Arrivano i Barberi!

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Il prof. Alessandro Barbero ispira molta simpatia. E’ un bravissimo divulgatore e, sicuramente, anche uno storico competente, non incline a cedere alle versioni dominanti degli avvenimenti solo perché tali. I fatti non esistono, non è facile comprenderli quando si è immersi in essi, figuriamoci quando ormai sono trascorsi o lontani. Questi devono sempre essere analizzati, contestualizzati, interpretati. Nietzsche diceva: “i fatti non esistono, esistono solo interpretazioni. Non possiamo stabilire nessun fatto in sé: forse è assurdo volere qualcosa del genere”. Barbero non è nemmeno un rivoluzionario, cioè non è uno che osa ribaltare totalmente le interpretazioni del mondo ma, almeno, prova ad essere sincero e a smuovere certe incrostazioni del tempo che obnubilano la conoscenza più che rivelarla. Le sue recenti posizioni sul green pass (che anche il sottoscritto trova ipocrite, infatti sono per l’obbligo vaccinale per legge) hanno indispettito quella parte di pubblico falsamente progressista che lo segue. Ieri però Barbero è finito letteralmente nel turbine delle polemiche per aver dichiarato che non è che “Le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi?…Vale la pena di chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest’ultima più difficile avere successo in certi campi”. Apriti cielo! Da lui non se l’aspettavano questo sessismo più o meno velato. Ma è sessista questa opinione? A mio parere no. Donne e uomini sono biologicamente diversi, non è dunque un male dire che possono sviluppare abilità diverse senza mettere in dubbio che siano uguali nei diritti sociali. La scienza ha dimostrato che donne e uomini, nel loro cammino, si sono specializzati in “affari” diversi, tanto nello spazio che nel tempo delle loro esistenza. Ciò nemmeno significa che debba essere così sempiternamente. Lo scienziato cognitivo Steve Pinker parla di differenze psicobiologiche fra uomini e donne e di componenti genetiche che caratterizzano i sessi. Uomini e donne possono sviluppare perizie particolari, si può dire che gli uni o le altre diventano alternativamente (o anche contemporaneamente) più bravi nel fare qualcosa. Che c’è di sbagliato?
Ancora Nietzsche sosteneva che: “La donna, consapevole delle sensazioni che l’uomo prova per lei, va incontro agli sforzi che lui compie per idealizzarla, ornandosi, camminando leggiadramente, danzando, esprimendo pensieri delicati; e così pure manifesta pudore, ritegno, mantiene le distanze sentendo per istinto che così la facoltà idealizzante dell’uomo cresce. (Data l’enorme finezza dell’istinto femminile, il pudore non è affatto un’ipocrisia cosciente: rivela che appunto la pudicizia ingenua e reale seduce di più l’uomo e o spinge a delle sopravvalutazioni. Perciò la donna è ingenua: per la finezza dell’istinto che le rivela l’utilità dell’innocenza. E un volontario tenere chiusi gli occhi su se stessa… Ovunque la dissimulazione opera con più forza, quando è inconsapevole, diventa inconsapevole.)
O Ancora che: “la donna! Meta dell’umanità è debole, tipicamente malata, variabile, incostante: la donna ha bisogno della forza per aggrapparvisi per inventare una religione della debolezza che veneri come cosa divina l’essere deboli, l’amare, l’essere umili; o meglio: la donna rende deboli i forti, regna quando riesce a soggiogare i forti. La donna ha sempre cospirato con i tipi della décadence, con i preti, contro i “potenti”, i “forti”, gli uomini. La donna passa sopra ai figli, per il culto della pietà, della compassione, dell’amore: la madre rappresenta l’altruismo in modo convincente…”
E ci sarebbero tanti altri dotti da citare, con i loro pregiudizi (ci sono anche questi, purtroppo), le loro convinzioni e le loro ragioni. Persino Schopenhauer che non era mai stato tenero con i difetti femminili era convinto che quegli stessi difetti, nel caso in cui le donne fossero state in grado di elevarsi sul senso comune, sarebbero diventati volano di una superiorità che le avrebbe condotte oltre il più brillante degli uomini. Il problema è che ormai nelle nostre società putrescenti dove, vige decadenza e cancellazione culturale, si deve essere per forza politicamente corretti e sessualmente apolidi per poter dire la propria. Sta diventando tutto così insopportabile che persino un cataclisma inizia a diventare più accettabile di questo fiume di immondizia intellettualoide.