della Chiesa ortodossa il Patriarca Kirill I ha affermato:
<<Attività comuni e i numerosi incontri avuti con i rappresentanti della Chiesa cattolica hanno confermato che le nostre posizioni coincidono su numerose questioni che interpellano i cristiani nel mondo moderno. Sono l’aggressiva secolarizzazione, la globalizzazione, l’erosione dei tradizionali principi etici. Vale la pena sottolineare che su questi temi papa Benedetto XVI ha preso posizioni molto vicine a quelle ortodosse. E ciò è dimostrato dai suoi discorsi, dai messaggi così come dalle opinioni di alti rappresentati della Chiesa cattolica romana con i quali abbiamo dei contatti.>>
Il patriarca ha comunque accennato ad alcune problematiche presenti in Ucraina ma è da pensare che in questi ultimi mesi, visti i cambiamenti politici verificatisi, la situazione (tra ortodossi e cattolici) sia migliorata anche in quel territorio. Molto diverso rimane invece l’atteggiamento del primate russo e degli Ortodossi in generale nei confronti delle chiese protestanti. E’ il caso, credo, di riportare integralmente l’ultima parte dell’articolo:
<<… il nodo principale sta nella “liberalizzazione rapida del mondo protestante”.
Sotto accusa sono in particolare le benedizioni alle unioni dello stesso sesso e le elezioni episcopali di vescovi dichiaratamente gay. Sono questi “i motivi – ha detto il Patriarca – per cui siamo stati costretti a interrompere il rapporto con la Chiesa episcopale degli Stati Uniti e con la Chiesa luterana di Svezia”. Nel paragrafo riservato al mondo protestante, il Patriarca ricorda anche e con rammarico l’elezione del vescovo-donna Margot Kassmann come presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania.>>

Il richiamo alla Tradizione , una lettura condivisa con i cattolici della cosiddetta “tradizione apostolica”, che viene a contrapporsi al luteranesimo e al puritanesimo nei quali essa si manifesta in maniera decisamente differente  a causa della combinazione del conservatorismo legalistico, ispirato alla Torah e al Talmud, e del “liberalismo della fede” originato dalla lettura greco-giudaica dell’annuncio salvifico evangelico operata da Paolo di Tarso. Nei mesi scorsi la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato un libro scritto dal Patriarca Kirill in cui tra l’altro si trovano le seguenti affermazioni:
<< Quando i modelli di vita diversi dal nostro si fondano anch'essi sulle rispettive tradizioni, allora il più delle volte essi non costituiscono un pericolo per i valori sui quali si fonda lo stile di vita del cristiano-ortodosso. Storicamente, gli ortodossi hanno convissuto, convivono e interagiscono in Russia con musulmani, ebrei, buddisti e altre confessioni cristiane.[…]
Il problema è che oggi non esistono difese capaci di proteggere la salute spirituale del popolo […] da un nuovo stile di vita sorto al di fuori di ogni tradizione e formatosi sotto l'influsso della realtà postindustriale.[…] A fondamento di questo modello di vita stanno le idee del neoliberalismo, che unisce l'antropocentrismo pagano, affermatosi nella cultura europea all'epoca del Rinascimento, a tratti della teologia protestante e ad elementi del pensiero filosofico di origine ebraica. Queste idee si sono definitivamente formate alla fine dell'epoca dell'Illuminismo. La Rivoluzione francese è l'atto conclusivo di questa rivoluzione filosofica e spirituale, a fondamento della quale sta il rifiuto del significato normativo della tradizione. Non è assolutamente casuale che questa rivoluzione sia iniziata con la Riforma protestante, poiché proprio la Riforma ha rifiutato il principio normativo della tradizione nell'ambito della dottrina cristiana. La tradizione, nel protestantesimo, ha smesso di essere criterio della verità. Il suo posto è stato preso dalla ragione che studia le Sacre Scritture e dall'esperienza religiosa personale. Da questo punto di vista, il protestantesimo si presenta sostanzialmente come una lettura liberale del cristianesimo.>>

Ovviamente i passi sopra riportati oltre che essere utili per comprendere quale può essere la visione del mondo della Chiesa Ortodossa russa e il motivo della sua affinità con la Chiesa Cattolica romana servono ad introdurre una possibile lettura della lotta per l’egemonia culturale riguardante i  “blocchi politico-culturali” che si contrappongono nell’area occupata da Europa, Russia e Stati Uniti. Sarà importante anche comprendere se tra le varie componenti del “fronte” islamico esiste la possibilità di un atteggiamento “potenzialmente” differente nei confronti della cultura religiosa cattolica e ortodossa rispetto al blocco culturale formato dall’ebraismo e dalle confessioni cristiane “riformate”. Ovviamente in tutto questo discorso si allude “fortemente” all’attacco alla Chiesa cattolica sul problema della pedofilia portato avanti soprattutto da esponenti religiosi e organi mediatici anglosassoni. Ovviamente non si tratta di disquisire sulla problematica intesa in senso stretto – riguardo alla quale non può non essere condiviso un giudizio di condanna “universale” –  ma piuttosto di valutare le modalità  in cui viene portato avanti lo scontro e il suo inevitabile intreccio con fenomeni di carattere economico-finanziario e geopolitico. A tal proposito sarà utile ricordare che tra il settembre e l’ottobre 2009 si è assistito allo scontro per la direzione della banca vaticana, lo IOR (Istituto per le Opere di Religione); tra i  candidati c’era l’ex governatore della banca D’Italia Antonio Fazio e l’esponente di punta dell’Opus Dei, Ettore Gotti Tedeschi. L’Opus Dei che secondo il diritto canonico sarebbe una “società” (setta ?) finalizzata ad attività di proselitismo e “evangelizzazione” possiede soprattutto un enorme patrimonio immobiliare e finanziario frutto di donazioni, testamenti a favore e naturalmente operazioni finanziarie portate avanti  attraverso holding e società finanziarie controllate. In un articolo di commento alla nomina di Ettore Gotti Tedeschi, apparso in internet, si legge :
<<Si potrebbe dire che l’Opus Dei ha perso la partita con Goldman Sachs per quanto riguarda Bankitalia, ma ha messo le mani sullo IOR che tutto è tranne un contentino.
I teorici del complotto potranno mettere alla voce “attivo” questa conquista nello scacchiere globale. Antonio Fazio, gran dispensator di Bibbie, ha pagato quindi la sua “mediaticità” che, in un istituto al quale in passato sono state attribuite vicinanze non proprio celesti con diavoli del tipo di Paul Marcinkus, Roberto Calvi e Michele Sindona e, giocoforza, del ruolo degli stessi nella vita politica e finanziaria di fine anni settanta ed inizio ottanta, non aveva proprio bisogno di un altro uomo “chiacchierato&rdqu
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Per concludere aggiungerò qualche “frase” tratta da un articolo apparso sul Corriere del 30.05.2010. Si tratta di una intervista  all’ex direttore generale della Rai e di Italstat Ettore Bernabei dal titolo significativo: Le lobby della finanza globale dietro l’attacco alla Chiesa. Le parti interessanti dell’intervista non sono molte ma qualcosa c’è:
<<Oggi il Papa e la Chiesa sono sotto attacco ? Mi pare evidente. Sono i contraccolpi della decisione presa da Giovanni Paolo II e dal cardinal Ratzinger di non ammettere nei seminari i gay dichiarati. C’è la volontà di paralizzare economicamente la Chiesa Cattolica, che non ubbidisce alle lobby della finanza globalizzata. Le sue sono parole gravi. […]..so quel che dico . L’attacco alla Chiesa è mosso da interessi finanziari enormi. A cominciare dai business dei legali alla caccia del risarcimento. Il resto lo fa il mondo mediatico, seguendo input globali.[…] Cosa si prova quando si parla con rimpianto della Rai di Bernabei ? […]Era lo specchio dell’Italia dei primi Anni 60, divenuta il quarto tra i sette Paesi più ricchi del mondo. Fu allora che, come avevano previsto Benelli e Fanfani, cominciò l’attacco della finanza protestante ed  ebraica. L’attacco ? […]Per fortuna dieci anni fa l’Italia si è sottratta all’ultima fase della follia della finanza globalizzata. Per merito prevalente di quel “provincialotto” di Antonio Fazio, che avrà avuto l’ingenuità di intrattenere rapporti anche con i furbetti del quartierino, ma proibì alle banche italiane di riempirsi di bond spazzatura. Per questo dall’estero gliel’anno fatta pagare.>>
Stavo per dimenticarmi di un ultimo piccolo particolare: Ettore Bernabei è membro dell’Opus Dei che secondo lui è veramente <<una diocesi universale che ha per fine la santificazione della vita quotidiana di sacerdoti e laici, uomini e donne. Conta per la formazione spirituale e professionale dei suoi aderenti>>. Ovviamente noi la pensiamo un pochino diversamente e continueremo a scavare e pensare con i nostri pochi, molto pochi, mezzi a disposizione.  
Mauro Tozzato            30.05.2010