ORSO PREVIANO: SPECIE IN ESALTAZIONE di G.P.

Ohibò sono davvero perplesso, ho scoperto di essere un delfino, oltreché un soldataccio stupido e autolesionista alla Von Nibelunghen, per di più berlusconiano, adoratore della tirannia e dell’ordine (ma non troppo perché essendo procav cedo facilmente alla copula e alla baldoria) e mangiatore di poveri studenti con le mazze in mano e la segatura nel cervello. Così mi descrive il signor Eugenio Orso (nomen omen?), dalle pagine virtuali del suo blog Pauper Class che oggi noi qui ribattezziamo ufficialmente Pauper Mind.

Siffatto peripatetico-bisbetico della scuola di Costanzo Preve – che immagino, da buon filosofo distante dalle umane miserie, nulla c’entri con questo attacco personale “dolente, tristo e pien di smarrimento” – individua in La Grassa (e nel suo fido ronzinante G.P.) il vero genio del male, il massimo corruttore di giovani barricadieri ai quali, con le sue analisi eccessivamente realistiche sul funzionamento della società post-borghese, sta togliendo il chupa chups della rivoluzione.

La Grassa è davvero un cattivo maestro, come si permette costui di eliminare le illusioni e gli inganni dei venditori di fumo e di trasformazione sociale a gratis dalla teoria scientifica? Come può il Professore di Conegliano rinunciare a quel po’ di escatologia ultramondana che rende più digeribile la vita dei dannati della terra nell’attesa della dipartita verso l’altro mondo possibile dove i diseredati smetteranno di essere tali? Suvvia, tutti in saio ed in fitta schiera verso il sol dell’avvenire.

Non entrerò negli strafalcioni teorici del vindice Orso rosso, difensore degli oppressi e dei depressi, il quale probabilmente a causa di un disturbo bipolare è diventato facile all’esaltazione di classe accompagnata da una frugalità intellettuale da ultimo della classe. Ma una cosa su Orso voglio dirla lo stesso, o meglio lascerò che siano le sue parole a definirne la personalità fintamente engagé ma oggettivamente reazionaria per le castronerie seminate che consolano come le profezie divine:

“…ci siamo spinti fino al punto di ipotizzare la nascita di una sorta di General Intellect postmoderno e postmarxiano, reso possibile dalle professionalità, dalle conoscenze scientifiche, dalle capacità tecniche e organizzative, delle possibilità di comunicazione, dal know-how espressi dai così detti ceti medi moderni e dagli eredi della classe operaia. La reazione sociale, per concretarsi in forme e pratiche rivoluzionarie, richiederà – come già accennato – che gli strati più alti della nuova classe povera raggiungano la piena autocoscienza e, in ogni caso, ciò dovrebbe accadere preferibilmente entro il fatidico 2050, alla metà del secolo o poco oltre, ossia fra una generazione e mezza, come direbbe un demografo per il quale la distanza generazionale è di un trentennio, perché dopo sarà veramente troppo tardi e i nuovi dominanti avranno vinto per tutto il secolo ventunesimo” (Eugenio Orso-Costanzo Preve, Nuovi signori e Nuovi sudditi).

Come potrete capire da soli, questi signori danno i numeri e sorprende grandemente che su una sciocchezza cabalistica del genere ci abbia apposto la firma anche un filoso di grande rispetto come Preve. Mi viene il sospetto che il pensatore torinese non si sia nemmeno degnato di compulsare l’inchiostro che il suo “calamaro” vomitava sulla carta, oppure proprio non se l’è sentita di contraddire un folle. Fortunatamente per l’umanità, nel 2050 questi imbonitori saranno tutti finiti dallo sfasciacarrozze storico, laddove vengono rottamate definitivamente le ideologie inservibili.

Quindi lascio a voi decidere: preferite ascoltare questi frati laici che promettono ai poveri cristi quello che non possono mantenere, oppure preferite cimentarvi con le difficoltà reali, con l’analisi seria della scienza che non lusinga nessuno ma si sforza di comprendere e di capire la direzione degli eventi ed il perché dei fenomeni sociali? Sono ancora così attuali le parole di Mandeville che bastano da sole per mettere a tacere questi spacciatori di sogni a tradimento (e forse mai del tutto in buona fede): “Una delle ragioni principali per cui così poche persone comprendono sé stesse [ed anche il mondo] è che la maggior parte degli scrittori insegnano agli uomini sempre quello che dovrebbero essere, e quasi mai turbano le loro teste dicendo loro quello che sono realmente [e quello che è il loro orizzonte storico d’azione]”. Buon letargo all'Orso di Yellowstone