Scenari ucraini

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Secondo il think tank statunitense Stratfor, di cui il nostro sito traduce degli articoli con l’autorizzazione della stessa agenzia, la situazione in Ucraina potrebbe subire degli sviluppi capaci di modificare ancora le cartine geografiche di un’area nel cuore dell’Europa. L’opinione […]

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PUTIN PICCHIA LE POTENZE OCCIDENTALI

 

vladimir_putin2Eh già, l’Occidente rosica per i successi di Putin e scatena i suoi cani rabbiosi per appannarne l’immagine ed il mito che ormai volano ben oltre i confini russi. La disinformatja americana va in frantumi ma i russofobi non demordono. E’ intollerabile che il gradimento per lo “Zar” sia così plebiscitario in Patria e pure all’estero, nonostante il loro lavoro da guastatori. Bisogna osare di più, col rischio di apparire ancor più ridicoli. Per questo i giornalisti embedded della tv e della stampa sono chiamati a raccolta per sminuire la figura del Presidente russo, quella del leader che non sbaglia un colpo e che mette alle corde i suoi potenti nemici, con nuovi argomenti. Dalla Siria all’Ucraina, infatti, i suoi successi si fanno sempre più pesanti e decisivi e questo preoccupa non poco le cancellerie atlantiche, da anni impegnate a disonorare il nuovo Hitler. Addirittura, Il ministro della Difesa britannico Michael Fallon lo ha definito più pericoloso di al-Baghdādī, il Califfo dell’Is. Non mi dilungo su questo aspetto della reductio ad hitlorum dell’avversario politico perché lo spiega benissimo qui Giampaolo Rossi: http://blog.ilgiornale.it/…/ucraina-putin-hitler-e-la-reto…/.
Putin lo scacchista geopolitico, Putin lo stratega clausewitziano, Putin il diplomatico raffinato, Putin il modernizzatore. Troppe qualità che non vanno giù ai suoi detrattori ed allora si mette in moto la macchina del fango e tutto viene ribaltato, almeno sui giornali internazionali e nei canali televisivi: Putin l’agente segreto con licenza di uccidere gli oppositori, Putin il despota mentalmente disturbato, Putin il drogato ed ora, ciliegina sulla torta, Putin il manesco che picchia la moglie. A dare la notizia è la Zdf, il secondo canale della televisione pubblica tedesca. Ovviamente, non ci sono riscontri e fonti certe, ma trattandosi di Putin non servono. Come dice Marcello Foa basta creare il frame, lanciare l’amo, infondere il sospetto ed il gioco è fatto, resta sempre qualcosa di negativo attaccato, anche se non corrisponde alla realtà (la lezione di Foa la trovate qui https://www.youtube.com/watch?v=px0FaA0K35w ).
In Italia è il solito Fabrizio Dragosei del Corriere, primo propagandista di corte, a rilanciare la bufala, con queste parole: “…Soprattutto se è vero quello che ha raccontato il canale tv tedesco Zdf in base a non meglio specificati documenti segreti: l’ex agente del Kgb è un uomo violento che picchiava regolarmente la moglie Lyudmila”. Come può essere non dico vero ma, persino, verosimile, qualcosa che viene da “non meglio specificati documenti segreti”. Un giornalista non dovrebbe scendere così in basso riportando elementi non provati e fonti inverificabili ma ormai la professione è un troiaio tale che pullulano i Dragosei, le Zafesova, le Zunini, leGoracci ecc. ecc.. E’ l’habitat che fa il pennivendolo.

Non stanno messi meglio gli spin doctor d’oltreoceano dai quali ci si aspetterebbe qualcosa di più di una cattiva diagnosi a distanza per strumentalizzazioni geopolitiche. Ciò che non viene tollerato è semmai il bipolarismo non di Putin ma di Mosca che è tornata ad essere un competitrice diretta di Washington sugli scenari mondiali. Peraltro, un piccolo disturbo della personalità non si nega a nessun presidente, nemmeno agli inquilini della Casa Bianca (http://www.ilgiornale.it/…/i-presidenti-americani-su-due-er…). Come diceva E.A. Poe la follia è il più alto stadio dell’intelletto. Vale per molti Presidenti, anche se non per tutti.

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La guerra e’ finita, infuria la battaglia. Ma kiev ha perso

genSe ai separatisti fosse stato ordinato di arrivare fino a Kiev, probabilmente, in poche settimane, li avremmo già visti marciare su Majdan Nezaležnosti, Euromajdan per i fabbricatori di falsi miti rivoluzionari ad uso e consumo dell’imperialismo americano. Questo per spiegarvi i reali rapporti di forza sul campo, nonostante la retorica ucraina )assistita da quella Atlantica) che sta raccontando una guerra mediatica rovesciata negli esiti ma che è stata persa militarmente da Kiev ancora prima di essere cominciata, facendo tanti morti civili perché aveva come principale scopo proprio la pulizia etnica dei russofoni dell’est. L’Occidente si è reso complice di questa mattanza razziale, ricorrendo ad schema già visto all’opera in altre aree dei Balcani negli anni passati, in quanto convinto che solo un’Ucraina derussizzata avrebbe potuto essere integrata più facilmente nell’UE e nella Nato. Il piano è ormai miseramente fallito, così come la possibilità di ricacciare la Russia fuori dalla sua orbita egemonica. Ma gli americani hanno dato agli ucraini l’ordine di tenere le posizioni fino all’ultimo uomo. Lo stesso comando che Hitler impose alla 6 armata nel 1942, resistere fino all’ultima cartuccia. E, difatti, i soldati di Kiev cadono come mosche con la loro diavoleria a batterie solari in tasca, donatagli dal reverendo Charles Stanley, della Chiesa del contatto della verità. Guardate voi stessi come si può ancora farsi fare il lavaggio del cervello mistico nelle nostre società materialistiche: qui . E’ una forma di Jihad tutta occidentale che fa certamente meno presa della sua versione musulmana, dove l’attaccamento alla fede combacia con uno stile di vita tradizionale e dunque intimamente più vicino al divino. Ma tant’è.

Sono state le provocazioni di Poroshenko e soci a convincere le milizie filorusse ad attaccare a Mariupol e a chiudere la sacca di Debaltsevo, dove quasi 8000 soldati ucraini rischiano ora di fare la fine dei tonni nella rete. Proprio i colpi sulle abitazioni civili a Mariupol, che però sono stati esplosi dalle postazioni ucraine, hanno spinto l’UE a prolungare le sanzioni contro Mosca. Lady PESC Mogherini ha addotto questo come pretesto per continuare a colpire il Cremlino con provvedimenti del tutto inutili ed ingiusti, considerato che le responsabilità per gli ultimi efferati delitti ricadono interamente sulla testa dei quisling ucraini. Evidentemente, dire la verità (che ammettiamo essere sempre contraddittoria, come diceva il Presidente Mao) non rientra nelle prerogative della carica ricoperta dalla Mogherini che sta riuscendo a fare peggio di Lady Ashton, e non era facile. Inoltre, sono gli stessi locali che smentiscono la presenza di truppe russe sul suolo ucraino, (questa è l’altra balla sulla quale poggiano le sanzioni). Il Generale Viktor Muzhenko ha negato, in una conferenza stampa, “la presenza di unità regolari dell’esercito russo in Ucraina”. L’affermazione è pesante e stride con le numerose dichiarazioni di senso contrario del governo filo-americano di Kiev. Ciò vuol dire che le forze armate sono stanche della propaganda dei loro governanti, anche perché a rimetterci la pelle non sono gli oligarchi ma i soldati. Nelle ultime tre settimane sono morti 1200 militari ed i feriti risultano almeno il doppio. Numeri che fanno rabbrividire anche chi è abituato alla guerra. Infatti, le defezioni aumentano vertiginosamente, i soldati chiedono asilo all’odiata Russia (che così odiata non sarà), passano con i ribelli, oppure, semplicemente si arrendono perché non hanno motivazioni a combattere. Chi ne avrebbe se costretto con minacce e con ordini suicidi a recarsi al fronte? Si può morire per una patria che nemmeno esiste più? Di fronte a questo sfacelo il Parlamento ucraino sta pensando di introdurre una legge che impedisca ai suoi cittadini coscrivibili di lasciare il Paese. Come scrive Mike “Mish” Shedlock, advisor di SitkaPacific Capital Management, il governo ucraino sta introducendo la schiavitù nei suoi confini, conculcando la libertà dei singoli. Eppure, prosegue, l’analista, la guerra è ormai finita anche se infuria la battaglia. Questa battaglia continuerà finché gli Usa ed il FMI continueranno a finanziare l’Ucraina, col solo intento di destabilizzare la Russia ed al costo della distruzione di un intero popolo. In ogni caso, dice ancora Shedlock: “l’Ucraina non sarà mai più un paese unito. E’ folle disegnare arbitrariamente le frontiere senza alcun riguardo delle credenze culturali, politiche o religiose. La guerra è finita. Kiev ha perso, anche con l’appoggio degli Stati Uniti. Lasciate che il processo di pace inizi prima che si perdano altre vite e si verifichino altre distruzioni inutili”.

Pur essendo sicuri che i separatisti non si spingeranno fino a Kiev, siamo quasi certi che potrebbero arrivare fino ad Odessa e chiudere definitivamente l’accesso al mare all’Ucraina. Quest’azione a protezione di una zona che i russi considerano di loro esclusiva pertinenza, troppo vicina ad una importante base navale per essere lasciata al nemico, è divenuta legittima nell’istante esatto in cui la Rada, il parlamento ucraino, ha rinunciato alla sua neutralità manifestando la volontà politica di aderire al Patto Atlantico. L’Ucraina si è ficcata in un vicolo cieco dal quale uscirà soltanto quando si rassegnerà, insieme ai suoi burattinai esteri, a firmare dolorose concessioni territoriali che la mutileranno per una lunga fase storica e, forse, definitivamente. Gli ucraini possono ringraziare di questa disfatta i loro fasulli movimenti nazionalisti che in combutta con i servizi segreti Usa hanno allestito un disastro in piena regola, sottovalutando la reazione di Mosca. Del resto, Putin ed il suo entourage strategico hanno preso sul serio le minacce del Dipartimento di Stato americano il quale parla già come se fosse in guerra contro i russi. Quando Vctoria Nuland dice espressamente che “dobbiamo mettere dei centri di comando e delle forze di reazione rapida nei 6 paesi dell’Europa che si trovano sulla linea del fronte” invia una dichiarazione di guerra al Cremlino che, pertanto, si mette in uno stato di allerta non per sua paranoia ma per il significato stesso delle parole pronunciate da membri influenti dell’amministrazione americana. Ciò che sconcerta è che la politica estera dell’Unione Europea esca direttamente dai centri strategici Usa che coinvolgono Bruxelles solo a giochi stabiliti. La Nuland delibera quello che si deve fare in sei stati membri della comunità ed i vertici europei non rilasciano nemmeno una frase di smentita per dissimulare un minimo di indipendenza dei loro uffici.

Questa Europa di servi non durerà ancora a lungo e non per colpa dell’euro o della crisi economica ma per una svendita della sovranità decisionale che la sta marginalizzando sullo scacchiere globale, in un periodo di immensi sconvolgimenti geopolitici che rifaranno i connotati al pianeta. E’ questa la lezione più dura che gli europei stanno apprendendo dalla crisi ucraina.

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