L'ALLEANZA DELLA CATASTROFE di G.P.
Il Governo Berlusconi è ormai assediato da ogni punto. L'attacco concentrico proveniente dalle opposizioni, dai magistrati, dalla stampa, dalla televisione, dai poteri forti interni ed esterni alla nazione e persino dal Presidente della Repubblica dovrebbe suggerirgli un'iniziativa netta per disorientare gli avversari ed uscire finalmente dall'angolo.
La mera resistenza parlamentare per un pugno di voti lo tiene in sella ma lo logora, lo irretisce, gli toglie lucidità e capacità di analizzare la situazione che è grave ed insidiosa. Il prossimo colpo sferrato sotto la sua cintura potrebbe essere quello decisivo. E non gli basterà praticare l'arte di cui è ormai maestro indiscusso, quella di schivare i processi o di incassare gli scandali per riuscire ad incrinare il fronte dell'odio che lo pressa. Non è restando ancorato alla cadrega che potrà sottrarsi alla sassaiola che lo ha preso di mira anche perché presto le pietre potrebbero diventare proiettili. B. non può nemmeno fidarsi delle forze che fanno parte della sua compagine governativa (come la Lega) né dei Ministri del suo esecutivo (come Tremonti) che si stanno già proiettando nella prossima fase in cui lui sarà assente per sopraggiunti limiti di età, di carisma e di credibilità politica. Ma B. ancora oggi ribadisce sui giornali che non ha alcuna intenzione di mollare, vuole andare avanti pur essendo palesemente in surplace, in attesa di una volata che nessuno gli preparerà, di un' ancora di salvataggio che nessuno gli lancerà. Sarebbe invece giunto il momento di rimettere il mandato nelle mani del Colle per pretendere le elezioni anticipate. Tutti dicono di volerle da Fini a Scalfari (il portavoce di De Benedetti che detta la linea a Bersani e compagnia) ma è solo un bluff per spingere B. a fare il contrario. Certo, c'è il rischio del golpe di Palazzo sotto forma di governo tecnico, ma è un pericolo che si può sventare allertando la piazza. Se il popolo del Pdl farà sentire la sua voce il Presidente Napolitano non potrà fare orecchie da mercante, del resto si tratta pur sempre della maggioranza degli italiani. Che sia pertanto la gente a stabilire da quale polo vuole essere governata e con quali programmi politici. In questo caso B. partirebbe verosimilmente in vantaggio perché i suoi grattacapi nella coalizione sono quisquiglie rispetto ai problemi mastodontici che si schiantano sull'altra sponda del panorama politico dove c'è solo un'accozzaglia di forze (Pab – Partitume antiberlusconi, secondo la definizione dell'economista Gianfranco La Grassa) tenuta insieme dal pregiudizio, dalla smania del potere e dall'istinto forcaiolo e moralistico. Questa sinistra è letteralmente sfatta e se non fosse per l'appoggio ricevuto dalla casta giudiziaria che sin dai tempi di Tangetopoli le copre le spalle nei tribunali, se non fosse per il sostegno ottenuto dalla Grande Finanza e dall'Industria privata assistita dallo Stato che tramite essa spera di drenare le casse pubbliche, se non fosse per l'endorsement di quegli ambienti stranieri interessati a liberarsi di un uomo scomodo come B. che agisce al di fuori dei dettami atlantici e dei diktat dell'euroburocrazia, si sarebbe già ridotta in mille pezzi. Il centro-sinistra dunque con quest'accecamento non distruggerà solo B. ma l'intero Paese che si trova circondato dagli sciacalli della finanza internazionale e dagli avvoltoi geopolitici che non gradiscono il suo protagonismo sulla scena mondiale. Come diceva Wilde, l'odio tra le persone distrugge tutto fuorché se stesso, se poi diventa persino una categoria della politica può radere al suolo interi Stati. Ma questo è l'unico scenario funesto che può consentire al PAB di scalare il potere e tale partitume lo persegue senza curarsi di quello che potrebbe accadere all'Italia intera. Costoro sono i leaders della catastrofe e i signori dei temporali ma si spacciano per i salvatori della patria e della pace sociale. Il vento elettorale ripulirà l'aria ed il parlamento, se B. ha ancora un briciolo di sensatezza nel cervello spieghi le vele e sfidi la corrente. Non c'è altra soluzione.