"Per combattere il fascismo sono disposto ad allearmi anche con i fascisti" di G. Scala
Quando un ordinamento entra in crisi, le norme e i valori che lo costituivano cominciano a perdere di significato, a sembrare assurdi. L'ordinamento seguito alla seconda guerra mondiale aveva fra i suoi punti cardine l'antifascismo. Il fascismo, nel senso ampio che comprendeva anche il nazismo, era condannato quale regime criminale. Tale presunta superiorità morale, in realtà semplicemente sanzionava la vittoria delle cosiddette democrazie occidentali e dell'Unione Sovietica contro la Germania. Di fatti sia il nazi-fascismo, che il comunismo, che la nazione guida delle "democrazie occidentali" fecero ampio uso del terrore.
L'eliminazione delle minoranze interne (ebrei, zingari, omosessuali, malati di mente) servì per compattare la "comunità nazionale" scaraventata nella conquista dell'egemonia mondiale. Stalin si servì del terrore per stroncare l'opposizione dei contadini prima e poi l'opposizione interna. L'esplosione di due bombe atomiche a guerra praticamente conclusa e senza reale motivazione militare servì per far capire chi ora comandava nel mondo.
Quindi l'argomentazione di carattere etico non serve per analisi comparata dei principali regimi del secolo scorso, serve soltanto per sancire la vittoria di un regime sull'altro su di un piano falsamente morale. (Questo non vuol dire aderire ad un punto di vista immoralistico o che il superamento dell'utilizzo del terrore non sia un obiettivo desiderabile, semplicemente non è utile nel giudicare i regimi in questione e serve soltanto a mistificare). Con l'indispensabile "senno di poi" essi andrebbero valutati dal punto di vista dell'evoluzione umana. Ovviamente senza la pretesa di affrontare questo compito in maniera minimamente esaustiva, mi limito a delineare in modo molto generale le caratteristiche dei regimi in questione. Mi preme innanzitutto affermare un punto di vista non ideologico, il morbo del secolo scorso, cioè la trasformazione delle ideologie in religioni, e la trasformazione della lotta politica in una lotta tra il bene e il male, per cui un regime, secondo il punto di vista, incarnava il Bene, mentre l'altro incarnava il Male.
Per quanto riguarda gli Usa essi hanno svolto un ruolo reazionario attraverso la strategia del "contenimento", basata sull'ideologia dell'anticomunismo, il quale era più che altro un pretesto per combattere tutti quei regimi nazionalisti e modernizzatori nel medio oriente e nei paesi asiatici. Il "contenimento" implicava il tentativo di bloccare l'acceso allo sviluppo e alla modernità, cioè la nascita di potenze regionali che in quanto tali avrebbero minacciato il dominio statunitense. Lo stesso revival dell'islamismo è in gran parte frutto di questa politica, in quanto fu all'inizio direttamente finanziato dagli Usa e da Israele, e in seguito è stato abbracciato dalle masse la cui strada verso la modernità è stata sbarrata, ed ha finito per rivoltarglisi contro. Ma allo stesso tempo gli Stati Uniti è stato il paese che maggiormente ha contribuito allo sviluppo della scienza, della tecnica e della produttività del lavoro. Per quanto mi riguarda, quest'ultimo un risultato indubbiamente positivo.
L'Unione Sovietica fallì non solo nel creare un sistema alternativo a quello capitalistico, ma semplicemente funzionante, tuttavia senza la minaccia, più potenziale che reale, della sua presenza difficilmente avremmo avuto lo "stato sociale" in "occidente", la rivoluzione cinese, e le rivoluzioni "anticoloniali" del dopoguerra. Inoltre, fu principalmente la "minaccia comunista" ad indurre gli Usa ad adottare verso i paesi europei una strategia diversa rispetto al "contenimento", poiché vennero a far parte del blocco di nazioni attorno cui costruire l'egemonia statunitense, il cui sviluppo economico non fu ostacolato. Per questi motivi "l'opzione atlantica" democristiana fu un autentica scelta politica, e non puro servilismo, motivata da solide ragioni (ad essere obiettivi si rivelò più valida dell'opzione "comunista", poiché il "capitalismo" si è dimostrato maggiormente capace di sviluppo rispetto al "comunismo", almeno dove si è lasciato che si sviluppasse).
Il nazismo nacque da una reazione legittima alla profonda crisi economica e sociale indotta principalmente dalle condizioni punitive imposte con il Trattato di Versailles del 1919 miranti a mettere in ginocchio permanentemente la Germania. Da tale crisi si poteva uscire soltanto con gli strumenti dello stato, ossia soltanto con una politica nazionale rivolta a risollevare la Germania. L'incapacità di capire la questione nazionale (tara genetica del movimento comunista) fu il motivo della vittoria del nazismo sul comunismo. Il Kpd pur non essendo direttamente responsabile della vessazione della Germania, a differenza della socialdemocrazia, essendo escluso dal governo, non seppe dare una risposta credibile alla questione nazionale che implicava l'utilizzo degli strumenti dello Stato, a causa dell'anarchismo che ha sempre attraversato il movimento comunista. E la risposta venne dal nazismo. Tuttavia, il nazismo evolse presto in un nazionalismo sciovinistico e aggressivo, intenzionato a "risolvere alla radice il problema" sostituendosi all'Inghilterra quale paese guida a livello mondiale. Da questo obiettivo irrealistico sorsero i miti della razza, il tentativo di ristabilire un ordine imperiale occidentale del mondo, motivo per cui l'Unione Sovietica diventava il principale obiettivo dichiarato per Hitler e alla fine la potenza che principalmente sconfisse il nazismo.
Obiettivo realistico per la Germania sarebbe stato il suo affermarsi come potenza regionale europea, il che avrebbe potuto costituire un contraltare alla nascente potenza statunitense. Invece, la sconfitta nazista consegnò effettivamente l'egemonia mondiale agli Usa, i quali però più pragmaticamente non cercarono di stabilire un dominio militare diretto, come i nazisti, impossibile nella nostra era, diversa da quella di Cesare, ma attraverso il controllo indiretto, attraverso la manipolazione e l'intervento nascosto sui governi gestito dai servizi segreti, strumenti il cui ambiente ideale sono le moderne "democrazie". Prassi manipolatoria rafforzata dalla presenza di basi militari attraverso cui esplicitare l'utilizzo della forza militare come strumento di ultima istanza.
Torniamo ora alla ideologia antifascista, precisando che intendiamo fascismo e nazismo come un fenomeno unitario che si manifestò per prima in Italia, ma che in Germania si sviluppò nella sua forma più piena e manifesta. Contrastare un'ideologia ha senso soltanto se questa è un fenomeno reale e presente. Inoltre, non ha senso contrastarla essendo semplicemente contro, occorre esplicitare quale tipo di ordinamento si preferisce. Fra gli avversari del fascismo vi furono i comunisti (in maggioranza), i liberali e i monarchici. (Una scelta perfettamente giustificata, quando non si trattava di voltagabbana dell'ultima ora, dal fatto che in effetti il regime fascista aveva condotto l'Italia su di una strada disastrosa). Essi non erano semplicemente anti. Le ideologie "anti" contengono già in sé una mistificazione, tuttavia quando si riferiscono ad un fenomeno politico sconfitto e concluso esse hanno una funzione diversa. In questo caso l'antifascismo ha la funzione di
subordinazione agli Stati Uniti. Questo risultava meno apparente fin quando è esistita l'Unione Sovietica, dal momento che gli Usa hanno riunito in Italia sotto la bandiera dell'anticomunismo, sia i cattolici che i nostalgici del fascismo. Dal crollo dell'Unione Sovietica, si è passati di preferenza all'antifascismo. Il Pci dal canto suo aveva mantenuto in vita l'antifascismo come strumento di vicario di un'identità politica che andava sempre più impallidendo, ma che fin quando esisteva l'Unione Sovietica aveva la funzione, per quanto strumentale, di indebolire il fronte anticomunista. L'antifascismo, perduta ogni connotazione comunista che lo collegava da un lato ad una delle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, è passato direttamente nell'antiberlusconismo. Berlusconi non è mai stato accettato quale interlocutore affidabile ed esecutore delle volontà di oltre-atlantico, preferendo a questo scopo tutti gli "ex", cioè i miracolati dal semi-colpo di stato di mani pulite, nonostante questi abbia fatto di tutto per accreditarsi, usando inutilmente e pateticamente l'anticomunismo. La lotta a Berlusconi è stata condotta ridicolmente in nome dell'antifascismo (non si è mai visto un "fascista" simile detronizzato varie volte, costantemente sotto attacco dei giudici e dei media), e questo ha sempre voluto dire che non si riconosceva in lui un avversario inserito nel "gioco democratico", ma un nemico da cacciare. Mentre si dava del fascista a Berlusconi si organizzavano i "ribaltoni" alla faccia della volontà dell'elettorato.
Il problema di Berlusconi non è stato certo il suo "fascismo", ma di di non aver difeso l'autorità del governo di fronte alla manovre, alle continue diffamazioni e infine agli attacchi scandalistici che hanno avvelenato questi venti anni di cosiddetta seconda repubblica, facendo perdere di autorità l'intera classe politica. Quando poi Berlusconi si è messo a voler perseguire una politica che mostrava una qualche continuità con la politica filo-mediorientale della Dc, e per giunta ha promosso degli accordi riguardanti Eni-Gazprom molto invisi agli Usa, si è deciso dall'alto che era arrivata l'ora di dire basta e chiudere con l'era Berlusconi, ma siccome la sinistra si è dimostrata insufficiente "numericamente" nonché inetta allo scopo, si è deciso di trasferire una parte, denominata finiani, dal recinto di destra a quello di sinistra. Si vede così meglio la funzione che svolgono "destra" e "sinistra" in Italia, basate una sull'anticomunismo (morto e sepolto da 20 anni) e l'altra sull'antifascismo (morto e sepolto 65 anni fa). E' lo stesso spauracchio che visto dal recinto di destra porta da un lato la scritta "comunismo", visto invece da quello di sinistra porta dal lato opposto la scritta "fascismo". Con il tentativo, ormai quasi riuscito, di defenestrare Berlusconi stanno creando caos e scompiglio nel "sistema" mescolando gli armenti. Una vera e propria crisi del sistema politico che non sappiamo a cosa condurrà. Caos che si riflette nelle sciocchezze pronunciate quotidianamente dagli "esponenti" politici, come quella suprema di un Ferrero (per chi non lo conoscesse, è l'attuale segretario di Rifondazione comunista), il quale ha recentemente affermato: "Pur di sconfiggere Berlusconi sarei disposto ad allearmi anche con il diavolo", da me tradotta nel titolo di questo articolo al fine di dare risalto adeguato alla sua esemplare scioccheria.