ORMAI RIMMINCHIONITO (di Giellegi 5 luglio ’11).

La manovra finanziaria è ormai il vaso di Pandora, se ne scoprono sempre nuove sorprese. Il premier o è rimbambito, e ha perso completamente ogni capacità di intendere e volere, o ha abdicato alla sua funzione, aspettando che tra Usa, presdelarep, e il suo ministro Tremonti gli condiscano per bene la “pensione”. Certo rischia, perché qualcuno lo aspetta al varco, sempre più abbandonato dai suoi inferociti elettori, per fottergli anche le aziende. Cosa che comunque, a questo punto, si merita ampiamente. Ha tradito su tutta la linea: in politica estera come sul piano della difesa delle nostre industrie strategiche. E’ un impasto tra Gano di Maganza e Don Abbondio; mistura esplosiva.

Si è fatto fare una leggina che fotte De Benedetti. A me sembrerebbe logico che non si pagasse fino a sentenza definitiva, ma non si può inventarsi la leggina ad hoc proprio in questo momento. Le pensioni sono bastonate a partire da 1400 euro lordi (1100 netti); adesso si scopre che di fatto c’è una sorta di patrimoniale, che va ben oltre il premeditato passaggio dal 12,5 al 20% di imposta sulle sedicenti rendite finanziarie (semplici, infimi, interessi su modesti risparmi di milioni e milioni di italiani, che non sono rentier). Addirittura, con l’insensato aumento dell’imposta di bollo, vengono colpiti anche i Bot e gli altri titoli di Stato a medio periodo. Tremonti è un idiota perfetto? Nessuno lo crede. E’ certo un miserabile contabile e non un ministro delle finanze (non diversamente dal troglodita Visco); ma non è così deficiente da non capire il disastro che sta combinando e la paura che incute ormai agli elettori, compresi quelli di centro-destra.

Il gioco è dunque evidente. Il rimbambimento di Berlusca è ormai arrivato al capolinea; il suo terrore di Obama e di una vendetta della GFeID (grande finanza e industria decotta, cioè parassita) italiana al suo (di Obama) servizio è ormai al diapason. Quindi il subdolo e infido ministrucolo “finanziario” – tutto pregno di “economia sociale di mercato” a spese di milioni di italiani del ceto medio-basso – sta dilagando, portando scientemente alla perdizione il governo su ordini precisi arrivati da ben individuate “sponde” (atlantiche). L’alternativa è pessima, lo sappiamo; ma ormai questo sbandato premier, incapace di tenere la barra (salvo cederla ad Alfano che cerca disperatamente di coinvolgere i moderati del centro in una politica di semplice suicidio politico), deve andarsene, non ha più voce in capitolo.

Per quanto mi concerne, non lo critico, in sé e per sé, per i suoi festini sessuali; se però questi gli hanno prosciugato il midollo spinale e infine il cervello, è ovvio che la questione cambia aspetto: diventa politica. Fuori dai coglioni, caro premier, ormai sei istupidito al punto di cottura a cui ti volevano condurre. Ci sono riusciti; adesso vattene. Questo l’augurio. Poi, bisogna preparare la resistenza ai farabutti e delinquenti pronti a saltarci addosso per spogliarci; essendo questi, ovviamente, i reali rappresentanti dello straniero (leggi Usa di Obama) in questo paese ormai servo e colonizzato.