I DEFUNTI COMUNISTI di G.P.

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Rivede la luce il Partito comunista ma è solo l'ennesima alba dei morti viventi. Ci voleva una bella seduta ideologica per richiamare alla vita gli spettri del comunismo che armati di falce senza martello si pongono ora alla testa dei trapassati di classe. Anche se la morte ti fa bella con il make up degli sfruttati sotto la pelle gli organi politici si sono già decomposti.

Verso il sole spento dell'avvenire s'avanza l'armata delle tenebre della rivoluzione, al grido tremendo e catacombale di lotta dura per la sepoltura. Più che dalla costola di Rifondazione il nuovo partito animato (si fa per dire!) da Fosco Giannini e da qualche altro nostalgico viene direttamente dal suo mucchio d'ossa. La chiamano ricostruzione organizzativa ma è solo un'operazione necrofila per egemonizzare i cimiteri della dottrina comunista ad uso politico-tumulativo. Fosco come Foscolo, vorrebbe il sepolcro più bello di tutti anche se non potrà parlarne con Canova. Marx e Lenin, fortunatamente per loro, riposano in pace dopo aver dato tanto alle epoche in cui hanno vissuto ed anche a quelle successive. Tuttavia, innalzare in questo mondo le loro salme per fare la guerra a Berlusconi o per conquistarsi qualche posticino nell'obitorio parlamentare italiano è luttuoso oltre che squallido. Ma Giannini insiste: Marx e Lenin sono vivi. Forse, ma di certo non combattono insieme a voi, perché tanto il tedesco che il russo erano uomini vitali che mai avrebbero inseguito dei fantasmi. Ecco con quale funerale di propositi si sta materializzando il nuovo “di-partito” dell'ex senatore del PRC: “La grande crisi capitalistica irrisolta, destinata a durare a lungo, spinge le classi dominanti verso soluzioni di destra sia sul versante economico-sociale che su quello politico-istituzionale. L’attacco alla Costituzione intende smantellarne, insieme con gli elementi portanti della forma di repubblica parlamentare fondata su un sistema elettorale proporzionale puro, i capisaldi economico-sociali. L’aggressione alla magistratura e all’autonomia dei diversi poteri dello Stato, la controriforma dell’Università, i tagli all’istruzione e alla formazione, la destrutturazione più in generale del mercato del lavoro, configurano un progetto di società antidemocratica, basata sempre più sulla precarietà sociale e civile. Una radicale inversione di rotta nel nostro Paese, facendo della difesa e rilancio integrale della Costituzione la base del programma politico, con la ripresa dell’intervento pubblico in economia e della programmazione democratica sotto controllo operaio e popolare”. Non c'è che dire, una decrepitezza ideale, teorica e politica senza paragoni, una imbalsamazione storica risalente alle mummie d'Egitto. Del resto sono loro stessi ad ammettere che non c'è ancora la teoria scientifica che li rivitalizzerà del tutto anche se nel frattempo ricostruiscono il santuario-partito che dovrà accoglierne le spoglie. Ma come per ogni estremo saluto che si rispetti non potevano infine mancare gli apparentati piangenti e sconsolati. Giannini ha ovviamente provveduto anche a questo evocando il “Grande Fronte Democratico con Pd, IDV e Sel”. Appunto, al Fronte ci si sbriga prima a tirare le cuoia. Il corteo funebre può ripartire. Ps avevate ragione voi, l'altro mondo è sempre possibile.