Georgia, Washington e Mosca: un Poker Nucleare Geopolitico


F. William Engdahl Global Research, 12 Luglio 2008
La Repubblica Caucasica di Georgia, come nazione non sembra essere un giocatore globale importante. Tuttavia Washington ha investito somme enormi e brigato per mettere un suo proprio despota, Mikhail Saakashvili, alla presidenza, per sigillare un anello nucleare di ferro della NATO intorno alla Russia. Ora il ministro degli Stati Uniti, Condoleezza Rice, è a Tbilisi dove rilascia dichiarazioni taglienti contro Mosca per l’appoggio agli stati contigui indipendenti dell’Abhasia e Ossetia del sud, incolpando, essenzialmente, Mosca della imminente guerra, Washington ha esortato a fare entrare la Georgia nella NATO, dal summit NATO di dicembre prossimo.
I mezzi occidentali hanno ignorato le tensioni crescenti nella regione strategica del Caucaso o hanno annunciato, come suggerito da Condoleeza Rice, che l’intero conflitto sia causato dallo sciocco supporto di Mosca alla “rottura” delle repubbliche Abhasia e Ossetia del sud. In realtà, si sta giocando, nella regione, una partita a scacchi abbastanza differente; una partita che ha il potenziale di fare esplodere una grave escalation delle tensioni fra Mosca e la NATO.
Dalla dissoluzione del Patto di Varsavia nel 1991, uno dopo un altro, gli ex membri, così come le precedenti repubbliche dell’URSS, sono stati persuasi con le lusinghe, ed in molti casi sono stati corrotti con promesse false, da Washington, nell’adesione all’organizzazione opposta, la NATO. Invece dei colloqui, intrapresi dopo la dissoluzione nel 1991 del Patto di Varsavia, circa una dissoluzione sistematica della NATO, Washington ha convertito sistematicamente la NATO in ciò che può soltanto essere denominato veicolo militare del dominio imperiale globale americano, collegato tramite una rete di basi militari, dal Kosovo alla Polonia alla Turchia all’Irak e all’Afghanistan. Nel 1999, gli ex membri del Patto di Varsavia, Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca hanno aderito alla NATO. Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania e Slovacchia hanno seguito la traccia nel marzo 2004. Ora Washington sta esercitando una pressione immensa sui membri dell’UE nella NATO, particolarmente sulla Germania e sulla Francia, che voteranno a dicembre per ammettere la Georgia e l’Ucraina.
L’escalation attuale delle tensioni nella regione sono iniziate a maggio, quando l’Abhasia ha detto che aveva abbattuto due drones georgiani nel suo spazio aereo. L’annuncio è avvenuto due settimane dopo che la Russia era stata accusata dalla Georgia di aver abbattuto un drone senza equipaggio sull’Abhasia, che Tbilisi considera suo territorio sovrano. Mosca ha negato di avervi partecipato.
La Russia ha amministrato un contingente per il mantenimento della pace in Abhasia e Ossetia del sud, a causa dei conflitti sanguinosi degli anni 90 ed ha inviato truppe supplementari in Abhasia, recentemente, per trattenere ciò che una prevista offensiva militare georgiana. Le due parti, Georgia ed Abhasia, sono in una condizione di conflitto sospeso, dal 1993, quando i separatisti Abkhazi, con l’appoggio delle forze russe, sono riusciti a scacciare i Georgiani dalla provincia. Tbilisi esige la sovranità sopra l’Abhasia e l’Ossetia del sud e si riferisce ad entrambi come “repubbliche separatiste.”
Nel 2001 la truppa georgiana si è unita ai soldati dei Mujahadeen Ceceni anti-Mosca, addestrati nella provincia musulmana russa vicina della Chechnya, per imbastire un attacco militare, senza successo, contro l’Abhasia. In un’analisi su un possibile scontro militare, in breve, esso potrebbe assomigliare a una guerra nucleare fra la Russia e la NATO, il commentatore militare della governativa RIA Novosti russa, Ilya Kramnik, ha presentato lo schieramento delle forze da entrambi i lati.
Verso la fine del 2007, le forze armate georgiane avevano circa 33.000 ufficiali e uomini, compreso un esercito forte di 22.000, che formano cinque brigate ed otto battaglioni distaccati. Queste unità hanno oltre 200 carri armati, compresi 40 T-55 e 165 T-72, attualmente in revisione. Kramnik dice che i militari georgiani affrontano una forza di autodifesa Abkhaza forte di 10.000 uomini, con 60 carri armati, compresi 40 T-72 e 85 pezzi di artiglieria e mortai, tra cui parecchie dozzine con calibro da 122 e 152 millimetri e 116 veicoli blindati dei tipi differenti, numerose armi anticarro che variano dai lanciarazzi RPG-7 ai missili guidati anticarro Konkurs-M (ATGM). La marina Abkhaza ha oltre 20 imbarcazioni a motore armate di mitragliatrici e cannoni di piccolo calibro. Ma, com’è stato indicato nell’esperienza del conflitto Georgiano-Abkhazo del 1992-1993, persino le piccole unità più decisive possono resistere a lungo a forze nemiche superiori, nelle zone montagnose. Di conseguenza, il risultato di un conflitto ipotetico dipenderebbe dal livello di
addestramento militare dell’aggressore e dall’influenza di terzi, soprattutto delle unità russe della forza di mantenimento della pace della collettività CSI.
Le forze armate della Georgia sono notoriamente corrotte e male addestrate. Anche se gli Stati Uniti hanno addestrato varie unità georgiane durante gli ultimi anni, l’efficacia in combattimento di tutti gli altri elementi è incerta. Non ci sono sergenti formati ed il morale della truppa è basso. Soltanto circa il 50% dell’apparecchiatura militare è operativa e le operazioni coordinate in condizioni sfavorevoli sono impossibili.
Le forze armate Abkhaze hanno, inoltre, un vantaggio assai più decisivo, poiché resisterebbero ad un aggressore che ha già provato a privare la repubblica della sua indipendenza. E le unità Abkhaze sono comandate da ufficiali formati nelle scuole militari russe. Molte di loro hanno combattuto all’inizio degli anni 90. La maggior parte degli analisti, riconoscono che l’esercito Abkhazo è pronto al combattimento e non soffre di corruzione. Mosca recentemente ha rinforzato il contingente locale per la tutela della pace. Gli stati vicini del Caucaso, compresa l’Ossetia del nord, parteggiano per l’Abhasia e sono pronte a affrontare la Georgia.
La possibile Strategia di Mosca
Mosca ha rafforzato i legami con le due piccole repubbliche, in risposta al contesto dell’offerta NATO alla Georgia e del riconoscimento occidentale dell’ indipendenza del Kosovo dalla Serbia. La Russia, tuttavia, non ha riconosciuto formalmente l’Abhasia o Ossetia del sud. Mosca, tuttavia, ha appoggiato a lungo l’indipendenza de facto dell’Abkhazia. Ha assegnato la cittadinanza russa a molti dei suoi residenti e recentemente legalizzato i rapporti economici con la repubblica separatista.
Per la Russia, il conflitto fornisce una potente leva sia sull’Abhasia che sulla Georgia. Più la Georgia cerca di distanziarsi dalle mira della Russia, più la Russia aumenta il suo peso sull’Abhasia. Tuttavia la Georgia, sotto l’uomo di Washington, l’uomo forte presidente Mikhail Saakashvili – un feroce dittatore privo di regole, come recentemente ha dimostrato verso l’opposizione interna – si rifiuta di recedere dall’offerta provocatoria della NATO. La Georgia è, inoltre, un paese di transito strategico per l’oleodotto caspico anglo-americano, da Bacu nell’Azerbaijan attraverso la Georgia al porto turco di Ceyhan. Inoltre, il gasdotto Bacu-TbilisiErzurum è la chiave dell’Azerbaijan, poiché è un’alternativa al controllo del monopolio nazionale russo Transneft per il trasporto delle sue risorse di gas e petrolio verso l’ovest.
L’intero Caucaso fa parte di ciò che può essere descritto come il nuovo grande gioco per il controllo dell’Eurasia fra Washington e la Russia. Come Moscow Time vede: “Un modo per interrompere le aspirazioni della Georgia verso la NATO, sarebbe di riscaldare il conflitto in Abhasia ad un livello che l’avrebbe resa inaccettabile per l’alleanza occidentale, che agisce sulla base del consenso di tutti i membri, nell’offrire l’adesione. L’amministrazione della Georgia potrebbe intensificare le tensioni nella speranza di spingere l’Abhasia e la Russia a fare una mossa che avrebbe lasciato l’ovest senza altra possibilità che intervenire.”
“Senza riguardo alla motivazione, chiunque stia alimentando il conflitto deve rendersi conto che sta giocando con il fuoco. Questa politica del rischio calcolato può condurre ad una guerra aperta. La Georgia probabilmente perderebbe una guerra se la Russia appoggiasse l’Abhasia, mentre la Russia perderebbe la sua speranza di essere giocatore globale positivo e rischierebbe seriamente di forzare i suoi legami con l’Unione Europea e gli Stati Uniti”.
La Rice aggiunge benzina sul fuoco
L’amministrazione Bush sta aggiungendo la benzina sul fuoco nel Caucaso. A Tbilisi il 10 luglio, il ministro degli Stati Uniti, Rice, ha detto alla stampa: “La Russia deve avere una parte nella risoluzione del problema e della soluzione del problema e contribuirvi. La ho detta pubblicamente ai Russi. La ho detto privatamente.” L’effetto delle sue osservazioni, incolpanti Mosca delle tensioni crescenti, è di segnalare il sostegno degli Stati Uniti a fianco della Georgia nei loro sforzi per forzare la partenza dall’Ossetia del sud e dall’Abhasia delle truppe russe. Il presidente Abkhazo passato, Sergei Bagapsh, a maggio ha dichiarato che era disposto a concludere un trattato militare con Mosca simile a quella fra gli USA e Taiwan.
“L’Abhasia proporrà alla Russia la sigla di un trattato militare che garantirebbe la sicurezza alla
nostra repubblica”, ha dichiarato Bagapsh. “Inoltre siamo preparati ad ospitare le basi militari
russe sul nostro territorio, nel quadro di questo trattato. Vorrei dare risalto al fatto che ciò non
andrà contro i precedenti già esistenti, nella pratica internazionale. Per esempio, questo trattato potrebbe essere analogo al trattato fra gli Stati Uniti e Taiwan.” Poco dopo Mosca, rifiuta di riconoscere la sovranità del Kosovo, in tal modo Washington rifiuta di ammettere la sovranità dell’Abhasia. In maggio un’importante delegazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti era in riunione sull’Abhasia con le organizzazioni non governative locali, così come con il presidente.
Nel passato, dalla Serbia alla Georgia all’Ucraina, le agenzie di intelligence di Washington hanno usato le varie ONG, la National Endowment for Democracy, finanziata del Congresso degli Stati Uniti, la Freedom House e la malnominata Albert Einstein Institution di Gene Sharp, collegate alla CIA, per dirigere un’ondata di ‘regime change’ conosciuti come “Rivoluzioni Colorate.” Ed in ogni caso il nuovo regime era pro-Washington e anti-Mosca come nel caso di Saakashvili nella Georgia e di Viktor Yushchenko in Ucraina. Entrambi i paesi iniziarono a cercare di entrare nella NATO, subito dopo il successo delle rivoluzioni colorate finanziate dagli USA.
Con tutta ciò Washington sta decisamente giocando con il potenziale fuoco nucleare, intensificando la pressione per spingere la Georgia e l’Ucraina verso la NATO. Il ministro degli affari esteri della Repubblica ceca, Karl Schwarzenberg, l’8 luglio, ha firmato un accordo che permette lo schieramento, sul territorio ceco, delle strutture speciali del radar, componente top secret della “difesa antimissile degli Stati Uniti”, adducendo minacce appartate e pericolosi attacchi missilistici dall’Iran.
Poiché come, persino il precedente ministro degli esteri degli Stati Uniti, Henry Kissinger, ha recentemente precisato, il rifiuto categorico dell’amministrazione Bush, di perseguire la controfferta del 2007 dell’allora Presidente Vladimir Putin, di disporre il radar degli Stati Uniti, preferibilmente, nella base da ricognizione russa, affittata all’Azerbaijan, è stato un errore provocatorio.
Esprime abbastanza chiaramente che Washington punta alla sua strategia militare di smantellamento della Russia come avversario potenziale. Che, come ho scritto precedentemente, è una ricetta per una guerra nucleare possibile tramite un errore di calcolo. Le ultime visite della Rice, in Cechia e nel Caucaso, hanno solo accresciuto quel pericolo.
*F. William Engdahl è autore del libro, Century of War: Anglo-American Oil Politics and the New World Order e sta completando un libro, provvisoriamente denominato, The New Cold War: Behind the US Drive for Full Spectrum Dominance. Può essere raggiunto tramite il suo sito web, www.engdahl.oilgeopolitics.net
F. William Engdahl è un frequente collaboratore di Global Research.
Traduzione di Alessandro Lattanzio http://www.aurora03.da.ru/
http://sitoaurora.altervista.org/ http://sitoaurora.narod.ru/
http://xoomer.virgilio.it/aurorafile