UE: UNA BAGNAROLA ALLESTITA COME UN BASTIMENTO
Diciamoci la verità, i popoli europei non si sono mai entusiasmati all’idea di mettere nella mani di una burocrazia centralizzata e sovrastatale la loro libertà e sovranità nazionale. Essi si vogliono bene per affinità culturale ma per le stesse ragioni si amano poco giungendo, in alcuni frangenti, persino ad odiarsi tra loro. Francesi contro italiani, Inglesi contro francesi, gli ultimi due contro i tedeschi e gli stessi teutonici contro tutti. Altre antipatie, più o meno sotterranee, toccano ogni collettività continentale ma l’Europa Unita, dopo aver imposto autoritariamente la sua volontà, è riuscita a tirare il peggio da ciascun ordinamento statale istituzionalizzando i difetti generali di ciascuno e traducendo in organi inutili o autoreferenziali (che si chiamano Parlamento, Commissione, Consiglio, Corte di Giustizia ecce cc) le deficitarietà di tutti. Probabilmente le intenzioni originarie con le quali i padri dell’ Europa Unita si approcciarono a tale aspirazione erano nobili e solenni ma, per onestà intellettuale, occorre guardare al risultato finale di oggi che non è esaltante né edificante. L’Europa è un nano politico senza anima che non gode del favore popolare. Queste incertezze, per usare un eufemismo, emersero prepotentemente quando francesi, olandesi, irlandesi si espressero in dissenso sul Trattato di Lisbona, mentre ai cittadini italiani nessuno chiese nulla perché i nostri tutori elettivi, sempre divisi su tutto ma per l’occasione unanimemente concordi ad autorizzare l’autocastrazione oligarchica comunitaria, la sanno più lunga dei loro votanti. Così oggi ci ritroviamo ad essere parte integrante di istituzioni che da un lato ci impongono regole di bilancio intollerabili che potrebbero annientare la nostra economia mentre dall’altro stabiliscono la misura di piselli, fave e favette con le quali hanno deciso di completare l’ignobile servizio alle nostre spalle. Questa Europa bancocentrica ed antidemocratica senza spinta politica e senza identità condivisa ci lascia spesso soli con i nostri problemi ed anzi è addirittura un fattore di moltiplicazione di guai allorché ci coarta con i suoi regolamenti, decisioni, direttive ecc. ecc. al fine di modificare situazioni che ci portano vantaggio competitivo e forza industriale sui mercati mondiali. Nel caso di aziende strategiche come l’ENI, l’europark degli orrori vuole ordinare uno spezzatino tra attività upstream e downstream del Cane a sei zampe, apparentemente per garantire maggiore concorrenza tra partners e soggetti economici ma sostanzialmente per togliere all’Italia un punteruolo acuminato col quale il nostro Paese ha sin qui dettato legge nel settore energetico. E poiché quest’ultimo veicola importanti interessi geopolitici, come dimostra la recente guerra libica, con questa azione Bruxelles cancella la capacità di penetrazione internazionale e quella di performatività industriale di uno Stato membro, in ossequio ad astratti principi ideologici che non valgono nulla. Infine, abbiamo visto che anche con l’ondata di profughi e clandestini proveniente dal Nord Africa il nostro Governo ha dovuto cavarsela senza l’apporto dei grigi funzionari europei. Ha ragione il giornalista di Libero Franco Bechis quando sostiene che: “Lasciati soli davanti all’invasione degli immigrati. Abbandonati quando la speculazione finanziaria internazionale ha fatto sentire il morso sul debito pubblico italiano. Bacchettati però quando si tenta di difendere le aziende nazionali come altri paesi hanno fatto tranquillamente senza le reprimende di Bruxelles. E con le mani legate – talvolta perfino con la camicia di forza – quando provi a balbettare qualcosa di fisco o di sviluppo…Ma a che serve l’Unione europea per l’Italia?”. Già a che serve, o ancora più surrettiziamente se vogliamo, a chi serve? Non a noi che finora abbiamo ricevuto solo svantaggi senza ottenere reali benefici. Se questa è la situazione forse sarebbe meglio pensare di abbandonare la nave. Ci saranno dei contraccolpi ma chi pensa di poter attraversare il mare in tempesta della storia su una bagnarola allestita come un bastimento non è tanto più saggio, né lungimirante.