ALCUNE NOTERELLE TANTO PER NON DIMENTICARE, di GLG
E’ una lettera pur sempre interessante, che in effetti non conoscevo. Si parla ad un certo punto di “ragioni tutte economiche” di un certo fatto delittuoso. Poi subito dopo sta però scritto:
“Fu Giorgio Napolitano,con il suo viaggio del 78 attraverso gli States, che convinse gli americani circa l’avvenuto traghettamento di tutto il suo partito dal Patto di Varsavia alla NATO. Era stato un processo lungo, quasi costato la vita a Enrico Berlinguer che sopravvisse miracolosamente all’attentato di Sofia del 73.”
Queste non sono ragioni economiche, ma eminentemente politiche (e di che portata). L’ho comunque scritto più volte in merito alla questione “rapimento e soppressione di Moro”, di cui qui non si parla. Inoltre, sbaglierò, ma non credo che Berlinguer sia miracolosamente scampato alla morte. Era in fondo un semplice avvertimento. Se fosse stato ucciso, si rischiavano “ricerche” più accurate del Pci sulla sua morte; poi tramite qualcuno (imbeccato dal partito, ma che certo a quell’epoca sarebbe stato ancora in silenzio) avrebbe cominciato a dire qualcosa e si rischiava grosso che saltassero fuori “cosette” imbarazzanti. Infatti, non è vero che tutto il partito fosse per il “traghettamento” di cui si parla e che era effettivamente in atto. Vi era una parte ancora filosovietica e la base – fra l’altro, in buona parte operaia a quell’epoca – poteva rimanere scossa da certe rivelazioni. Quindi era meglio, in quella fase, solo “avvertire” Berlinguer, non farlo fuori. Non a caso, nell’80, il segretario piciista fece ancora la commedia di andare ai cancelli della Fiat per parlare agli operai in sciopero. Sono convinto che tirò un grande sospiro di sollievo quando ci fu la “marcia dei 40.000” quadri e dirigenti che segnò in modo molto marcato la sconfitta della cosiddetta “classe operaia” (quella portata alle stelle nell’autunno del ’69, quando Berlinguer era appena stato nominato vicesegretario del Pci e che è grosso modo la data d’inizio dei contatti tra il partito e “ambienti di riserva” americani per il passaggio di campo). Del resto, non penso che sia stata scritta bene la storia della “mitizzata” marcia dei 40.000. Quanto influirono (forse, è un sospetto) vertici piciisti, in accordo con ambiti dirigenziali della Fiat, nel “favorire” la marcia?
Almeno dagli anni ’70 (dall’inizio del decennio e soprattutto dopo il colpo di Stato in Cile con i tre articoli su Rinascita del segretario), il Pci è la vera “mela marcia” che ha portato all’imputridimento progressivo dell’intero sistema politico italiano, con – ovviamente – il passaggio allo scoperto dopo il “crollo” del campo socialista e dell’Urss, il cambio di nome e “mani pulite”, il “grande tentativo” di investitura del partito quale autentico rappresentante degli interessi Usa in Italia (cioè, insomma, quale migliore accolita di servi di quel paese). Nessuno si decide a scrivere la storia quale essa è stata ed è!