GLI AMICI SI DICONO SINCERI, I NEMICI LO SONO di G.P.
Ci vorrebbero, non dico dei maitres à penser ai livelli più alti delle istituzioni, non siamo mica una repubblica platonica, ma almeno uomini coraggiosi e competenti che abbiano dimestichezza con la strategia e la tattica politica sullo scacchiere planetario, soggetti in grado di mappare la direzione degli eventi e d’intuire i cambiamenti senza cedimenti emotivi o estemporanei. Ma purtroppo per noi l’Italia pare un Gran Ristorante dove il cliente ha sempre ragione, soprattutto se è straniero.
Ci facciamo cucinare in pentola come dei capponi o restiamo sulla graticola finché gli altri non hanno finito di ingozzarsi. Polletti destinati al girarrosto senza consapevolezza del proprio destino. Ai banchetti ovviamente nessuno ci invita se non per addentarci e siamo costretti a raccattare le briciole quando tutti sono andati via a fare il sonnellino post prandiale. Non è un’immagine edificante per una collettività che viene da lontano e vorrebbe continuare ad essere protagonista della Storia e del Futuro. Però questa è la situazione in cui ci troviamo ed ancora ieri il Capo degli Esteri Frattini ha dato, con le sue dichiarazioni sulla crisi libica, l’ennesimo esempio di come ci si aggira con camicia bianca, gilet e tovagliolo sul braccio tra i tavoli del potere intercontinentale. Mentre un rapporto della Cia denunciava l’infiltrazione di Al Qaida e dell’islamismo settario tra i rivoltosi, il Ministro delle frattaglie internazionali ha riconosciuto il Consiglio nazionale transitorio dei ribelli come "l'unico interlocutore politico legittimato a rappresentare la Libia". Una tempistica perfetta per un dilettante allo sbaraglio al quale è stato affidato il compito di far affondare lo Stivale nel suo bel mare nostrum. L’intelligence americana che evidentemente ha esitato questo dossier in polemica con una parte dell’establishment stellestrisce di cui Obama è rappresentante, ha testualmente riferito di una preponderanza di jihadisti nelle file dell’insurrezione in Cirenaica. Sarebbero questi i civili ai quali volevamo portare pace, pane, libertà e tanto amore? E come si stabilizza un contesto ormai precipitato in una guerra civile che prima del nostro arrivo era solo un fuoco fatuo? Fornendo ai militanti di Allah armi e munizioni. Questo ha annunciato Frattini dall’alto della sua preparazione in questioni estere. Non c’è nulla di peggio di un pavone che si sente un’aquila e di un Ministro che si percepisce leader quando al massimo può ambire alla gestione di un dopolavoro. E che costui sia ormai del tutto fuori di senno lo attesta la sua chiosa alle scelte fatte dal Governo nelle ultime ore: "Gli amici francesi hanno preso una decisione, che noi ovviamente abbiamo apprezzato, ma credo che sia difficile immaginare di poter soppiantare l'Italia nel cuore e nelle relazioni storiche che l'Italia ha e avrà con la Libia". Quest’uomo dice le barzellette come il suo Premier ma non fa ridere e tale ultima freddura sull’amicizia coi francesi è divertente come un cimitero libico spacciato per una fossa comune. Frattini si ricordi che gli amici si dicono sinceri, ma solo i nemici lo sono.