ADESSO BASTA! di G.P.

 

Continua il genocidio in terra palestinese da parte dell’esercito israeliano che in queste ore è entrato a Gaza City. Nessun paragone storico è ormai abbastanza forte per descrivere i crimini commessi in Palestina dallo Stato sionista in questa guerra (trattasi, in verità, di una mera aggressione unilaterale considerata la disparità degli armamenti a disposizione di ciascuno dei contendenti).

Nelle ultime ore è stata colpita anche un’agenzia delle Nazioni Unite. A questo punto nessuno mi toglierà dalla testa che questo errore (con tanto di scuse fasulle da parte del premier israeliano) sia stato “calcolato” dall’establishment  di quel paese. Si tratta forse di una ritorsione per la risoluzione Onu che ha condannato le efferatezze commesse dall’esercito della Stella di David? Persino la Santa Sede ha denunciato la violazione dei diritti umani da parte di Israele.

Chi avrà ancora il coraggio di parlare di diritto alla difesa da parte dello Stato Ebraico? Forse, solo i signori nella foto qui sotto (fonte Dagospia), i quali, sabato scorso, erano a Roma alla manifestazione pro-Israele, per stringere mani e dare il loro appoggio ai criminali sionisti, qualunque cosa accada.

E’ tempo che si prenda atto del fatto che in Italia esiste una lobby ebraica potente che mette in riga i nostri politici, da destra a sinistra. E non si tratta solo di denaro. Chi nega ciò è decisamente cieco di fronte a determinati rapporti di forza che incidono sull’azione strategica dei nostri agenti decisori, del tutto supini ai diktat di alcune potenze straniere. Una parte di questi agenti nostrani, infatti, è legata a doppio filo agli Usa e ad Israele (la GF&ID), ed è direttamente responsabile dello sfascio economico, politico, culturale dell’Italia.

Il nostro Paese, se fosse realmente libero, dovrebbe, mettere fine a questa vergogna chiudendo la propria ambasciata in Israele. Se fosse un paese libero…

(altre foto della manifestazione a questo link:

http://www.dagospia.com/rubrica-5/cafonal/articolo-2657.htm)

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Gaza, Israele colpisce una sede Onu
Santa Sede: "Violati i diritti dei civili"

di Redazione (fonte: Il Giornale)

Le truppe israeliane stanno facendo il loro ingresso a Gaza City, migliaia di palestinesi civili sono in fuga. Colpita la sede dell’agenzia delle Nazioni Unite per rifugiati e il palazzo dei media intrenazionali. Le scuse di Gerusalemme. Vaticano: a Gaza violati i diritti della popolazione. Strasburgo chiede all’unanimità il cessate il fuoco

Gaza – Un ospedale, la sede della Unrwa e il palazzo dove risiedono molti giornalisti arabi, sono alcuni degli obiettivi colpiti dalle truppe israeliane. E’ stata intensificata infatti l’offensiva su Gaza City: colpita due volte la sede dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu.

Palazzo dei rifugiati palestinesi Il palazzo dell’Unrwa colpito nei raid israeliani a Gaza è la sede centrale dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi e i soldati hanno sparato proiettili al fosforo contro l’edificio che in quel momento ospitava all’interno circa 700 palestinesi. Lo ha denunciato un funzionario dell’organizzazione, Chris Gunnes, aggiungendo che "tre proiettili dell’artiglieria hanno colpito l’edificio, caudando un grande incendio". Uno dei feriti, ha rivelato Claret, ha riportato lesioni provocato dalle bombe al fosforo bianco. Il funzionario ha espresso la sua preoccupazione per la sorte delle persone rifugiatesi nell’edificio e per quella degli aiuti umanitari conservati all’interno dello stabile.

Le scuse di Israele Il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, si è scusato con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, dopo che oggi l’esercito israeliano ha colpito la sede dell’Unrwa. Lo riporta il sito web del quotidiano israeliano Haaretz. Ban, oggi in visita a Tel Aviv, si è detto "indignato" per l’accaduto. Secondo quanto ha riferito il portavoce dell’Unrwa, Chris Gunness, la sede dell’agenzia Onu è stata colpita da tre proiettili al fosforo bianco, che hanno provocato un incendio. Tre persone sono rimaste ferite, mentre nell’edificio avevano trovato rifugio 700 civili. Ban ha detto di aver protestato duramente con le autorità israeliane, e di aver chiesto anche l’apertura di una inchiesta per fare luce su questo episodio. "Il ministro della Difesa mi ha detto che è stato un grave errore e mi ha assicurato che saranno adottate ulteriori garanzie per evitare il ripetersi" di incidenti simili. Il portavoce dell’Unrwa Gunness ha detto che l’agenzia ha sospeso il movimento dei suoi mezzi, ma non le sue attività umanitarie.

Colpito il palazzo dei giornalisti Attaccato anche l’edificio che ospita numerosi giornalisti di testate arabe e internazionali, dove due cameramen sono rimasti feriti. Due cameramen palestinesi sono rimasti feriti questa mattina in un raid aereo israeliano contro un edificio che ospita gli uffici di numerosi media arabi e internazionali. Lo hanno riferito alcuni testimoni. I due giornalisti feriti sono dei dipendenti della televisione araba di Abu Dhabi, hanno detto i responsabili dell’emittente a Gaza. L’edificio "Al Shuruq" ospita, tra gli altri, gli uffici dell’agenzia Reuters, delle emittenti Fox, Sky ed Rtl e di media arabi come al Arabiya ed Mbc.

Bombe su Gaza City L’aviazione dello Stato ebraico ha colpito 70 obiettivi concentrandosi soprattutto su Gaza City, Khan Yunis e Rafah. Il bilancio complessivo dei morti nell’enclave palestinese dall’inizio nelle quasi tre settimane dell’offensiva Piombo fuso è arrivato a 1.038. I militanti di Hamas hanno risposto con il lancio di 14 razzi verso il sud di Israele, nelle prime ore di oggi. Colpite diverse località, ma non si ha notizia di danni o feriti. I nuovi combattimenti arrivano mentre l’Egitto tenta di mediare una tregua di 10 giorni, su cui c’è già stata un’apertura di Hamas. Questa mattina in Israele è arrivato il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinemeir.

Truppe di terra a Gaza Testimoni riferiscono che le truppe di terra israeliane stanno entrando nelle zone densamente popolate di Gaza City, e migliaia di residenti terrorizzati stanno fuggendo dalle loro case. I testimoni riferiscono in particolare che i soldati, appoggiati dagli elicotteri e dai carri armai, si stanno spingendo all’interno della città per cercare i miliziani di Hamas. Non è chiaro se si tratti dell’inizio di una nuova fase dell’offensiva israeliana contro Hamas, lanciata lo scorso 27 dicembre per fermare gli attacchi con i razzi Qassam contro le comunità israeliane nel Negev occidentale. Anche i media israeliani riferiscono che nelle ultime ore si sono inaspriti gli scontri nella Striscia, mentre si intravede la possibilità di trovare un accordo al Cairo su un cessate il fuoco. I jet israeliani nella notte hanno colpito circa 70 obiettivi nella notte, tra cui una moschea nel sud della Striscia e piattaforme per il lancio dei razzi.

La risposta dei miliziani
I miliziani palestinesi a loro volta hanno sparato stamattina una quindicina di Qassam contro il sud di Israele. Sette palestinesi sono rimasti uccisi nella notte. In totale nella Striscia sono morte oltre mille persone dall’inizio delle operazioni, e secondo il Centro palestinese per i diritti umani, con sede a Gaza, sono oltre 670 le vittime civili. Lo riporta il sito web del quotidiano israeliano Haaretz.

Vaticano: violazione dei diritti della popolazione Il Vaticano attacca Israele. "Negando l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza viene meno il basilare rispetto dei diritti e della dignità delle persone e delle comunità". Allo stesso tempo va condannato fermamente l’uso dei civili come scudi umani. È  questa la denuncia dell’arcivescovo Celestino Migliore, intervenuto ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul tema della protezione dei civili nei conflitti armati, il cui intervento è stato diffuso oggi dalla Radio Vaticana. Mons. Migliore ha anche spiegato che la drammatica situazione a Gaza, in Congo, Iraq e Darfur dimostra come non si stia facendo abbastanza per proteggere le popolazioni civili in aree di guerra: L’Osservatore permanente della Santa Sede al Palazzo di Vetro ha sottolineato che spesso, per ragioni politiche o militari, vengono violati i più elementari diritti dei civili, in particolare donne e bambini. In questo 2009, che segna il 60esimo anniversario della Convenzione di Ginevra, la comunità internazionale deve impegnarsi concretamente a proteggere i civili durante i conflitti armati: è questo l’appello dell’arcivescovo Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Strasburgo chiede all’unanimità il cessate il fuoco Anche il Parlamento europeo chiede di deporre le armi. Un cessate il fuoco immediato e permanente che preveda "la fine del lancio di razzi da parte di Hamas contro Israele e il termine dell’attuale azione militare isrraeliana a Gaza". È quanto chiedono a larghissima maggioranza, nessun contrario e solo qualche astensione, gli europarlamentari che hanno approvato una risoluzione comune dei sei principali gruppi per chiedere la fine dellè ostilità, la riapertura dei valichi e dei corridoi umanitari. Nella risoluzione l’assemblea di Strasburgo esprime "sgomento dinanzi alle sofferenze della popolazione civile di Gaza", condannando "con forza" il fatto che "siano stati colpiti obiettivi civili e delle Nazioni Unite".