L’internazionale del caos

 

Esiste un’internazionale progressista del caos, guidata da Washington, che ha plasmato succursali in tutta l’area occidentale. Questa alleanza dell’odio, fatta di partiti e di organizzazioni di varia natura, conformata dalla suddetta matrice atlantica, compiutamente dopo la caduta dell’Urss ma con un processo di metamorfosi iniziato molto prima, semina zizzania in ogni nazione predicando l’antirazzismo, il dogma dell’accoglienza, l’uguaglianza dei generi, le libertà sessuali, ecc. ecc.
Usa il bene come una clava per annichilire qualsiasi opposizione al predominio americano ed, in particolare, al suo establishment democratico. Anche di fronte ad attentati sanguinari non esita a dare lezioni di solidarietà e ospitalità perché i terroristi da essa manovrati (approfittando di fratture religiose ed etniche mai sanate) possano continuare a mescolarsi agli sventurati che arrivano sulle nostre coste.
Il potere dei più buoni è il mascheramento di cui si servono ma la distruzione di qualsiasi resistenza all’ordine imperante è il vero scopo. Il terrorismo sedicente islamico è uno dei suoi aculei avvelenati. Quando l’epoca policentrica verrà maggiormente in evidenza, e lo scontro tra potenze diventerà più diretto, cadranno questi infingimenti e saranno più chiare certe manipolazioni. Per questo occorre, contro questa internazionale di banditi democratici, condurre una guerra culturale e, al momento opportuno, anche militare. Razzismo è convincere i popoli a piacersi o ad azzerarsi per accettare una sola religione multiculturale, sessismo è stabilire quote di posti da assegnare in base agli organi genitali, dittatura è voler imporre agli uomini un unico stile di governo, quello democratico, così come è stato ricodificato dal capitalismo americano.
Chi oggi in Italia, di fronte all’emergenza immigrazione e alle sue degenerazioni, continua a perorare la politica delle porte aperte andrebbe giudicato e condannato per alto tradimento e attentato all’unità del popolo italiano. Lo stesso ragionamento vale per chi conduce battaglia per l’estensione dei diritti, a favore di minoranze per nulla discriminate, col solo intento di destabilizzare il nostro tessuto sociale.
Sono queste le uniche forme dittatoriali contro le quali sollevarsi. Non il fascismo, non il nazismo e nemmeno il soviettismo, situazioni con cui la Storia ha già fatto i conti. Il nostro nemico odierno si chiama americanismo col suo codazzo di servi sparsi per il mondo.

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