“Separarci convien, cosi’, senza rancor”

Ho scritto alcuni giorni fa un testo solo per gli amici del blog (e qualche altro della mia mailing list) perché mi sembrava utile manifestare loro la mia intenzione di mettere dei paletti rispetto a discussioni che, per quanto mi concerne, ritengo una vera fiera delle mostruosità o una mostra dell’antiquariato. Per il momento, ritengo debba restare un discorso tra noi. Ho però visto che si sono incrementati i commenti degli “antiquari”. E ci sono continue telefonate fastidiose ad alcuni degli amici del blog, che mi convincono della necessità di vergare qui di seguito almeno “quattro parole” affinché sia chiaro che, da oggi in poi, non intendo leggere certe argomentazioni né tanto meno rispondervi.
Intendiamoci bene: il mondo è vasto e vario e c’è posto per tutti. O, per meglio dire: per quasi tutti. Alcuni andrebbero in effetti gettati nelle foibe, ma non si tratta di quelli che inviano commenti; mi riferisco a ben altra gente con cui, per fortuna, non ho rapporti nemmeno di striscio, e spero che sia sempre così. Il problema è un altro. Alcuni interventi sono s-centrati e sembra si dedichino ad acchiappare farfalle; altri sono invece accettabili in sede razionale e denotano anche intelligenza. Tuttavia, 15-20 anni fa potevo permettermi di dedicare tempo a leggere certi scritti, e magari a rispondere. Adesso, il tempo mi manca. E poi, lo ammetto, mi irrito a sentire ripetere argomentazioni che – lo ripeto – ho ascoltato mille volte e hanno un sapore di ruggine sempre più marcato.
Personalmente, intendo uscire dal marxismo che ritengo ampiamente superato. Quindi i cultori accaniti di questa teoria scientifica, da essi trasformata oggi in dottrina (scolastica e accademica), non hanno nulla da spartire con il sottoscritto; mi parrebbe assai strano intavolare con loro un qualsiasi dibattito giacché non abbiamo proprio nulla da “scambiarci” (salvo qualche “sputo”, che è meglio evitare). Come dimostra anche l’Introduzione (al libro Strategie: per una teoria di fase, di prossima uscita, verso maggio, con la Manifestolibri), che fra qualche giorno sarà riportata nel sito, desidero in ogni caso partire dai punti alti di Marx (e di Lenin) al fine di proporre quella che ritengo “una uscita in avanti” da una teoria che ha fatto il suo tempo. Si offenda chi vuole, ma ritengo a dir poco patetiche (e uso un eufemismo) le “uscite” alla guisa dei gamberi; semplificando molto, le sintetizzo in due principali filoni. Innanzitutto ci sono quelli (economisti) che scoprono in Marx la “profezia” della globalizzazione mercantile capitalistica. Se così fosse, Marx sarebbe solo un seguace, in ritardo, di Adam Smith. Ci sono poi gli ossessionati (filosofi) dalla alienazione, reificazione, mercificazione dell’uomo; o addirittura (“robb de matt”) dalla sussunzione dell’intera vita umana.
Ritengo senz’altro che non sussista la famosa coupure tra Marx giovane e vecchio. D’altronde, tale tesi – posta negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso – aveva un chiaro intento di lotta teorica (che è anche ideologica!) nell’ambito di una congiuntura in cui vi era ancora la speranza di combattere quelle che venivano ritenute deviazioni revisionistiche della maggioranza del movimento comunista (piciista) ufficiale. Solo uno che non conosce Marx può però sostenere che non intercorra una profonda trasformazione tra il suo pensiero nel 1844 (Manoscritti ecc.) e quello del Capitale. E tra gli ultimi scritti di Marx ci sono la Critica al programma di Gotha e le Glosse a Wagner, che sono per certi versi ancora più lontani dagli anni giovanili (prima degli studi dell’economia politica classica, ecc.). Opporre a questi testi, solo per fare un esempio, le lettere e scritti su “Russia, Cina, India” ecc. è veramente un’operazione su cui è meglio non aggiungere qualificazioni.
In definitiva, ritengo urgente uscire dal marxismo, così come l’abbiamo conosciuto, ma non certo per riprendere tesi che ritengo una mera riproposizione (in forme assai peggiori e più infantili) di vecchie concezioni che hanno avuto certo una loro storia dignitosa. Tanto più che io non sono interessato a discorsi sui “massimi sistemi”, né sulla Umanità in generale. Mi interessa appunto una teoria di fase e intendo concentrare gli sforzi (e i dibattiti con chi ha i miei stessi interessi per il mondo attuale) su quest’ultima. Nessuno mi indurrà più a perdere tempo in dibattiti sterili. Al massimo, ci tornerò sopra in poche righe per l’ultima volta (quando parrà e piacerà a me, non tirato per i capelli da nessuno) e poi…. “addio per sempre”.
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Quindi, non ci si aspetti più da me risposte e interlocuzioni di qualsiasi genere. Chi vuol leggermi, mi legga; chi si diverte a opporre a ogni tentativo di pensare qualcosa di nuovo vecchie tematiche del “buon tempo che fu”, lo faccia. Personalmente, “fuori mi chiamo”. Interagirò solo con chi intende andare in certe direzioni. E’ mia ferma intenzione “frequentare” (teoricamente) chi mi pare e piace, cioè chi mi stimola e mi aiuta nella direzione di ricerca che sto seguendo da anni. Gli altri, saranno bravissimi ma non mi interessano; anche perché mi si è creata ormai l’impressione, per me definitiva, che siano bravissimi soprattutto come “necrofili”. E con questo, un “caro addio”; separiamoci (teoricamente) for ever.
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