Amore a prima svista di G.P.
Il Presidente della Camera ha annunciato, ieri a Mirabello, la fine di un idillio partitico e la morte cerebrale del governo. E’ Vero che il PDL si è sempre presentato come il partito dell’amore ma in politica il muscolo cardiaco è appena il terzo organo più importante dopo il cervello e le palle.
Infatti, anche se il cuore dell’esecutivo continua labilmente a battere per via di un certo attaccamento morboso alla vita istituzionale dei suoi membri, i movimenti del corpo governativo sono ormai azzerati per mancanza di impulsi elettrici provenienti dalla testa e scatti d’orgoglio che nascono sotto la cintura. Ma, soprattutto, il Cavaliere se l’è cercata, potremmo dire si sia trattato di amore a prima svista di un playboy eccessivamente compassato, poiché, nonostante la sua grande esperienza in fatto di relazioni sentimentali che si interrompono brutalmente con tradimenti esemplari, non ha abbandonato l’infido partner ai primi sintomi d’insofferenza e di cedimento psicologico. Ora l’amante focosa ed egotica, concessasi più per interesse che per calore, gli sbatte la porta in faccia blaterando di non essere mai stata capita e ascoltata a sufficienza da un compagno dispotico e troppo preso da sé stesso per tenere in considerazioni le ragioni dell’altro. E tenta anche, come spesso avviene in casi simili, di portargli via il patrimonio elettorale e la casa politica comune nella quale hanno coabitato per anni. Insomma, una sceneggiata di vendette e ripicche come nel più classico divorzio all’italiana dove ci si rinfaccia il possibile e soprattutto l'impossibile. Il problema è che ad andarci di mezzo saranno ancora una volta i figli di questa povera Italia i quali, a causa dei fallimenti delle famiglie politiche nazionali, di destra e di sinistra, si trovano costantemente in balia degli eventi e senza esempi da seguire per affrontare il duro momento storico. E nemmeno si troverà maggiore equilibrio negli apparentamenti posticci plurifamiliari e nei menage à trois (destra-centro-sinistra) che già si preparano in sede parlamentare al fine di colmare l’ennesimo abbandono del tetto nazionale da parte di padri della patria degeneri e ubriachi di potere. I fratelli d’Italia prendano or dunque in mano il loro destino e si liberino definitivamente di tutti i patrigni e le matrigne senza scrupoli che vogliono sottoporli ad angherie sempre più vaste e che prima o poi si sbarazzeranno di loro lasciandoli alla curatela di qualche “zio d’America”.