ANCORA LONTANI DALLA COMPRENSIONE, di GLG
avevo il sospetto che costui non fosse sciocco com’è nella norma degli economisti odierni. Non so se proprio scoppierà una “bolla” (finanziaria) in quest’agosto. Tuttavia, ci si accorgerà negli anni a venire che la situazione è veramente da assimilare (non nelle forme ovviamente, ma nelle cause sostanziali) a quella di fine ‘800; forti sviluppi tecnologici (allora ci fu la seconda rivoluzione industriale) e multipolarismo crescente con indebolimento inglese e avanzata di Usa, Germania e appena più tardi Giappone. Importante la citazione di Churchill, uomo nefasto ma lucido e dotato di cervello fino: c’è stata in fondo un’unica guerra mondiale con in mezzo un lungo armistizio. Cioè, dopo il multipolarismo si è arrivati al policentrismo conflittuale acuto che ha conosciuto varie turbolenze – e non solo tra paesi, ma anche all’interno di questi, soprattutto di alcuni – fino alla supremazia di uno di essi (gli Usa), anche se contrastata da un altro (Urss) in cui si era sviluppata una forma rivoluzionaria, fraintesa in pratica per un secolo o quasi. Adesso solo pochi scervellati non hanno ancora preso atto che tale rivoluzione non era quella prevista (a partire da Marx) e sperata da molti. L’incomprensione della stessa, incomprensione che del resto dura tuttora, ha condotto le dirigenze dell’Urss – e degli altri paesi che hanno creduto di seguire una strada in qualche modo analoga – ad attuare politiche comportanti in realtà il totale irrigidimento delle loro strutture sociali, con finale dissoluzione di quella forma che si credeva ormai di impronta socialista. Dal 2008 (o 2007, ma l’anno è del resto solo all’ingrosso indicativo dell’inizio di una diversa fase) è iniziata, con la solita manifestazione (di “superficie”) relativa ai sistemi economici, la crescita di una nuova ondata di scoordinamento multipolare, che sta conducendo verso il policentrismo; tuttavia non prossimo, a mio avviso. Questa è però ancora una volta la via lungo la quale si sta correndo nella massima confusione e con soluzioni di volta in volta improvvisate. Solo se si capirà che si sta ripetendo, in forme certo molto differenti, un processo già svoltosi sostanzialmente tra 1860-70 e 1945, si potrebbero (FORSE) cercare conclusioni diverse e meno tragiche dello stesso. Per il momento, continuiamo a pensare “in piccolo”, nel “provvisorio”, con le interpretazioni più scontate e facili, che ci porteranno alla totale incomprensione dell’epoca che già stiamo cominciando a vivere. Ma anche questo, in definitiva, è ciò che si è verificato nei 150 anni precedenti. Gli storici ci hanno dato tante notizie anche interessanti su questo secolo e mezzo, ma con interpretazioni completamente sballate; e purtroppo ancora svianti per tutti noi.
1