PRIMUM AGERE, DEINDE PHILOSOPHARI
Nichi, Nichi, Nichi…non è un Governatore del Tavoliere ma una formula magica della post-modernità, un rito scaramantico degli oppressi che piace agli oppressori, un incantesimo mondano che rende felice l’essere umano senza cambiargli la brutta mano. Nichi questa volta però è scivolato su una buccia di banana, anzi no, su un rosso ortaggio che lo rende ostaggio di questa squallida realtà inadatta ad interpretare la sua fantasia, la sua immaginazione, l’iridescenza e l’alta narrativa del suo pensiero. Maledetta realtà che non è fatta della stessa materia dei sogni, luoghi onirici a te familiari dai quali sbuchi piangendo per farti corrompere dalla burocrazia. Quanto la sai lunga Nichi? Solo tu potevi dichiarare: “sono reo di porto abusivo di sogno e devo dire che tendenzialmente mi dichiaro colpevole”. Ma è tempo di raccolto nella Capitanata, dove si dorme poco e non si sogna affatto. Orde d’immigrati arrivano dall’Africa nera e dai paesi dell’est per svolgere un duro lavoro pagato malissimo che nessun italiano vuole più fare. Sventurati bruciati dal sole e dalla ruvida terra che bagnano i campi col sudore della fronte e la schiuma della fatica per poche decine di euro al giorno. Sono questi gli Altri che Nichi mitizza e raffigura nei suoi illuminati discorsi da esegeta della solidarietà, della pace, dell’integrazione razziale e dell’unione umanitaria. Le diversità sono proprio una ricchezza caro Vendola, lo sanno bene i caporali ed i latifondisti pugliesi che sulla pelle di costoro fanno i milioni. Come vedi, purtroppo sono tutti d’accordo con te. Diceva Nichi in una delle sue estasi antropologiche che “Il potere, oggi come ieri, è figlio di un’antropologia per bianchi…e si sente in diritto di criminalizzare la diversità…” Ma quando mai? Il potere ha le sue idee sulla diversità (sociale, politica, sessuale). Questo potere ha inventato il politicamente corretto per sussumere te e la tua ideologia della differenza omologata. Certo, a volte, c’è meno poesia e più prosa in esso, ma nessun disinteresse all’alterità che è una merce a prezzo variabile come tutte le altre. Di valore inestimabile quando si vende nelle vetrine dei luoghi comuni, più economica quando viene impiegata nelle colture di pomodori e di patate. Allora Nichi, fai qualcosa di veramente nuovo per te e per gli altri, accorda mente e corpo e agisci con coerenza senza barricarti dietro quella facile metafisica sociale che trova finanziatori presso la Fondazione Rockefeller. Permetti ai tuoi concetti di confrontarsi con la vita vera, prova a pensare per un attimo all’odore delle cose, al loro sapore dolce, acre o nauseabondo, tocca con mano la consistenza del mondo e lascia che sia questa a raccontare qualcosa a te. A detti sfortunati lavoratori stagionali quest’anno mancano acqua e servizi igienici e si rischia l’emergenza sanitaria. Si, lo so, lo so, tu sei un filosofo della politica mica un idraulico o un montatore di bagni chimici. Ma che credi? Non ritieni che assetare i bisognosi e costringerli a trattenere i loro bisogni strida con l’afflato umanista della tua coscienza immacolata? Gli immigrati non sono un’astrazione del cervello, uno slogan esotico o una teoria dei colori, essi sono più neri di rabbia che di pelle. Hanno problemi concreti. Concentrati su questi lasciando perdere tutto il resto. Primum agere, deinde philosophari, soprattutto perchè non siamo ancora in campagna elettorale.