COCORICO di G.P.
Forse ci mancano le informazioni ma non i neuroni. Da queste parti abbiamo infatti messo immediatamente in dubbio il presunto afflato umanitario col quale Inghilterra e Francia si erano scagliate contro il regime di Gheddafi, fino all’escalation armata di questi giorni. L’accelerazione impressa dalla coalizione, guidata da queste due nazioni, all’imposizione della no fly zone rispondeva all’esigenza di chiudere celermente una partita che cominciava a sfuggire di mano tanto ai complottisti d’oltralpe che a quelli d’oltremanica. Come già detto, gli inglesi erano entrati in Cirenaica un mese prima della guerra con le loro forze speciali e stavano addestrando ed armando i ribelli libici. I francesi avevano invece fatto di più, come riportato da Franco Bechis su Libero di ieri. Il giornalista in questione ha ricostruito i passaggi dell’iniziativa di Sarkozy, alla luce dei quali è possibile capire perché Parigi sia oggi in prima linea contro il Paese nordafricano. Altro che amore per la democrazia e la libertà! Uno strettissimo collaboratore di Gheddafi, secondo quanto raccontato da Bechis, da metà ottobre soggiornava nella Capitale francese dopo aver sostato a Tunisi ed aver preso contatti con la dissidenza tunisina. Sotto la Tour Eiffel costui aveva incontrato i collaboratori di Sarkozy ed i suoi servizi di intelligence. Poco dopo era partita una delegazione francese alla volta di Bengasi con l’intento di ottenere contratti e appalti nella regione. Non si trattava però dell’avvio di normali rapporti commerciali perché tra gli uomini della rappresentanza francese si erano mescolati militari della sicurezza. A Bengasi quest’ultimi avevano preso contatto con un Generale dell’aviazione facente parte del gruppo che stava per organizzare la rivolta della Cirenaica. La notizia arriva però a Gheddafi che emana un mandato di cattura internazionale contro l’alto papavero di Stato di cui parlavamo all’inizio. La Francia che aveva approfittato dei suoi servigi finge di arrestarlo ma lo tiene nella suite di un albergo di lusso. Poco dopo altri libici arrivano a Parigi, sono gli stessi uomini che guideranno, di lì a breve, la sollevazione in Cirenaica sostenuti proprio dall’Eliseo. Siamo a metà gennaio e la Francia ha dunque preparato ogni mossa per realizzare il colpo di Stato contro il rais. Ma qualcosa va storto, i servizi segreti libici si svegliano ed arrestano i militari che stanno cospirando contro il governo grazie all’aiuto degli stranieri. Tuttavia è troppo tardi, i miliziani hanno condiviso informazioni sensibili con i centri di potere europei ed hanno ottenuto tutto il sostegno necessario. Dopo qualche giorno scoppia la rivolta ma sin dalle prime battute si capisce che i cosiddetti insorgenti sono dei velleitari. Hanno bisogno di aiuto diretto per avere la meglio. Arrivano le bombe occidentali. Sembra la trama di un film ma è la realtà. A questo punto noi italiani dobbiamo farci qualche domanda. Dov’erano le nostre barbe finte mentre si stava tentando di soffiarci da sotto il naso la miniera libica? E se queste hanno agito tempestivamente, mettendo in allerta gli altri corpi speciali dello Stato e il potere politico perché non è stato fatto nulla per impedire questo sacco ai danni della Libia e dell’Italia? Qualcuno dovrà rispondere prima o poi a queste domande e molte teste dovranno rotolare per restituire dignità a tutta la nazione, ingannata dalle menzogne e dalla cialtroneria dei suoi vili rappresentanti. I Galli francesi fanno cocoricò, quelli inglesi cock-a-doo-dle-doo, i nostri chicchirichì. Non cambia molto, quando il pollame strilla è in corso un tradimento, qui, a Parigi o a Londra. Il prossimo che mi parla di unione europea e doverosa partnership con i governi continentali si prende un calcio in bocca. Questa è la geopolitica, un gioco serio e pericoloso che può dare vantaggi o affossare uno Stato. Chi ha intenzione di cullarsi con le balle parole, le decisioni concordate, la solidarietà internazionale, la civiltà occidentale monolitica si ritiri in convento o si costruisca la sua dolce Icaria comunitaria nei sogni senza rincoglionire chi abita il presente. Sullo scacchiere internazionale si fa da sé o si fanno patti chiari per una lunga amicizia, contrariamente si va a fondo o la si prende nel di dietro. Ecco la lezione che abbiamo imparato da questa vicenda.