ANCORA UNA MEZZA VERITA’ PER NASCONDERLA (di GLG, 30 ag. ‘12)
Viene oggi ancor più in evidenza con un editoriale di Sallusti (Il Giornale) come si racconti la verità a metà per nascondere quella vera e imbarazzante per tutti; non solo per la sinistra dei traditori del Pci, ma anche per la destra (berlusconiana e dintorni) non meno complice di quanto avvenuto in questo disgraziato paese dal 1992, certamente da “mani pulite”, che fu però un semplice strumento (e sicuramente con alcuni magistrati ignari di come venivano utilizzati).
Scrive Sallusti: “La coraggiosa testimonianza [a scoppio ritardato, a orologeria come le varie rivelazioni su Berlusconi d’altri tempi; ndr] di uno dei protagonisti più autorevoli di quella drammatica e sciagurata stagione conferma come questo paese sia stato vittima di una lobby occulta di mascalzoni che hanno agito in spregio alla Costituzione [tutti, anche i destri adesso, si appellano a questo straccio di Costituzione!; ndr], usato avvisi di garanzia e carcerazione preventiva – racconta Bartholomew – come armi di tortura e ricatto. L’ambasciatore fa anche esplicito riferimento al primo avviso di garanzia a Berlusconi, quello recapitato a Napoli durante il summit del G8 nel ’94, e lo definisce come un imperdonabile espediente dei magistrati per farsi pubblicità. E ammette che la Procura di Milano agì in stretto contatto con ambienti probabilmente deviati del consolato americano”.
Abusi, deviazioni? Mentitori spudorati, giornalisti e politicanti che avete dietro a voi gli ambienti da me definiti cotonieri e soprattutto dati centri strategici stranieri; leggesi americani! Più corretto è l’articolo di Guarini, di qualche settimana fa, che almeno sottintende, con estrema chiarezza e leggibilità, da che parte proveniva l’operazione, ricorda com’è diventato magistrato Di Pietro (messo apposta in quel posto e non certo da “lobby di mascalzoni”, ma da “ambienti segreti”), pone in risalto, di fatto, chi servisse il pentito Buscetta (detenuto negli Usa). Confesso la mia rabbia perché cominciai a dire alcune cosette precise già nel ’94; e riterrei infine opportuno che appaia nel blog il mio pezzo scritto per Il teatro dell’assurdo, uscito nel gennaio ’95 (edito dal Punto Rosso e con un pezzo politico-culturale di Preve), ma scritto prima e ancora con notevoli titubanze perché ho solo la mia memoria a testimone e non posso portare prove documentali. Tutti mi snobbarono, mi silenziarono, mi…. “cagarono”, ma adesso tutti si gonfiano il petto e dicono verità svisate e fingono che l’avevano già capito. All’epoca fui perfino espulso da una rivista pseudorivoluzionaria in cui pseudointellettuali pseudorivoluzionari appoggiavano in pieno Di Pietro e Mani pulite, mostrando in pieno che cosa fosse stato il ’68 italiano, incapace di pensare politicamente, dove pessimi attori tromboneggiavano fingendosi portatori delle “istanze delle masse” (poi divenute “moltitudini”).
Quando nel 2006 cominciò a uscire questo blog (all’inizio come Ripensaremarx), abbiamo pian piano svelato altre cose, supposto altre ancora, tutte pian piano venute alla luce, ma sempre con il silenzio su quanto noi stavamo dicendo da anni e anni. E adesso dico un’altra cosa molto precisa, che magari salterà fuori fra chissà quanto tempo. I porci (“senza ali”), tutti ex rivoluzionari da salotti milanesi con ricche e molto mature signore (o anche nobili) che sbavavano per il loro “pisello”, hanno falsato l’intera storia degli anni ’70, vero fulcro attorno al quale essa “è girata” e che spiega sia “mani pulite” (in quanto mero strumento!) sia questi ultimi infami vent’anni di non politica. La sallustiana “lobby di mascalzoni” è situata negli Usa (e non è semplice lobby!); al massimo si può optare per una prevalenza (non esclusività) degli ambienti del partito democratico, quelli visitati dal “plenipotenziario piciista” nel 1978, quelli che – tramite Cossiga – hanno installato in Italia il governo D’Alema per bombardare la Jugoslavia, quelli che hanno fatto fuori Berlusconi, ma rendendoselo nel contempo complice dopo il cambio di strategia effettuato soprattutto dall’Amministrazione Obama, ecc.
Sono molto convinto che certi processi siano iniziati con il “cambio di campo” del Pci, a mio avviso avviato prudentemente nel ’69 (vicesegreteria a Berlinguer) e proseguito più speditamente dopo il ’72 (segreteria del Pci allo stesso). Sono altresì convinto, anche se non ci sono prove (ma qualche sintomo uno storico serio dovrebbe reperirlo facilmente), che servirono a certi contatti sia il colpo di Stato dei colonnelli in Grecia sia quello di Pinochet in Cile, pur senza nulla eccepire al fatto che Usa e Pci si trovavano su sponde opposte in merito a simili eventi. Se uno non capisce che essere su sponde opposte è a volte molto utile per iniziare trattative, in specie con ambienti del “nemico” in quel momento postisi in “seconda battuta”, pronti però a sostituire quelli della “prima fila” ove mutino certe congiunture storiche (e queste sono cambiate tra gli anni ’70 e poi ’80 e infine ’90), quest’uno non capisce nulla di politica.
Non ho dubbi sulla contrarietà e sospettosità di Moro (come di Craxi e di dati ambienti diccì e piesseì) sul “compromesso storico” (che iniziò ben prima di chiamarsi così, ben prima della sua ufficializzazione); e ciò è fondamentale per spiegare certi drammatici accadimenti. Altra notazione rilevante: il “terrorismo” fu senza dubbio frutto di errori madornali, di un infantilismo raro, ma non era fenomeno criminale all’inizio e non si può spiegare se non nell’ambito di quel “cambio di campo” dei piciisti, coadiuvato da molti dei suddetti pseudointellettuali pseudorivoluzionari, quelli che hanno silenziato chi parlava chiaro contro i loro “padroni” e le loro mene.
Comunque, intendiamoci bene, non è indifferente che adesso, a orologeria, salti fuori quest’intervista (fatta apposta per sviare; questo dimostra come un politico, anche in punto di morte, continui a fare il suo lavoro di travisamento e nascondimento per coprire quelli cui è legato); nel mentre Panorama rivela alcuni contenuti della famosa telefonata tra il presdelarep e Mancino. In primo luogo, sembra esserci frattura interna agli ambienti, soprattutto dipendenti da certi gruppi democratici negli Usa, che hanno condotto la politica della “sinistra” in questi anni. A tali ambienti hanno sicuramente fatto riferimento sia un Di Pietro che il presdelarep in funzione antiberlusconiana. Difficile capire se tutto questo significa qualche contrasto anche in ambienti americani pur sempre di orientamento (strategico), diciamo così, obamiano. Per il momento, su questo è necessario sospendere il giudizio.
Qualcosa di strano c’è però sicuramente nell’aria, ma ancora una volta non penso a disegni precisi, forse una maggiore incertezza perché il governo dei tecnici in Italia è disastroso, Berlusconi non è fatto fuori veramente; e d’altronde, farlo fuori rappresenterebbe proprio un vantaggio? L’uomo si “convince” facilmente anche del contrario di quello che faceva poco prima; forse si sta valutando la convenienza di tale possibile scelta. In ogni caso, per il momento non emerge dal caos (o pantano) italiano nessun gruppo che mostri un minimo di attitudine alla politica. Dopo vent’anni, è comunque chiaro che la “sinistra dei rinnegati” – cui si è regalata l’opportunità di divenire il canale privilegiato di certa politica aggressiva degli Usa, che esigeva la nostra riduzione in stato di semicolonia – ha dimostrato tutta la sua asineria e incapacità. Mediocri come D’Alema & C. sono stati montati a mo’ di maionese, ma questa è “impazzita” (o impazzata). Se gli Usa vogliono qualche risultato, è bene cambino presto di cavallo; ma serve un altro mediocrissimo come Monti e i suoi presuntuosi e inetti ministrucoli? A creare caos e pantano, sì, ma poi…..?
Per il momento resta la rabbia di aver capito non so quante cose in questi ultimi quarant’anni e di essere sempre stati scartati da imbecilli e furfanti, soprattutto “di sinistra”. Per il resto, dobbiamo fare la massima attenzione: qualcosa di nuovo si sta preparando. Troppo grave il fallimento italiano di tutti questi anni, una simile involuzione si dovrà pagare assai cara.