Asia Argento e l’ipocrisia femminista (di A. Terrenzio)
Ho sempre fatto fatica a considerare Asia Argento un sex-symbol. Non ce la facevo, guardavo lei e vedevo il padre, principe dell’horror.
Giudizi estetici a parte, l’unico ricordo significativo che ho di lei, e’ un film di Carlo Verdone del ’93:”Perdiamoci di vista”, che le valse un premio Donatello come miglior attrice non protagonista. Una giovanissima Asia Argento interpretava una ragazza paraplegica che distruggeva la carriera di Gepi Fuxas (impersonato da Verdone), conduttore cinico e senza scrupoli. In seguito, tra i due sarebbe nata una relazione, il contatto tra solitudini di due mondi cosi’ distanti e diversi.
Lo scandalo che in questi giorni la vede al centro di accese polemiche riguarda il potente produttore cinematografico Harvey Weinstein. L’attrice lo accusa di abusi sessuali, a cui non si è potuta sottrarre, per non mettere a rischio la sua carriera.
“Un orco in mezzo alle mie gambe”, cosi’ la figlia del regista del terrore definisce il boss di Hollywood.
Prevedibile anche la reazione del web che ha accusato la Argento di aver denunciato il fatto solo a 20 anni di distanza e di non essersi opposta alle avance del produttore.
L’outing della “bad girl” avviene con enorme ritardo temporale, tramite una donna inserita nel circuito culturale, Daniela Fedi, che all’epoca, il 97, era al corrente dei fatti.
L’articolo della Fedi dipinge l’attrice come un agnellino tra le grinfie di un orco insaziabile. Oltre la ridicolaggine delle linea difensiva messa in piedi dalla collaboratrice del Giornale.it e il frignare di Asia, quello che emerge in tutta evidenza e’ un caso di cessione volontaria dell’organo. Un meschino scambio tra sesso e carriera.
Nell’intervista rilasciata a LaStampa, ricorda il suo primo film da regista, nel 2002, “Scarlet Diva”, il personaggio da lei interpretato subisce delle molestie. Una sorta di nemesi cinematografica per ricordare i tormenti dell’orco produttore?
La Argento aveva 22 anni all’epoca dei rapporti con Weinstein, abbastanza per fare delle scelte, anche a costo della dignita’. A quanto pare la nostra ‘bad girl’, la dignita’ l’ha sacrificata alla carriera (come lei stessa ha confidato alla Fedi) perchè “era troppo importante”.
La domanda che si fanno tutti è: perché’ ne parla solo adesso?
L’immagine di Asia su Instagram, col dito medio rivolto ai detrattori, e’ la tipica risposta infantile di una donna dello spettacolo che cerca scappatoie.
Nella vicenda sono state coinvolte attrici più quotate della Argento come Gwyneth Paltrow, Ashley Judd, Kate Beckinsale e moltissime dive dello star sistem hollywodiano che si sono “inginocchiate” davanti al potere e al sogno della celebrita’. Le giustificazioni, i singhiozzi, le omissioni non fanno che aggravarne la posizione.
Perche’ “la liberta’ di scelta, esiste sempre, in ogni epoca, basta pagarne il prezzo”.
Purtroppo l’ipocrisia e il moralmente corretto hanno raggiunto livelli cosi’ pervasivi da distorcere la percezione del reale. Gli attori ed i personaggi del mondo del cinema sono per definizione i più’ esposti a tal tipo di distorsione, perché’ vivono lontani dal mondo concreto, coinvolti in mezzo ad eccessi, alcohol, droga, disturbi della personalità’.
Asia Argento, cosi’ come le attrici del mondo di Hollywood, non sono vittime, ma complici di un mondo in cui simili “scambi” sono all’ordine del giorno.
E’ cosi’ difficile da capire per le paladine del femminismo?
Proprio quando il sindacato dei produttori di Hollywood ha avviato le procedure di espulsione di Harwey Weinstein, dopo le numerose accuse di molestie sessuali, il produttore ed amico Scott Rosemberg, ammette:” Tutti sapevamo com’era, abbiamo taciuto perché’ lui era la gallina dalle uova d’oro… Non che stuprasse, ma sapevamo dei suoi comportamenti aggressivi. Sapevamo della fame di quell’uomo, come un orco insaziabile uscito dalle favole dei fratelli Grimm. Tutto avvolto in promesse vaghe di ruoli nei film.. E sapete perché’ sono sicuro che sia cosi’? Perché’ io c’ero. Vi ho visti”
Non abbiamo bisogno di ulteriori prove o conferme per capire la dinamica dei fatti, gia’ descritta e rivelata dalla stessa Asia Argento. Tocca constatare ancora una volta l’ipocrisia di donne e uomini coinvolti in questo tipo di situazioni, ad ogni livello, dal capo ufficio fino al boss degli Actor Studios e non cadiamo dalle nuvole per questo.
Ad essere intollerabile pero’ e’ questa doppia morale, questa doppiezza femminista che sale in cattedra ogni qualvolta ad essere coinvolto e’ il gentil sesso.
Una difesa incondizionata e d’ufficio pronta a sfoderare le imbecillita’ piu’ assurde, come nel caso della Argento, dove non ci troviamo di certo di fronte ad una vittima ma ad una pedina del gioco.