BREVE PRECISAZIONE UTILE AI LETTORI (2.10.2011)

di Giellegi, 2 ottobre ‘11

 

Desidero esplicitare ai lettori del nostro blog alcune povere informazioni che consentono di capire meglio quanto a volte scrivo (lasciando da parte le questioni teoriche che riguardano un altro ambito di discorso, un po’ negletto ultimamente). Non faccio storia in senso proprio e non mi metterei quindi a scrivere una storia del Pci e degli eventi in cui tale partito, o i critici “antirevisionisti” d’esso, hanno avuto parte attiva e rilevante. Ciò vale anche per la corretta lettura del mio “Panorama storico”, pubblicato in questo blog specificando non a caso che non era certo redatto da uno storico.

Lo storico lavora con molto materiale d’archivio, ha suoi strumenti e metodologie specifiche per l’interpretazione di ciò che va “scavando”. La mia misera storia si riferisce in genere ad avvenimenti su cui ho informazioni dirette o ricevute da chi vi ha partecipato; quindi con al massimo un solo passaggio dagli eventi alle mie orecchie. Si capirà perciò che il numero di questi ultimi, di cui posso avere tale tipo di conoscenza, è limitato rispetto alla mole di quelli che si trovano negli archivi, ecc. Inoltre, la “discontinuità” verificatasi mediante “mani pulite” ha comportato, per quanto mi riguarda, la sostanziale interruzione di informazioni di questo tipo. Sono comunque abituato ad usare il sapere indiziario (alla Sherlock Holmes); inoltre molti “fatti” rivelano il loro rapporto con quelli avvenuti nei decisivi anni ’70 (ma anche ’60 e ’80). Di conseguenza, cerco di arrangiarmi tuttora e credo di sapermi barcamenare a volte con discreto realismo. Tuttavia, i limiti sono evidenti e non credo ci sia bisogno di molte spiegazioni.

Vi è un problema ancora più importante. Non ho alcuna pezza d’appoggio scritta, i testimoni sono in buona parte morti, altri non li vedo da tempi immemorabili, spesso nemmeno so dove si trovino, di sicuro non mi sognerei mai di chiamarli in causa, farei una figura “da pinguino”. Ho però conosciuto alcuni personaggi di non poco rilievo; e non solo nel campo prettamente politico, ma anche in quello, diciamo così, amministrativo. Per questo non sapevo se ridere o incazzarmi quando la magistratura ha distrutto tutti i partiti per tangenti o altro del genere, salvo uno. Per questo ho potuto capire subito che cosa significava quell’operazione giudiziaria e ho grosso modo afferrato da chi era diretta (la “manina d’oltreoceano” che “Geronimo” non cita più da molto tempo). Non mi è stato quindi difficile scrivere la mia parte ne Il teatro dell’assurdo (uscito nel gennaio 1995 e scritto con Preve, che trattò la parte più culturale).

Nemmeno ho esitato a mandare “affanculo” i giustizialisti di una certa rivista che si dava la patina di ipercritica, mentre era riunione dei soliti intellettuali che non capiscono nulla; ma anche, lo concedo, che a volte nemmeno conoscono nulla perché della “realtà” non sanno che farsene, è qualcosa di noioso e grigio di fronte alle “meraviglie” che sgorgano dalla loro mente. Dalla mia mente non sgorgava nulla; semplicemente comprendevo che si stavano raccontando eventi a senso unico, affossando chi si doveva affossare e salvando chi si doveva salvare. Determinati “fatti” mi risultavano evidenti, in un certo senso quasi saputi, ma dovevo riferirli quali ipotesi e “intuizioni”; non era possibile produrre prove e affermarli con certezza avrebbe solo procurato guai. Mi sono limitato a fornire la mia “interpretazione”, conscio che con il tempo la realtà si sarebbe fatta strada, salvo che per politici di basso rango e intellettuali faziosi e in mala fede, per vari uomini di spettacolo, per comici incapaci di far ridere e di una presunzione senza eguali.

Sto parlando del disgustoso ceto medio semicolto (non “riflessivo”!), vera base sociale della falsa “sinistra” (dalla presunta moderata alla sedicente radicale o addirittura ai cialtroni dichiaratisi comunisti). Insomma, tutta la genia che si fa passare per l’esatto contrario di ciò che è, e per la quale ho potuto manifestare, con piena consapevolezza, il mio disgusto e disprezzo del tutto motivati, malgrado qualcuno non riesca a capire il mio atteggiamento. Sono il peggio che si trovi nella nostra società. Ed io lo so, non è una “mia idea”. Li ho provati, li conosco, so ciò che hanno fatto e che cosa hanno nascosto. Non posso provarlo agli altri, ma per la mia coscienza di prove ce ne sono in quantità perfino eccessiva. Sono mentitori ad oltranza, amorali quanto nessun altro ma moralisti, falsi e pronti ad accoltellarti per le loro miserabili ambizioni ma sempre tanto “buoni e umani” (come i fantozziani dirigenti megagalattici; anche loro siedono in poltrone “rivestite di pelle umana”).

In definitiva, non aspettatevi da me una storia del Pci (e degli anni che furono) nel vero senso del termine storia. Leggete e valutate il realismo o meno di quanto scrivo. Non credete mai a nessun politico e intellettuale che si dichiari di sinistra o comunista; mente sempre e sistematicamente, sparge inchiostro di seppia sugli eventi che pure lui ha vissuto con ambizione sfrenata, ma riducendosi poi a fare il lacchè di coloro che voleva abbattere. Egli nasconde semplicemente il proprio abominio, la sua viltà e continuo inganno e tradimento, iniziati già nel tempo in cui recitava la parte dell’ultrarivoluzionario; anche quando talvolta finiva in galera per un “incidente di percorso”. Si aveva a che fare solo con presuntuosi e ambiziosi, che per un breve periodo hanno creduto di fare le scarpe al Pci e di prenderne il posto. Errore; quel partito aveva ormai disposto le sue pedine, soprattutto internazionali, per fare fuori tutti gli altri o assorbirli come fece con molti sessantottardi e settantasettini.

Perfino Craxi – e ammetto che non riesco a spiegarmelo – fu esaltato dal crollo del “campo socialistico” e si convinse che il socialismo (socialdemocratico) avesse infine vinto sui piciisti. Incredibile; simili rinnegati non aspettavano altro che quel crollo per perfezionare il processo di atlantizzazione iniziato tanto tempo prima. Grosso modo lo capii io, già quando divenne segretario del Pcus Gorbaciov. Rimasi allibito nel vedere perfino gli althusseriani (e il mio Maestro francese) cadere nella trappola di quel cambiamento, prima dichiarazione fallimentare. Il Pci accelerò, ma aspettò il definitivo fallimento per portarsi in pole position. E Craxi (non Andreotti che comprese ed era nero) si entusiasmò. Finzione, gioco pokeristico sperando ancora in un bluff vincente? Non so. In ogni caso, non potevo ovviamente conoscere le mosse concrete – che furono “mani pulite” e la “manina d’oltreoceano”, ecc. – ma aspettavo qualcosa che avrebbe portato i rinnegati al governo. Poi ci fu l’inghippo di Berlusconi (la casualità storica), ecc. ecc.

Beh, capisco che non ho detto molto, ma spero sia sufficiente a leggere meglio quanto si scrive nel blog. Poi con il tempo, magari, qualche altro piccolo spezzone salterà fuori. Altrimenti, si aspetterà spero ancora un (bel) po’ di tempo; e, chissà, qualcuno troverà qualche piccola memoria con le poche cosette sapute e che tuttavia sono state sufficienti a orientarmi non del tutto male negli ultimi vent’anni. In ogni caso, non scherzo: la questione fondamentale è saper usare il sapere indiziario. Ci sono ad esempio fatti, accaduti tanti anni fa (40 o più), che mi sono stati illuminati in tempi assai più recenti grazie ad una serie di indizi lasciati dai falsi sinistri nel loro percorso di tradimento. Bisogna avere alcune informazioni, ma poi interpretare, anche alla luce di queste ultime, le tracce che vengono lasciate.

Non è solo un’invenzione dei “giallisti” che l’“assassino” lascia quasi sempre i segni del suo delitto. Ho conosciuto alcuni “assassini” piciisti di notevole livello; non possono ricordarsi di me, che ero “piccolo” e da trascurare, ma io li ho invece memorizzati e ho raccolto con minuzia molti particolari da persone che li frequentavano con una certa assiduità e vicinanza. Basta non credere che siano gli individui a fare la storia; essi agiscono però in modo che la storia si faccia e il loro modo di agire “segreto” è rivelatore della storia così come si sta facendo, mentre altri imbroglioni cercano di raccontarcela secondo intenti agiografici ed “edificanti”. Balle, ci hanno ingannato sistematicamente, nulla di quanto si è svolto nell’ultimo mezzo secolo è com’è stato riferito. Immagino che anche prima fosse lo stesso, ma lì le mie “intuizioni” diventano più incerte.