SE LA CARNEFICINA LA FANNO I RIBELLI, IL MONDO LA IGNORA (a cura di GIELLEGI)
di Giancarlo Perna (Il Giornale del 2 settembre)
All’ombra dello strapotere Nato, i ribelli libici proclamano il «diritto» di uccidere Gheddafi. Come reagisce a questa barbarie l’Occidente che pure -così sostiene- è in Libia per salvare vite? Facendo lo gnorri. A nessuno esce un fiato, né a Parigi, né a Londra, né a Washington.
Fa eccezione Roma. Qui, nello stesso giorno in cui gli ex compari che hanno tradito Gheddafi ne minacciavano l’uccisione, il ministro degli Esteri, Frattini, ha lanciato un appello per salvare i delfini. Non c’entra, ma è ciò che ha fatto. In Giappone -paese che vai, usanza che trovi- in settembre si apre la caccia al mite cetaceo e il titolare della Farnesina ne è rimasto sconvolto. «Voi che avete tanto sofferto -ha detto in tv ai giapponesi -, non fate soffrire i delfini». Della battaglia che sarà ingaggiata per uccidere il rais, e della scontata carneficina, a Frattini invece non importa un piffero. Sbandieriamo motivi umanitari, ma siamo cinici. Sciagurati signori di una guerra coloniale che ha trasformato uno scontro tribale in conflitto vero, moltiplicando morti e distruggendo ciò che restava del diritto internazionale.
Neanche la Chiesa si è scaldata più di tanto. In questo, il Vaticano -col suo corteo di francescani e anime pie- è stato simile ai pacifisti squillo i quali, volendo sgranchirsi, sono andati in Val di Susa a spaccare binari e teste, ma non hanno mosso in dito per la pace. Il papa ha certamente riservato in questo ultimi mesi più invettive al consumismo che ai furori della Nato. Concludo ricordando l’eloquente atteggiamento verso il vicario apostolico di Tripoli, Martinelli. Il prelato, che ha sempre smentito le stragi di regime prese a pretesto dalla Nato per intervenire, è stato zittito dopo qualche apparizione tv. I suoi appelli alla ragione vagano qua e là sul web, ma né la grande stampa, né la Chiesa gli hanno più dato retta. Come se disturbasse una regia scritta nelle stelle. (l’evidenziazione è mia; in pratica l’ho dovuto fare per quasi tutto l’articolo).
Sono certo imbranato, ma ho fatto difficoltà a trovare questo articolo sul Giornale on line per riportarlo qui. Comunque si trova a pag. 15 del cartaceo, circondato (alle pagg. 14 e 15) da altri pezzi assai più lunghi, in evidenza e meno piacevoli a leggersi. Comunque, ne risulta bene il quadro dello squallore della Conferenza che si sta tenendo a Parigi, dove 60 avvoltoi (ma pochi quelli che contano veramente) si preparano a spolpare la preda sbranata dalla Nato, e che si fa finta sia stata conquistata da una “rivoluzione democratica”, mentre si ha a che fare con criminali e assassini da trivio, comunque non certo peggiori di quelli che sono riuniti a Parigi.
Dagli articoli risulta più che evidente il “tradimento” infame del nostro premier, e anche dei paesi che dovrebbero contrastare le mire dei predoni statunitensi con i loro sicari preferiti. Parlo di Russia e Cina, ricopertisi di m….. al pari di tutti gli altri. Ho scritto tradimento tra virgolette non perché sia soltanto presunto, ma perché bisogna mettersi in testa che le canaglie in vena di spartirsi il mondo non tradiscono veramente; semplicemente svolgono la loro funzione di canaglie, e basta. Bisogna abituarsi a questa situazione, non certo nuova nella storia ignobile di questa società umana che dovrebbe sparire se veramente esistesse la “giustizia”. Facciamo una certa difficoltà ad abituarci; non mi tiro fuori dal mucchio, anch’io faccio difficoltà. Tuttavia, se siamo razionali, dovremmo sapere queste banali verità.
In ogni caso, non conosco Perna, altre volte ha scritto pezzi che non mi sono molto piaciuti; nemmeno credo che abbiamo proprio le stesse idee su come vanno oggi le cose nel mondo e in Italia. Però questo breve, ma veramente pungente, articolo parla con essenzialità e molto sdegno per le infamie che si stanno commettendo. Ripeto: infamie per noi, “ordinaria amministrazione” per i banditi raccoltisi a Parigi. Disgustosa, ma malgrado tutto divertente, la notazione sul “ministrino degli esterini”, soprannominato Frattini (o è invece il suo nome?), che si commuove per i delfini. Per i quali mi commuovo anch’io sia chiaro; solo se i giapponesi fiocinassero lui farei i salti dalla gioia. Personaggi verminosi riuniti nella bella Parigi. Questi sono però i “subumani” che agiscono nel mondo, questi sono quelli che comandano (anche come servi in piccole aree sottoposte al predominio dei veri “grandi”, che poi al momento si riducono soprattutto ad uno). Sappiamolo infine, e comprendiamo fino in fondo la nostra impotenza e pure la nostra vergogna per assomigliare, come fattezze e struttura anatomica, a questi “alieni”.