FINALMENTE! (a cura)
Quello riportato in calce (in formato pdf) a queste note, è un articolo del Gen. Piero Laporta su “Italiaoggi” di ieri. Finalmente trovo un articolo che, “strategicamente”, è inappuntabile e pressoché approvabile in toto; e senza le “timidezze” di altri che pure hanno idee vicine alle nostre e che mettiamo spesso nel blog. Finalmente, sia pure per inciso, si fa riferimento non semplicemente agli Usa, ma a quelli clintoniani, in merito agli eventi di vent’anni fa circa [dice Laporta: “è l’orrido scenario clintoniano del 1992, oggi più evidente per la congruità con l’intento dichiarato dagli Usa di guerra permanente nel Mediterraneo per chiuderlo alla Cina”]. E appaiono chiari gli intendimenti di chi sta creando il caos in Italia. Interessante e chiarissima la succinta suddivisione prospettata per il nostro paese: “Sicilia, avamposto militare della Nato; Meridione (con Grecia e Balcani), stato cuscinetto; Settentrione col cuore ricco dell’Europa. Ma si vuole un’Europa ricca e stabile?” Domanda retorica, che implica una risposta di massima non positiva. Importante l’indicazione precisa della funzione e ruolo di Tremonti (il giudizio sugli intendimenti della manovra finanziaria è di fatto lo stesso del nostro), della Lega di Maroni (anche qui siamo in pieno accordo), ecc.
Ma adesso non chioso l’articolo, perché dovrei ripeterlo inutilmente; basta leggerlo. Volendo, per trovare il pelo nell’uovo, si può fare gli schizzinosi fin che si vuole; ma il disegno schizzato è chiaro e più comprensibile di altri sbrodolamenti, scritti apposta per non far capire nulla al popolo italiano. Soprattutto si rifiuta la facile demagogia contro la Casta, meritevole di tutto il male possibile, ma che non è il fulcro del problema, rappresentato dal nostro prossimo asservimento e sbriciolamento. Quanto a Berlusconi mi sembrano giuste le varie alternative: “Silvio Berlusconi, che approva la manovra finanziaria apparentemente suicida, è un ingenuo? O un complice? Ebbe una proposta che non poté rifiutare? Si vedrà in questa lunga estate torrida”.
Propenderei quasi per la terza ipotesi: quella resa famosa dal film “Il Padrino”. Qui abbiamo sia il “primo” (interpretato da Marlon Brando), appostato alla Casa Bianca, sia il “secondo” (Al Pacino) collocato in Italia. In ogni caso, non è questo il problema centrale. Decisiva è la manovra strategica degli Usa di Obama (eredi di quelli di Clinton, assolutamente più pericolosi per l’indipendenza italiana di quelli dei Bush, come dimostrò la guerra di Serbia, per la quale fu sistemato a Palazzo Chigi uno degli ex appartenenti al Pci, che cambiò già di campo negli anni ’70, come da noi rilevato più volte). Leggete e meditate!
Una domanda mi sorge però imperiosa: è proprio impossibile superare provenienze (antiche) e diffidenze davanti a simili prospettive così disastrose, eppur realistiche, per il nostro paese? In tutti gli apparati che contano non vi è proprio nessuno “spezzone” che si renda interprete degli interessi italiani o anche perfino di un semplice empito di dignità? In ogni caso, pur sapendo che non contiamo gran che, invito a prendere in considerazione per settembre un appello alla “nuova resistenza” (con finalità ovviamente diverse da quelle di quasi settant’anni fa), che abbia quindi un respiro più vasto dell’appello scritto per la Finmeccanica. Bisogna “stanare” chi ha veramente a cuore le sorti d’Italia. Ormai i traditori sono ben individuati, agiscono senza più pudore, pur riuscendo ad ingannare ancora una popolazione disabituata da “mani pulite” in poi – questo effettivo colpo di Stato compiuto da pericolosi apparati e per conto di coloro che sarebbero da processare – a capire una qualsiasi cosa che abbia “odore” di politica.
PS. Scusate ma devo aggiungere una notazione storicamente molto rilevante; perché secondo me Laporta la fa intendere, ma temo sfugga a molti lettori. E’ più o meno noto che gli Usa si servirono della mafia siciliana per lo sbarco in Sicilia. Forse è meno noto che la lotta “autonomista” di Giuliano (condotta, forse, per effettiva convinzione) era ben foraggiata e appoggiata dagli Usa; sempre attraverso la mafia. Chi a quel tempo si oppose – e il Pci e il sindacato “di classe” fu all’opposizione; e per questo almeno meritano lode massima – pagò anche un bel tributo di sangue (dice nulla Portella della Ginestra, del maggio 1947, vera pagina gloriosa, di fatto dimenticata; altro che quelle fasulle ricordate dai falsi cultori dell’Unità d’Italia o della Costituzione “antifascista”?). Quando un anno dopo quella strage, vi fu il 18 aprile della Dc e il sedicente “pericolo comunista” sfumò, finì l’utilità della secessione siciliana. Nel 1950, tramite il tradimento di Pisciotta (un traditore si trova sempre) Giuliano fu eliminato, e così non ci fu più pericolo che raccontasse qualcosa di “antipatico”; non semplicemente e non tanto per la Dc, ma per gli americani. E dopo, quando Pisciotta fu condannato contravvenendo evidentemente ad assicurazioni date, fu ucciso perché protestò e minacciò di parlare; e ancora una volta, chi ci avrebbe rimesso di più non era la Dc, ma gli Usa.
Arriviamo poi a Mattei. E, chissà, forse anche a Moro. Non credo a Br infiltrate dalla Cia o Fbi. All’origine vi fu l’opposizione di ambienti comunisti italiani al cambio di campo del Pci negli anni ‘70, contrastato dai Servizi dell’est. Su chi mise all’angolo le Br circa la scelta di uccidere oppure no – fra l’altro trasmettendo ai carcerieri di Moro notizie false e contrarie al vero sulla riunione dei vertici Dc nella notte precedente l’esecuzione, in cui si era deciso di accedere almeno minimamente alle loro richieste – ci sarebbe però molto da indagare. E credo proprio si scoprirebbe che, al contrario dell’epoca di Giuliano, i conniventi con gli Usa – questi ultimi non so se proprio sfavorevoli a quell’esito dell’affaire Moro per ragioni di equilibri politici in Italia – vanno annoverati tra chi comandava ormai nel Pci e che non erano più i “revisionisti” amendoliani, da noi tanto avversati in questa loro qualifica (da “socialdemocratici”).
Adesso, le mene sulla Sicilia, pur in diverso contesto storico e quindi, evidentemente, non con gli stessi intendimenti di allora, riprendono forza; all’origine sempre gli americani, anch’essi non più gli stessi di allora e con nuovi intenti strategici. Sempre tuttavia nemici come allora; e, come allora, considerati ancora “liberatori”, i nostri benefattori. Sono i nostri invasori, invece, soffocano la nostra indipendenza. Ci si deve opporre ad essi. Un nuovo, ma questa volta effettivo, Risorgimento; contro lo straniero che viene da ovest, alla faccia dei pericoli bolscevichi, di quello “giallo” e tutte le altre balle raccontateci nel secolo scorso. Gli stessi che hanno raccontato l’eccidio di tutto un popolo quale epopea del far West adesso vorrebbero raccontarci la nostra schiavitù come protezione dall’invasione proveniente dal far east. Difendiamoci dagli invasori reali che vengono dal west!
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