Ogni bel gioco

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Dopo il crollo del socialismo reale, all’inizio degli anni novanta, il Pci – ormai divenuto Pds, poi Ds, oggi infine Pd – riuscì, grazie al rinnegamento (privo di autocritica) dell’intero suo passato, a farsi accettare, dagli americani e dall’establishment italiano a questi asservito, quale perno di un possibile nuovo regime, più sicuro (cioè servile) e meno “costoso” di quello Dc-Psi sbaraccato da pezzi di magistratura molto “militante”. Tuttavia, restava senza rappresentanza il maggioritario elettorato democristiano e socialista – solo in parte passato alla Lega (in quegli anni un fenomeno nuovo, oggi ormai appassito) – sul quale si basò il successo di Berlusconi, che mise così molti granellini di sabbia nell’ingranaggio apprestato al fine di procedere ad una sorta di “golpe strisciante”, ammantato di un moralismo giudiziario propagandato da giornalisti e intellettuali ben pagati dal suddetto establishment (la finanza sanguisuga e l’industria “vecchia” e assistita dallo Stato di cui parlo spesso, la GFeID).
Da allora, grazie al reale controllo dei mass media – che si riuscì a far credere fossero invece tutti in mano al Cavaliere “diabolico” – una buona parte della sinistra, cui si aggiungevano rimasugli democristiani anch’essi salvatisi con delle belle capriole, ha scalato vari gradini del potere, sempre servendosi di pezzi di magistratura “ben preparati” all’uopo. Ci si è trincerati dietro la canagliesca campagna circa il fascismo montante di Berlusconi; un vero “gridare al lupo” (per ben 15 anni) onde mascherare chi era il vero Lupo: la già nominata GFeID, longa manus di parti decisive del complesso politico-finanziario statunitense, che ha infiltrato i suoi uomini in gangli decisivi del potere economico italiano (uno snodo non indifferente di questo processo è stata la battaglia conclusasi con la sostituzione di Fazio al vertice di Bankitalia) e ha consolidato la sua presa sugli apparati politici, ponendo al suo servizio sia destra che sinistra.
Malgrado ormai gli americani si sentano abbastanza sicuri del loro predominio in Italia, chiunque governi il paese, importanti (i più importanti) pezzi della finanza e dell’industria italiana – estremamente arretrati sul piano delle strategie sia interne che, ancor più, in ambito internazionale, dove la loro competitività si riduce progressivamente – hanno continuato ad appoggiare la sinistra e a tuonare contro Berlusconi, corrompendo e disgregando pezzi delle forze che questi raccoglieva via via intorno a sé, e insistendo nella demonizzazione “giudiziaria” dell’avversario, condita con continue fughe (illegali) di notizie sulle indagini di certe Procure, su varie intercettazioni telefoniche, ecc.; tutte informazioni debitamente divulgate in TV e soprattutto dai giornali di proprietà della GFeID. Una vera vergogna di cui è pienamente corresponsabile la sinistra, in particolare proprio quella che si dice estrema o radicale, con il suo corteggio di intellettuali (girotondini e non) marci e dementi quant’altri mai, marmaglia che ha occupato tutti gli spazi televisivi, giornalistici, editoriali, in un’orgia di imbecillità e vera “delinquenza” ideologica.
I motivi di tale condotta sono chiari. I lavoratori dipendenti (e i poveri pensionati) sono ormai ridotti quasi in mutande. Con l’inganno di finte concessioni remunerative, debitamente controbilanciate dall’ossessione fiscale dei mediocrissimi e irresponsabili ministri economici TPS e Visco (per fortuna decaduti) – è di questi giorni la crescente protesta dei pensionati che si sono visti turlupinati dall’aumento forsennato della pressione fiscale – si è munto ancora qualcosa da tali settori sociali, ma si è ormai all’osso. Ci si deve dedicare allora al lavoro “autonomo”, in specie ai milioni che appartengono alle fasce medio-basse di reddito; le finte liberalizzazioni dell’altro mediocre ministro economico, Bersani, sono servite a “pestare” sulle fasce in questione, non hanno minimamente intaccato l’effettivo potere delle grandi concentrazioni monopolistiche! Per scremare tali strati, nulla di meglio che servirsi della sinistra, in particolare di quella estrema, formata da demagoghi (e anche mentecatti) tali da voler perseguitare i possessori di modeste quantità di titoli di Stato e di obbligazioni (a bassissimo interesse) come si trattasse dei rentier (grandi banchieri), di cui parlavano Marx e i grandi marxisti d’inizio novecento.
Il “bel gioco” è durato molto, fin troppo, e non siamo nemmeno troppo sicuri che finisca davvero. Aspettiamoci magari qualche buon colpo di coda. Tuttavia, quando si abusa eccessivamente di
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uno strumento, questo può sfuggire di mano; è quanto è accaduto con la magistratura. Alcuni suoi componenti, e con orientamento di sinistra, hanno preso sul serio la “missione” anticorruzione, moralizzatrice. Essi non hanno compreso che tale atteggiamento, per chi aveva innescato il “bel gioco” (che dovrebbe “durare poco”, come recita il detto popolare), era una pura scusa per attuare il “golpe strisciante” di cui detto sopra. Poiché invece la corruzione è generale – la sinistra in Campania, e anche in Calabria, è solo l’ “avanguardia” di tale schieramento politico (quel che ci sarà sicuramente a Roma, chissà quando, e se, verrà alla luce) – i magistrati in questione si sono cacciati in un ginepraio, e oggi vengono perseguiti con un accanimento simile a quello usato nei confronti di Berlusconi. Hanno osato mettere le mani in “luoghi” proibiti, un paradigma dei quali è la svendita dell’Italtel (azienda Iri, allora presieduta…. indovinate da chi?) alla Siemens, venuta in evidenza in base alle confessioni di due ex dirigenti di quest’ultima alla magistratura tedesca (con tanto di telefonate in cui si facevano “strane” allusioni a chi poteva favorire l’operazione), e “condita” con una maxitangente di dieci milioni di dollari data a “ignoti” (su chi siano, i due ex manager non si sono sbilanciati).
Comunque, come ha sottolineato il pezzo di G.P. qui sotto, siamo in presenza di accuse – ai poveri magistrati, di cui la più “triturata” è al momento la Forleo – che non sono mai state elevate contro quelli di “mani pulite” nemmeno quando dichiaravano, apertis verbis, di “voler rivoltare come un calzino” l’intero ceto politico di allora, quando hanno messo sottosopra un intero Parlamento, senza timore alcuno di essere perseguiti per aver provocato un grave conflitto istituzionale, ecc. Mi pare giusto e doveroso prendere le difese di questi (pochi) “ingenui” magistrati, nella speranza che ci si decida invece ad indagare i vertici regionali campani pienamente responsabili del disastro che è sotto gli occhi di tutti. Ad aprile ci saranno le elezioni, che chiudono una breve parentesi in cui la sinistra ha finalmente mostrato in pieno la sua ignominia di serva della GFeID (e di settori decisivi della potenza imperiale statunitense); ha mostrato la sua ipocrisia (perché ha finto di essere per i meno abbienti, contro l’imperialismo, ecc.), la sua corruzione. Deve essere punita per quello che ha fatto.
Per quanto mi riguarda, sono un incallito e irriducibile astensionista da una vita. Non propongo però nessuna interpretazione politica dell’astensione, né passiva né attiva. Nella seconda metà degli anni ’60, quando facevo parte (dal 1963) di gruppuscoli emme-elle, veniva data con grande prosopopea l’indicazione dell’annullamento della scheda, meglio se con “scritte rivoluzionarie”. Oggi, mi viene da ridere al ricordo, ma ne provo tenerezza perché faceva parte della mia tramontata gioventù. Ritengo errato propagandare l’annullamento o l’astensione come scelta politica in grado di produrre qualche effetto. Chi pensa così è ancora prigioniero dell’ideologia che fa delle elezioni il punto alto della “democrazia”; così come l’ateo (militante) è in fondo ancora schiavo dell’idea di Dio. Inoltre, è ora di superare la stereotipa formulazione secondo cui ci sono conquiste della borghesia, che i suoi successori (si pensa ancora al proletariato?) dovrebbero conservare (magari con l’aufhebung hegeliana?). Questa democrazia è quella, più o meno, delle “rivoluzioni arancione” pagate dagli Usa. Non sono una conquista del capitalismo “borghese”, bensì sono ormai ridotte a carnevalata, ad (avan)spettacolo di bassissima qualità, che serve a giustificare e presentare come ineluttabile e insuperabile l’attuale “stato delle cose”. Per mutarlo – non sto parlando della rivoluzione in direzione del comunismo, ma comunque di un effettivo cambiamento che, ad esempio, tolga ogni potere alla GFeID, renda il paese indipendente dagli Usa, ecc. – occorre la forza, non certo la “gabina elettorale” (alla Bossi), né le primarie, né i gazebo, e via sbrodolando.
Quindi, non andrò a votare; ma chi non può rinunciare a questa malinconica ritualità, almeno punisca la sinistra, in particolare quella radicale. In ogni caso, è meglio (meno peggio) semplificare il quadro dei nemici, sia a destra che a sinistra. Se poi Fi e Pd facessero veramente – ma non ci spero troppo – un bell’inciucio postelettorale, sarebbe un buon aiuto allo smascheramento del “gioco degli specchi” tra “destra” e “sinistra”; e siccome arriverebbe in un momento che sarà di crisi, non tanto passeggera né lieve come una piuma, il risultato ne sarebbe vieppiù rinvigorito. Quindi, fate veramente il vostro dovere “elettorale”: state a casa (molto meglio) oppure semplificate le schiere
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(quelle rappresentate dai guitti politici, ovviamente) dei nemici. Soprattutto basta con questa ossessione di creare finalmente la “vera” forza di “sinistra”. Quanto tempo ci vuole per capire che chi va “a sinistra” crea solo nuovi mostriciattoli sempre più disgustosi? E soprattutto ridicoli! O si è fessi o si ha il recondito pensiero di darsi un po’ di visibilità per poi vendersi meglio e conquistare il proprio “posto al Sole”; tertium non datur! !
PS Ho sentito le dichiarazioni successive allo scioglimento delle camere. Ancora una volta, si sono distinti i partitini della sinistra “estrema”; disperati per le decisioni prese da Veltroni (debbo ammettere che sono le più furbe che potesse prendere), blaterano ancora del “pericolo Berlusconi”, cui il Pd aprirebbe le porte. Via, via, questa cianfrusaglia. Nessuno può pensare che abbia simpatie per “l’Africano”, ma il signor “ma-anche” è un vero “dritto” rispetto agli squallidi personaggi “di sinistra”, anche poco intelligenti oltre che ormai spenti e inutili, una vera zavorra. C’è bisogno di una bella ripulita; dovrebbe dare una mano il commissario speciale per la “monnezza” napoletana, aprendo qualche discarica appositamente predisposta per costoro!
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