ADESSO “DIAMOCI UN TAGLIO”


Il solito Woody Allen, uomo “terribile” (credo) ma spiritoso, diceva che gli era stato insegnato in gioventù il metodo di lettura veloce (o uno dei metodi). L’aveva subito messo in opera in un’impresa impegnativa e ne era rimasto entusiasta per aver verificato sul campo il suo ottimo funzionamento. Infatti, aveva letto con quel metodo “Guerra e pace” e si era reso conto, senza ombra di dubbio, trattarsi di un libro che parlava della Russia. Immagino che dopo questa prima fondamentale “scoperta”, l’abbia anche letto con metodi più tradizionali.
Da qualche tempo, anch’io leggo le mail (in specie gli allegati), i documenti su vari blog, i libri che mi inviano assai gentilmente, con il metodo “trasversale” (la prima parola della prima riga, la seconda della seconda, e così via). Anch’io mi accorgo quando trattano di ambiente, catastrofi, scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello dei mari o di quello dell’anidride carbonica nell’atmosfera, più buchi di ozono vari (oggi, mi sembrano un po’ meno à la page); oppure del sempre minor numero di coloro che si arricchiscono mentre la maggioranza della popolazione si impoverisce sempre più, delle contraddizioni del capitalismo che si aggravano in continuazione (dall’epoca di Marco Cacco ad oggi), di quelle di Cina e India sempre più gravi a causa del loro sviluppo; e poi delle rivolte dei diseredati in continua crescita, e ….. adesso non continuo nell’elenco. Comunque, appena vedo queste “paroline-chiave”, chiudo documenti, libri ecc. e cestino (o cancello) il tutto.
Quand’ero “giovine e inesperto”, negli anni ’50 e (massimo) ’60, bevevo tutte queste notizie sempre condite di dati statistici “perfino di fonte occidentale”, anzi magari diffusi da organismi capitalistici: ieri dalla Trilateral, oggi dal Bilderberg con Al Gore, Soros, Bill Gates e via dicendo. All’epoca (anni ’50), le statistiche ci raccontavano anche le meraviglie del “campo socialista”; i dati “dimostravano” che, nel giro di vent’anni, il reddito pro-capite dell’Urss avrebbe superato quello degli Usa, quello della Cina avrebbe stracciato quello dell’Inghilterra, l’intero campo avrebbe superato il 50% + 1 del Pil mondiale. Queste idiozie ci sono oggi risparmiate solo perché è andato in malora – senza tanti dati statistici alla mano – l’intero “socialismo reale”; quei paesi, finalmente con molta serietà, si sono messi sulla strada dello sviluppo (non so se proprio capitalistico ma certo non “transitante” verso il comunismo). Alcuni di loro stanno crescendo felicemente come potenze in grado di aprire finalmente, fra non molto, un’epoca di tragedie che metterà termine all’inutile futilità dei rimasugli “comunisti” e “marxisti” sopravvissuti (e certo anche a quella dei teorici liberisti della globalizzazione!).
Mi ricordo che, dopo l’ubriacatura giovanile di fesserie megagalattiche, cominciai a scoprire statistiche che dicevano il contrario e poi pure il contrario del contrario; mi accorsi della “balla” colossale circa la “maggioranza degli scienziati” che annunciavano catastrofi, mentre invece affermavano tesi del tutto diverse. Lessi anche i più insigni scienziati; capivo quello che dicevano esattamente come lo capisce la maggioranza di quelli che fanno loro annunciare la “fine del mondo”, ma riuscivo ad afferrare quanto erano inorriditi nel constatare ciò che veniva attribuito loro da gente che non so se è in mala fede o solo fortemente ideologizzata. Ultimamente, assai gustosa è stata la conversione di Fede all’ambientalismo catastrofista. Ha intervistato per qualche mese di seguito, tutti i giorni, un certo M. dell’Osservatorio meteorologico di F., che annunciava sfracelli; sempre con la solfa che da 100 (talvolta da 200) anni a questa parte non si verificavano questo caldo, questa piovosità, queste trombe d’aria, queste grandinate, ecc. Insomma, ormai un clima tropicale con il livello del mare che fra 50 anni sommergerà spiagge come quelle venete, romagnole, la Versilia, ecc. Poi, Fede ha voluto cambiare “megafono”, e si è rivolto ad altri a Roma, Milano, Torino ecc.; ed era disperato perché tutti questi signori non dicevano affatto quel che lui desiderava, bensì l’esatto contrario. Veramente divertente, e istruttivo!
Tornando indietro nel tempo, c’è stato un periodo in cui frequentavo anche i “piani alti” del “grande partito”, arrivando fino al piano V (almeno mi sembra fosse quello) delle “Botteghe Oscure” (comunque il piano della segreteria; non del segretario che stava in quello ancora superiore) e
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parlai “perfino” con l’attuale Presidente della Repubblica (fossi stato più “furbo”, oggi potrei vantare una conoscenza veramente altolocata). Non con questo personaggio (meglio specificare per evitare fraintendimenti), ma con altri alti esponenti del partito discussi, fra l’altro, circa l’opportunità di insistere sulle pluridecennali (talvolta plurisecolari) catastrofi provocate dal capitalismo, sulle contraddizioni sempre crescenti da un’epoca infinita e che non sfociavano mai nella “rivoluzione generale”, sul continuo arricchimento di sempre più esigue minoranze (era l’epoca delle 100 o 200 grandi famiglie che possedevano l’intero mondo, salvo quello “liberato” dal “socialismo reale”) e sulla povertà crescente delle grandi masse popolari. Mi si disse che non bisognava interpretare “ingenuamente” la frase di Lenin: “la verità è rivoluzionaria”. Questa verità è qualcosa di molto ambiguo e, inoltre, talvolta bisogna alterare artatamente ciò che pur ci appare fattualmente vero perché la “tattica” lo esige.
Mi si fece fra l’altro notare quanto segue. Spesso si diceva (e si dice tuttora) – tanto per fare un esempio, con numeri presi a caso – che nell’anno X, nel paese A, il 20% più ricco introitava il 50% del reddito totale, mentre il 20% più povero doveva accontentarsi del 10%; e che invece nell’anno X+n questo 20% più ricco si accaparrava ormai il 60% del reddito e il 20% più povero ne prendeva solo il 5%. Anche lasciando da parte la cervelloticità dei dati buttati a capocchia per impressionare “il volgo”, se nell’anno X il reddito è di 100 e in quello X+n è di 300, i più ricchi prendono certo molto di più (da 50 a 180), ma anche i più poveri hanno un piccolo miglioramento (da 10 a 15). Manca poi un buon 60% della popolazione (che passa da 40 a 105 di reddito); una fetta un po’ grossetta per essere così tanto trascurata da coloro che citano sempre “i dati” onde dimostrare la disparità crescente e l’acutezza sempre più “esplosiva” delle contraddizioni.
Ricordo poi che si discusse di come poteva intendersi la marxiana legge “dell’immiserimento assoluto” (su quello “relativo” non c’erano problemi). Alcuni la intendevano in senso letterale, altri (fra cui il mio Maestro) nel senso che, in effetti, i redditi (reali, non solo monetari) erano tendenzialmente crescenti nel lungo periodo, ma in misura decisamente inferiore al trend dei bisogni costitutivi del “tenore di vita medio sociale” vigente di epoca in epoca, e di paese in paese. A dimostrazione di tale fatto, si citavano le “favelas” brasiliane (o simili), in cui si viveva in baracche sporche e miserabili, da dove però spuntavano selve di antenne televisive; quindi si sacrificavano i bisogni detti “primari” perché ormai non si poteva rinunciare a quelli indotti dallo sviluppo capitalistico. Ergo, come appena detto, il livello dei bisogni cresceva più rapidamente del reddito (reale); e con ciò era verificata la tesi marxiana del crescente immiserimento assoluto; “perfetto”!
Tale immiserimento valeva perfino negli Usa. Dimostrazione? I barboni che nei quartieri poveri delle grandi città andavano a frugare nei cassonetti di immondizia (dove evidentemente solo pochi ricchi, e in numero sempre minore, buttavano ogni ben di Dio sia come alimenti che come oggetti vari di consumo). Aggiungo che questa dimostrazione l’ho sentita ripetere da alcune quote di cretini della sinistra “estrema” fino a non pochi anni fa (ma solo perché ho poi deciso di non frequentarli più; i miserabilisti, pauperisti, esistono tuttora, ne sono sicuro). Adesso che probabilmente andremo incontro ad un’epoca di crisi forse più grave delle precedenti, si scateneranno tutti i “crollisti” del Circo Barnum del “comunismo” e del “marxismo”, ormai ridotti a brandelli da piccoli gruppetti di sempre più disperati.
Comunque, per concludere, ritengo tuttora giusto ciò che appresi allora sulla “tattica”, e non discuto più “a bischero sciolto” della “Verità”. Tuttavia, ritengo sommamente inutile procedere a suon di “catastrofi”, di impoverimenti e arricchimenti in continuo aumento, di contraddizioni sociali sempre più accentuate. Sono 55 anni (dal 1953) che vivo in mezzo alla mistificazione ideologica; e oggi all’autentica demenza senile dei “comunisti” e “marxisti”. Dico allora: basta! D’ora in poi, non leggerò più alcun testo, di un qualsiasi genere, che risulterà, dopo il “metodo di lettura veloce”, affetto da certe “paroline chiave”. Né scriverò su questi testi anche un solo rigo. Gli altri del blog, che sono più giovani, lo facciano pure; hanno un’età in cui si può perdere un po’ di tempo. Io non ne ho più a disposizione; e poi ormai non sopporto più determinate impostazioni. Alla mia età voglio decidere chi “frequentare” – anche semplicemente in lettura – e chi no.
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Quindi un addio ai catastrofisti: che siano “comunisti” e marxisti” oppure no. Un addio ai crollisti, agli economicisti della “trasformazione” e della “caduta tendenziale del saggio di profitto”, ai “filosofi” del “diamat” ma anche a quelli dell’Essere o della Tecnica (con varianti sulla “tecnoscienza”), ai cultori delle statistiche sull’arricchimento e impoverimento crescenti, ai credenti delle contraddizioni sempre più esplosive che indurranno i diseredati (o ancora la mitica Classe operaia) a fare l’altrettanto mitica Rivoluzione. E non parliamo di coloro che straparlano di “movimento” (magari “dei movimenti”), di moltitudini, di Impero acefalo e indifferenziato (con condimento di fine degli Stati nazionali). Con tutti questi, sono obbligato per ragioni di tempo a chiudere ogni rapporto pur solo indiretto, tramite la mera lettura dei testi. Possono scrivere quello che vorranno; li leggerò con il metodo “trasversale” e poi, quando troverò le “paroline chiave”, butterò via tutto. E sarò lieto di sapere che questi individui non mi leggono; tanto dubito che siano in grado di capire, perché il loro cervello si è adattato a comprendere solo ciò che è straripetuto; qualcuno vuol magari essere rassicurato circa la prossima ripresa della lotta per il “comunismo” (alcuni credono ancora a quello “scientifico”; altri si limitano a quello “etico”, tutto pieno di buoni propositi di palingenesi totale).
E adesso, finalmente, mi metto lavorare (esclusivamente) ad altro.
PS Contrariamente a quanto pensavo qualche tempo fa, sono dell’opinione – che propongo agli altri – di fare del blog un contenitore di scritti di varia impostazione, purché critici dell’attuale società (in particolare italiana, ma non solo). Quindi, mi sembra giusto che appaiano anche quegli scritti che io mi esimerò dal prendere in considerazione dopo il suddetto metodo di “lettura veloce”. A questo punto, però, sarebbero da pubblicare tutti gli scritti in qualche modo, diciamo così, “antisistema”, senza accettare le solite “scomuniche” di destra o di sinistra, di fascismo o antifascismo, di comunismo o anticomunismo, di clericalismo o laicismo, ecc. Porrei l’ostracismo solo per chi si pone ancora dentro l’orizzonte del “gioco degli specchi”, magari con la solita coglionata del “meno peggio”: la sinistra moderata (il Pd) è il meno peggio rispetto alla destra berlusconiana, la sinistra arcobaleno è il meno peggio rispetto al Pd, la sinistra che ancora vuole la falce e il martello è il meno peggio rispetto a quella arcobaleno, e via sparando cazzate. Nel blog, dovrebbe invece essere accettato tutto, escluso proprio il meno peggio; cioè soltanto tutto ciò che è fuori – e contro – sia destra che sinistra ufficiali, quelle delle liste elettorali, di ogni lista elettorale. Ripeto: propongo vengano accettati esclusivamente gli “antisistema”; senza però discriminazioni all’interno di questa piccola galassia. Fermo restando che io non leggerò più tutti quelli che ho sopra indicato; né interagirò con essi in un qualsiasi modo. Che se ne pensa? E’ atteggiamento abbastanza “democratico” e “aperto”? Come diceva Mao: “Che cento fiori fioriscano”, con la speranza che arrivi il giorno in cui se ne possano falciare almeno 95 (minimo, minimo: 90).
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