ATTENTI AI FINTI MULTIPOLARISTI
Silvio Berlusconi vola da Putin con un messaggio di distensione per la Russia. Iniziativa meritoria, se non fosse che il Cavaliere non è più quello di Pratica di Mare, non ricopre incarichi governativi decisivi e rappresenta una finta opposizione all’Esecutivo filo-americano guidato da Matteo Renzi. Una staffa del sistema, si sarebbe detto un tempo. All’epoca, l’ex Presidente del Consiglio riuscì a convincere Bush dell’esigenza di includere Mosca nelle iniziative della Nato per combattere l’internazionale del terrore. I vertici americani accolsero favorevolmente la proposta che mascherava meglio il loro gioco. Anzi, probabilmente già allora Berlusconi aveva avuto un abile suggeritore d’oltreoceano che si era premurato di indicargli la strada. Ora, avviene qualcosa di simile, con la differenza che la strategia Usa di guerra all’islamismo oltranzistico ha perso definitivamente la sua innocenza. Sono gli Usa i burattinai dei servi di Allah che stanno infiammando il Medio-Oriente e il Nord Africa mentre i russi sono rimasti da soli a difendere i moderati e i laici di queste aree, come Assad, per propri calcoli geopolitici. Non dimentichiamo, inoltre, che il capo di Forza Italia deve all’attuale Presidente americano la sua “caduta in piedi” (promessa fatta durante un vertice internazionale nel 2011), con conseguente affievolimento delle persecuzioni giudiziarie nei suoi confronti, in cambio del superamento del suo gabinetto e di tradimenti vari, internazionali (Libia) ed anche nazionali (ridimensionamento del suo partito sulla scena politica italiana e azzeramento delle sue iniziative estere autonome, sia politiche che industriali) per i quali l’Amministrazione statunitense gli ha garantito un salvacondotto, anche se mai definitivo. Perché ora Berlusconi si è rimesso nuovamente sulla “via di Damasco”? Forse perché bisogna dissimulare una ricucitura tra Europa e Russia dopo gli immensi danni causati alla prima dalle scriteriate sanzioni contro la seconda, imposte dalla leadership statunitense. L’Europa si è fatta mettere in mezzo alla diatriba geopolitica in corso tra la superpotenza ancora dominante ed una concorrente agguerrita ad est che vuole contrastare tale egemonia, almeno nel suo ambito regionale. L’Europa che avrebbe dovuto approfittare di questa disputa per diventare ago della bilancia della situazione si è fatta trascinare ancora sulle barricate da Obama e soci, svolgendo un deleterio ruolo in prima linea che la sta danneggiando gravemente. Adesso Berlusconi ritorna su quella pantomima riproponendo un’intesa impossibile Usa-Russia-Europa che ha come obiettivo primario quello di impedire a Berlino di accordarsi diversamente con Mosca, per non subire le stesse conseguenze nefaste del resto del Continente. Un asse tra le due capitali è la vera preoccupazione di Washington che si serve delle subpotenze europee minori per fare saltare qualsiasi iniziativa in tal senso. Lo ha detto chiaramente anche G. Friedman del think tank Stratfor:” Durante tutto il secolo passato, e quindi durante la Prima e la Seconda guerre mondiali, e anche durante la guerra fredda, gli interessi principali degli Stati Uniti hanno riguardato i rapporti tra Germania e Russia, perché insieme questi due paesi costituiscono una forza che mette in pericolo gli interessi degli USA. Il nostro obiettivo principale deve essere quello di evitare l’unione tra i due”. Per evitare questa unione gli statunitensi fanno pressioni sugli altri membri europei, Italia per prima e quest’ultima obbedisce in ogni momento ai diktat dei suoi padroni, più scopertamente con la sinistra (così smaccatamente servile agli States), più copertamente con la destra (apparentemente più dialogante coi russi). Del resto, è un rappresentante di spicco di FI come Brunetta a scoprire le carte in tavola: ”Se si vuole affrontare la crisi europea e di conseguenza quella italiana con speranza di soluzione positiva, occorre tagliare il nodo di Gordio dell’egemonia tedesca”. L’Egemonia più pervasiva e negativa per l’Ue, quella statunitense, non viene nemmeno presa in considerazione. Anziché, proporre una coalizione con Berlino per aumentare la spinta verso est e incontrare le aspirazione russe di multipolarismo, che sono anche le nostre, si vogliono segare le gambe ai tedeschi per salvaguardare l’unipolarismo Usa. Ecco cosa c’è davvero dietro i movimenti di Berlusconi e sodali.