ADESSO LO SCOPRONO: LA (NON) POLITICA E’ ALLO SFASCIO
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E’ da molto tempo che questo blog segnala la profonda crisi della politica in Italia, vedendo con un po’ di simpatia, sia pure come fase transitoria, il montare del cosiddetto qualunquismo, che non ha nulla a che vedere con l’Uomo Qualunque, movimento che ebbe una breve fortuna nell’immediato dopoguerra. Oggi il termine significa solo che non se ne può più di questi ignobili quaquaraqua, di scarsissimo valore e intelligenza, che della politica hanno fatto una professione per guadagnare fior di quattrini da puri parassiti, perché non sanno fare un qualsiasi altro lavoro utile e produttivo. Più che di crisi della politica, bisogna quindi parlare di una sana “crisi di rigetto” di un corpo estraneo che si rivela sempre più patogeno.
Sbaglia Berlusconi quando afferma che la crisi della politica è inventata dalla sinistra per cercare di coinvolgere nel suo fallimento l’intero schieramento dei partiti di ogni colore. In pochissimi hanno ormai fiducia in uno qualsiasi di questi ultimi; e tale sfiducia sembra ben ripartita tra destra e sinistra. Berlusconi ha avuto cinque anni per governare, con una maggioranza che sulla carta era cospicua, ma non ha combinato pressoché nulla. E’ inutile che cerchi di dimostrare che le imposte erano diminuite, che aveva inciso sul mercato del lavoro. In realtà, lasciando perdere i contenuti di queste vanterie – per noi, la flessibilità del lavoro è un disvalore, e la diminuzione della fiscalità è “neutra” se non si dice qual è in realtà la strategia per rilanciare il sistema-paese (basta con le spontanee virtù dell’aumento della domanda e degli investimenti, a parte che la riduzione di imposte non provoca di per sé tale aumento) – il fatto è che non vi è stato alcun effettivo risultato su questi fronti. Berlusconi può addurre la scusa di essere stato frenato dallo statalismo di AN, dal democristianismo subdolo dell’UDC, dalla ridicola smania federalista della Lega. Ma si tratta di scuse balorde, perché non fanno altro che mettere in luce, appunto, la crisi della politica, in quanto i vari partiti pensano solo al proprio elettorato e agli emolumenti e privilegi dei propri dirigenti e apparato. Dell’insieme del paese se ne fottono: tutti, al gran completo.
Vi è invece da ribadire che la causa più profonda del male che attanaglia la sfera politica italiana si colloca certamente a sinistra, anche se però ha ormai contagiato irreversibilmente l’intero arco delle forze in campo. Tutto nasce sempre da “mani pulite”, operazione sporchissima e pericolosa (e se ne vedono ora i risultati deleteri) di ricambio di regime (DC-PSI) patrocinato dal parassitario establishment italiano (la GFeID: grande finanza e industria decotta) su input degli ambienti finanziario-politici americani (almeno alcuni ed evidentemente rilevanti). Tale cambio è stato affidato ai rinnegati dell’ex PCI, pensando che sarebbero stati, come sono in effetti stati, servi fedeli e manovrabili sotto la minaccia (la spada di Damocle) di far la stessa fine dei loro “correligionari” su scala mondiale. Non si era tenuto conto che l’elettorato DC-PSI, in massima parte, non avrebbe seguito i piciisti, con al seguito (come nelle vecchie “Repubbliche popolari” dell’est) alcuni modesti partiti ex democristiani e socialisti; una larga area di popolazione italiana ha dunque accettato l’entrata in campo di Berlusconi, che si sentiva minacciato direttamente nei suoi interessi di grande imprenditore.
A questo punto, fallita l’operazione “indolore” di ricambio regime, ci si è trovati con un personale politico costituito di miserabili cinici, profittatori, attaccati ai soldi e al
potere; dei rinnegati nel senso più proprio della parola. Gentaglia capace solo di mene e manovre “da corridoio”, senza valori e ideali, senza nemmeno una idea in testa che non fosse quella di crearsi l’immagine sufficiente ad attirare i gonzi e la gentucola dei mille lavori inutili – con l’aggiunta di spostati e disadattati dei movimenti, in genere figli di papà e sottoproletari violenti, accomunati dallo spinello, dalla musica assordante, dallo sproloquio senza capo né coda (leggere i loro siti per credere) – onde creare un impasto che infettasse il paese e lo costringesse alla resa nel più completo caos creato dall’implosione di tutti i servizi pubblici – ferrovie, sanità, poste, strade, ecc. – e dall’immigrazione selvaggia, dal più generale disfacimento del tessuto sociale.
Come si poteva nascondere questa azione distruttiva senza essere immediatamente smascherati? Attribuendo – grazie al controllo di giornali, editoria, scuola, istituti culturali, agenzie di informazione e “formazione” (cioè istupidimento) della “gente”, pagati dall’establishment di cui sopra e pieni zeppi di un ceto intellettuale “progressista”, aduso al “politicamente corretto” e …..a intascare bei quattrini sparando cazzate su qualsiasi argomento possibile e immaginabile – ogni male al “cavaliere nero” e alle sue TV. Da quattordici anni, giornalisti e intellettuali decerebrati (e clown vari) ci stonano la testa con l’imminente avvento del fascismo, che ha vinto a suo tempo in Italia in un biennio (e il nazismo in Germania in forse meno; e lo stesso dicasi per il salazarismo, il franchismo, il peronismo, ecc.). Non avendo nessuna idea programmatica in testa, non sapendo proprio che fare – ed essendo divisi su ogni scelta come lo possono essere liberisti e statalisti riunitisi solo per occupare tutti i posti governativi e sottogovernativi possibili – non hanno trovato di meglio che fissare la loro linea politica in un solo punto: “votateci perché altrimenti vanno sù gli altri”. Hanno scritto oltre 280 pagine di demenziale programma (in cui, appunto, c’era tutto e il contrario di tutto), poi lo hanno ridotto ai 12 “punticini” di Prodi. In realtà, l’unico punto era quello appena detto: attenti al lupo, se noi andiamo a casa arriva il babau.
E’ del tutto ovvio che la politica degenerasse. In realtà, però, è un’illusione ottica. Non è la politica a sbriciolarsi, è l’assenza di qualsiasi idea politica, e il vuoto assoluto di programmi, è la semplice smania di durare, di favorire i propri amici finanziari (Prodi la SanIntesa, D’Alema l’Unicredit Group), di dare soldini agli industriali decotti che brontolano e sono sempre scontenti; questo è ciò che si vive come degrado ormai insopportabile. Il tutto per tenere ben stretti i pugni sui cordoni della spesa statale; e così avvantaggiarsi, in potere e in appannaggi propri (ma “legali”, ben si sa!), mettendo pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini, attingendo a più non posso dalla ricchezza che altri producono ed essi sperperano. E senza far nulla di utile, nessun servizio in miglioramento, anzi tutti in peggioramento: un disfacimento sociale progressivo e in accelerazione.
Ma ancora, dicono i sondaggi, tiene abbastanza la fiducia nel Presdelarep. Egli è protetto dalla legge e si deve stare attenti a come se ne parla. Quindi, affermiamo “ufficialmente” che è una veramente “brava persona” (come del resto lo sono gli “italiani: brava gente”). Soltanto che ci sembra un po’ soporifero, assopisce il pubblico come fanno le mamme con i loro bimbi intonando una ninna nanna. Le ninne nanne sono dolci e carezzevoli e fanno senz’altro bene ai bambini; guai però se questi, poveretti, si svegliano con l’Orco accanto. Tutto il bene della ninna nanna sfuma e va in veleno ed in incubo. E’ quello che auguriamo al popolo italiano. L’Orco della politica – cioè della non politica, del puro arraffa arraffa dei sedicenti politici – l’hanno infine sentito
arrivare. Adesso si sveglino anche dalle ninne nanne; abbiano un soprassalto, e controllino se in casa hanno qualche forcone, altrimenti …… provvedano in qualche modo.
24 maggio