La Russia è l’avanguardia del multipolarismo, di GLG

La fine del Trattato INF: una vittoria della Russia, una Waterloo per l’America

non so se le cose stiano esattamente così, ma comunque non credo sia un’interpretazione troppo distorta. Da un pezzo penso che i liberisti, economicisti e mercatisti fino al buco del c…., mostrano senza più alcun velo la loro miseria intellettuale e l’incapacità di andare oltre un rozzo economicismo. Sostengono la debolezza della Russia perché non ha dati entusiasmanti relativi alla crescita del Pil e altre cose simili. Non capiscono nulla della vera posta in gioco per giungere, dall’attuale acutizzazione del multipolarismo, al reale policentrismo (conflittuale acuto) che vedrà un effettivo ri-equilibrio nei rapporti di forza tra un certo numero di potenze (come già accaduto a cavallo tra XIX e XX secolo). E il vero antagonista degli Usa apparirà allora la Russia, come sostengo da anni e anni. Certo anche la Cina giocherà la sua “bella” parte, ma la Russia metterà in forte pericolo l’influenza (a mio avviso nefasta) degli USA in Europa e nelle zone a sud e sud-est della stessa. Vedremo dei “bei giochi” allora. In una situazione del genere, una parte dei gruppi dominanti statunitensi (ancora in minoranza almeno stando alla continua campagna antitrumpiana in atto negli USA) ha deciso di tenere bene fermo il principio del pieno predomino nel “cortile di casa”. Come già per Cuba – soprattutto dopo il dissolvimento del “polo socialista” – le attuali difficoltà del Venezuela dipendono per la maggior parte dall’atteggiamento anti-USA tenuto da Chavez e poi da chi ne ha preso il posto. E l’establishment trumpiano vuole eliminare ogni “impurità” ostile dal Sud America. Chi si schiera con questi Stati Uniti (quelli da me detti n. 2) non è per nulla migliore di coloro che appoggiarono Obama nel liquidare Gheddafi e nell’appoggiare la disastrosa “primavera araba” del 2011, i cui ultranegativi effetti sono adesso in piena evidenza nella nostra area e in quelle vicine. I sedicenti “populisti” non meritano alcun particolare appoggio; anche se senza dubbio ci si augura che gli avversari non li eliminino così come si spera che gli antitrumpiani non prevalgano nettamente negli Stati Uniti. L’attrito “interno” tra quelli che sono comunque da considerarsi degli avversari è più che augurabile; almeno fino a quando le forze realmente contrarie ad ogni dipendenza da quel prepotente paese non saranno riuscite a liberarci di tutti questi gruppi dediti a servirlo così piattamente e senza dignità.

Continua a leggere

SI FACCIA LA TAV, SOPRATTUTTO SE NON SERVE.

Ancora polemiche sulla Tav ma mi basta guardare in faccia i contestatori dell’opera per capire che si tratta di fancazzisti i quali hanno tempo da perdere ed energie da sciupare. Sono gli stessi individui che pur godendo di ogni ritrovato tecnico, che rende la loro esistenza lieta e sicura, rimpiangono la semplicità dei bei tempi andati in cui non avrebbero potuto organizzare proteste e altro spreco di tempo. Certamente, non sono simpatiche nemmeno le facce di chi sostiene la strategicità dell’infrastruttura, tuttavia, pur se casualmente, costoro, considerate le circostanze, hanno pienamente ragione. Innanzitutto, i fondi per realizzare l’alta velocità sono già disponibili, in secondo luogo i lavori richiesti mettono in moto uomini e mezzi che muovono l’economia. Tante volte, è stato detto che, in congiunture difficili, scavare buche nel terreno può essere utile alla ripresa. Il frangente è, dunque, propizio, inutile sospendere ciò che è stato già incominciato. Ha ragione Salvini quando chiede di non chiudere i cantieri e torto chi gli dà addosso con pretesti puramente ideologici. Tante volte il leader leghista distribuisce baggianate, a ritta e a manca, e lo diciamo apertamente, ma non è questa l’occasione. Vedendo le bandiere e ascoltando le affermazioni di chi si oppone all’Alta velocità mi viene solo da ridere. Si tratta di sciocchi che ancora piangono per la natura violata o per l’impatto ambientale, laddove l’umanità è divenuta quello che è proprio grazie alla capacità di trasformare il proprio habitat, piuttosto che adattarsi ad esso come gli altri animali. Altri stupidotti si rifanno ad un fantomatico sviluppo sostenibile che è solo un’altra di quelle ubbie inventate, da soggetti poco onorevoli, per moltiplicare pratiche burocratiche e consulenze dalle quali arricchirsi a scapito del prossimo. Molti sono arrivati ad occupare cariche istituzionali proponendosi come difensori del pianeta, perennemente a rischio di qualche catastrofe ecologica che però non arriva mai. Sono dei corrotti che denunciano corruzione dietro ogni appalto per bloccarlo. E’ ora di trattare questi deficienti per quello che sono e di tirare dritto sulle cose da fare. Materie prime, infrastrutture e sviluppo industriale si ottengono “sacrificando” la natura, la quale non ha bisogno di essere protetta dalle attività antropiche, avendo una elevata capacità di rigenerarsi e di spazzarci via all’abbisogna. In ogni caso, nulla è eterno su questa terra e non si capisce perché si dovrebbe lesinare su qualcosa. La natura è matrigna, come diceva Leopardi, ed il suo unico scopo è di fare il suo corso senza curarsi di noi. La vita è migliorata non perché abbiamo trovato in natura ciò che ci occorreva ma perché siamo stati in grado di penetrare le sue leggi (seppur parzialmente) e di combinare-trasformare ciò che abbiamo scoperto nel mondo. E quest’ultimo nemmeno ci basta, visto che sentiamo l’esigenza di esplorare l’universo e carpire altri segreti interstellari. Forse un giorno riusciremo persino a trasferirci altrove, in un’altra galassia, lasciando in questa valle di lacrime le ventimila leghe di omini ”verdi” che non abitano Marte ma la vituperata Terra.
Vi invito a seguire attentamente la scena di questo film, L’orgoglio degli Amberson, di Orson Welles, perché è emblematica di quanto dico: https://m.youtube.com/watch?v=StsJhy28fDE. Non si può fermare il progresso anche se, apparentemente, non serve a niente o può sembrare deleterio. Esso ci cambierà, perché è nella nostra “natura” spingerci oltre quello che siamo. La natura c’entra, dunque, perché siamo pur sempre un suo prodotto. Qualsiasi cosa facciamo non andiamo, pertanto, contronatura perché ne siamo parte integrante. In questo senso un iPhone è naturale quanto una bottiglia di olio d’oliva venduta al supermercato con il marchio biologico. Biologico un cazzo! Che cambia se il pianeta lo distruggiamo noi o una esplosione solare tra 5 miliardi di anni? E chi vi dice che la natura non ci abbia “inventati” per diffondere la vita nello spazio sconfinato. Per farlo potrebbero servirci tutte le risorse disponibili e quindi esaurirle per tale missione è il nostro scopo. Ovviamente, sono congetture aleatorie ma più verosimili delle stronzate di chi fa terrorismo psicologico sul Global Warming o sullo scioglimento dei ghiacciai per le emissioni della nostra tecnologia.
Qui la scena di un altro film più esplicativa delle inutili battaglie del wwf: https://m.youtube.com/watch?v=YFeWBDGQilo.

L’uomo farà schifo ma alcuni uomini sono più penosi di altri. La Tav non serve? Nemmeno gli ambientalisti. Inoltre, gli eccessi ci permettono di correggerci, il no a tutto ci fa solo ristagnare e morire.

Continua a leggere
1 125 126 127 128 129 265